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L'Opinione Rassegna Stampa
09.10.2010 Guerra fra Hamas e Anp: continuano vittime e sequestri, ma non se ne parla
Il commento di Dimitri Buffa

Testata: L'Opinione
Data: 09 ottobre 2010
Pagina: 5
Autore: Dimitri Buffa
Titolo: «Intrafada: continuano le vittime e i sequestri ma nessuno ama parlarne»

Sull'OPINIONE di oggi, 09/10/2010, con il titolo "Intrafada: continuano le vittime e i sequestri ma nessuno ama parlarne", Dimitri Buffa commenta un aspetto in genere trascurato dai nostri media, la guerra fra Hamas e Anp.

Quando si parla delle cause che determinano l’attuale stallo nelle trattative di pace tra Israele e i palestinesi, di tutto si parla, come del congelamento o del non congelamento della costruzione di nuove case da parte dei cosiddetti coloni, o settlers, a Gerusalemme Est e in altre parti della West Bank, ma mai, o quasi, della guerra civile tra Hamas e Anp che di fatto pone un interlocutore dimezzato come Abu Mazen al tavolo con Nethanyahu. Eppure nei giorni scorsi proprio la schieratissima (in senso anti israeliano) agenzia di stampa “Infopal” (quella di Angela Lano e della Freedom Flottilla per Gaza) aveva dato notizia delle drammatiche azioni di “intrafada”, con morti e feriti, oltre che sequestri di persona, a Gaza di militanti di Abu Mazen e in Cisgiordania di imam e di militanti di hamas. Più specificamente addirittura lo scorso 7 ottobre le brigate al-Qassam, braccio militare di Hamas, hanno minacciato di prendere di mira i funzionari dell’Autorità nazionale palestinese “se le forze di sicurezza continueranno ad arrestare e processare gli attivisti della resistenza in Cisgiordania”. Il portavoce delle brigate, Abu Ubayda, leggendo un comunicato sottoscritto da dodici gruppi militari della Striscia di Gaza, ha poi dichiarato: “Siamo stanchi del comportamento delle forze di sicurezza dell’Anp in Cisgiordania. Nell’ultimo periodo, abbiamo preferito concedere agli sforzi di riconciliazione tutto il tempo necessario; tuttavia, annunciamo in questa sede che non rimarremo in silenzio ancora a lungo”. Abu Ubayda ha anche aggiunto che i continui tentativi di raggiungere un accordo di unità nazionale con Fatah “non sono bastati ad impedire la cacciata e gli arresti ai danni dei mujahidin. Nessuno potrà dunque rimproverare noi, se andremo in cerca dei leader dell’Autorità di Fatah in ogni luogo e li tratteremo allo stesso modo”. Ubayda ha infine precisato che centinaia di militanti armati sono stati arrestati dalle forze di sicurezza e che il leader detenuto del Jihad islamico Khader Adnan ha persino iniziato uno sciopero della fame, per protestare contro i ‘prigionieri che vengono crudelmente torturati in carcere’. I dati del 2004 relativi all’Intrafada, prima del golpe di Hamas a Gaza e del ritiro degli israeliani, parlavano di oltre 300 morti in questa guerra civile tra il 2002 e il 2004. La media non è cambiata da allora: oltre cento palestinesi perdono la vita ogni anno per mano di altri palestinesi e la statistica è largamente per difetto. Per non parlare delle donne sospettate o accusate di adulterio e degli omosessuali che a Gaza vengono semplicemente linciati sul posto quando sorpresi nelle loro “turpi pratiche anti islamiche”.

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