E se si smettesse di coprire quanto avviene in Medio Oriente con l'uso mistificatorio dell'etichetta " Terra Santa" ? In MO ci sono stati e stati, dalle politiche differenti, in questo caso nei confronti della minoranza cristiana. Si continua a confondere Israele con gli stati islamici, con la scusa, appunto, della comune denominazione di "Terra Santa". Da quelli islamici i cristiani fuggono, in Israele aumentano di numero. Una domanda ai nostri lettori: l'avete mai letto sui giornaloni che abitualmente leggete ? No, appunto. Allora un suggerimento, scrivete, chiedete come mai questa informazione non vi viene data, richiedetene la pubblicazione. Negli Stati islamici i cristiani sono perseguitati, come a Betlemme, per altro, mentre in Israele godono di uguali diritti, infatti lì crescono invece di diminuire.
Ecco l'articolo sul FOGLIO di oggi, 09/10/2010, a pag.3, dal titolo "Il bicchiere mezzo pieno della chiesa in terra d'islam ":
Si apre a Roma il sinodo dei vescovi sul Medio Oriente
Roma. Da una parte c’è la Santa Sede che apre il Sinodo dei Vescovi per il medio oriente (da domani al 24 ottobre) ufficialmente senza insistere troppo sulle enormi difficoltà e problematiche che vivono quei pochi cristiani che ancora abitano nelle regioni mediorientali. Ieri monsignor Nikola Eterovic, segretario generale del Sinodo dei vescovi, ha presentato in conferenza stampa in Vaticano i lavori dicendo che nella regione mediorientale (non solo Gerusalemme e i territori palestinesi, ma anche sedici altri stati, Arabia Saudita, Bahrein, Cipro, Egitto, Emirati Arabi Uniti, Giordania, Iran, Iraq, Israele, Kuwait, Libano, Oman, Qatar, Siria, Turchia e Yemen), “i numeri dei cristiani sono in aumento grazie ai fenomeni immigratori dalle regioni asiatiche, principalmente dall’Africa, dall’America latina, dall’Europa orientale e più ancora dall’Asia”. E ancora: “Certo, in Terra Santa, come anche in Turchia e in Iraq, i cristiani diminuiscono, ma nel complesso, ad esempio nei paesi del Golfo, no”. Dall’altra parte ci sono i cristiani che ogni giorno vivono una quotidianità difficile, i cristiani che hanno voluto il Sinodo perché non soltanto il Vaticano, ma tutta la comunità internazionale, li aiuti contro un esodo dalle regioni che sembra inarrestabile. Illuminante in questo senso una dichiarazione rilasciata ieri sul Jerusalem Post da monsignor Shlemon Warduni, vescovo ausiliare di Baghdad dei Caldei: “I motivi urgenti che hanno portato alla convocazione del Sinodo sono che i cristiani stanno fuggendo dal medio oriente, e che gli estremisti islamici stanno invadendo l’area”. Eterovic non può che essere prudente: ogni parola può comportare reazioni violente contro i cristiani e i cattolici in particolare. E poi c’è da distinguere bene le diverse situazioni. Non a caso Eterovic riporta l’esempio di Israele dove i cristiani sono aumentati, da 34 mila nel 1949 a 150 mila nel 2008. Un dato, quest’ultimo, sottolineato sempre sul Jerusalem Post dall’ambasciatore d’Israele presso la Santa Sede, Mordechay Lewy. Secondo lui la terminologia “Terra Santa” per indicare l’area dalla quale erano in fuga i cristiani risulta troppo generica, e finisce con il coinvolgere paesi come Israele e la Giordania che invece sono fra i più accoglienti con le popolazioni di fede cristiana. Altro discorso, ha spiegato Mordechay Lewy, va fatto per paesi come Turchia, Iraq, Libano, Siria e via dicendo. La segreteria di stato vaticana che guida dall’alto la politica in medio oriente conosce bene i problemi dei cristiani nella regione: proprio mentre il Sinodo apre i battenti si registra una crescente tensione sia in Iran che nel rapporto fra israeliani e palestinesi. Come ha spiegato recentemente Samir Khalil Samir, invitato come esperto al Sinodo dal Papa, la situazione “è resa inquieta da un conflitto interislamico, e cioè dal rapporto fra sunniti e sciiti. Tutto il nodo del problema è concentrato sulla questione legata al tribunale internazionale Onu che dovrebbe entro la fine di dicembre pubblicare i risultati dell’inchiesta sull’assassinio del defunto premier libanese Rafic Hariri”. Certo, resta da vedere cosa diranno i 185 padri sinodali. Molti potranno parlare chiedendo che i loro discorsi restino segretati. E poi c’è il Papa che apre domani i lavori. C’è attesa per la sua omelia nella basilica vaticana. Nei viaggi in Turchia (2006), in Terra Santa (2009), e a Cipro (2010), si è reso conto personalmente delle gioie e delle sofferenze dei cristiani. In Terra Santa disse: compito dei cristiani è di “rimanere”.
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