Milano: condannati membri di una cellula di al Qaeda Reclutavamo terroristi nelle moschee
Testata: Libero Data: 09 luglio 2010 Pagina: 16 Autore: Cristiana Lodi Titolo: «Arruolavano kamikaze nelle moschee italiane. Quindici condanne»
Riportiamo da LIBERO di oggi, 09/07/2010, a pag. 16, l'articolo di Cristiana Lodi dal titolo " Arruolavano kamikaze nelle moschee italiane. Quindici condanne".
Quando il presidente della Corte d’assise di Milano è entrato nell’aula con in mano la sentenza di condanna, Didri Sadri - capo della cellula terroristica milanese, ha inveito contro il procuratore aggiunto Armando Spataro: «Sei un criminale! Servitore dell’Ame - rica e non del Tricolore. Sei un complice di Bush!». E pensare che quando era arrivato il momento di riunire la camera di consiglio, il terrorista (tunisino di 40 anni, abitante a Cologno Monzese fino all’ arresto del 6 novembre 2007), aveva simulato un pentimento. Invocando perfino il Papa. Ieri, davanti alla condanna a otto annie mezzo (l’accusa ne aveva chiesti 10) per terrorismo internazionale e favoreggiamento dell’immigrazione clandestina, sono tornati fuori l’animo e l’ira fondamentalista. Acclamati da un pubblico arrivato dai centri sociali, che ha innalzato gli striscioni e gridato insulti contro Spataro, il pm Nicola Piacente e la Corte intera. Su 25 imputati, 15 sono stati condannati a pene che vanno dai sei mesi (per il favoreggiamento della clandestinità) agli otto e anni e 11 mesi per terrorismo internazionale. Questa aggravante è stata inflitta a sei islamici. Le loro basi milanesi erano la moschea di viale Jenner e di via Quaranta. Da qui inviavano martiri kamikaze e attentatori in Iraqe in Afghanistan; e facevano proselitismo in altre moschee italiane. Per soldi, procuravano documenti falsi e garantivano l’ingresso in Italia a clandestini arabi; e finanziavano progetti terroristici. Tutto, come dice Spataro: «Nel disegno di un jihad globale». Tradotto: i terroristi organizzavano la guerra santa a Milano. Durante il processo, mentre loro chiedevano di indossare in aula il copricapo islamico, hanno risuonato sinistre molte frasi intercettate dagli uomini del Ros. Si sente il tunisino Didri Sadri che pianifica la rete del terrore, rastrella banconote, recluta kamikaze, progetta attentati: «Se si raggiunge la morte, bene. Se no, ci riproviamo», dice il 2 novembre 2004 al telefono con C.T. Ancora, è il 27 luglio 2004: «Combatteremo fino a quando dio vuole. Dov’è Abu Khaled? In quale trincea? Ah, è nella trincea di Varese, vicino al bestiame». E di nuovo: «Questi italiani sono cani miscredenti. Guarda, ci stanno attaccando datutte le parti.Fanno polemica sulla costruzione della moschea. Stanno mandando via tutti i clandestini, non lasceranno più nessuno qua. Questa razza è peggio degli americani. Sono i nemici di dio». Fra i sei condannati, anche per terrorismo internazionale, c’è anche Imed Zarkaoui (5 anni e 11 mesi). Gestiva il contatto fra la cellula milanese e i membri di una rete in azione all’estero: Francia, Spagna, Inghilterra, Portogallo, Romania, Algeria, Siria. Didri Sadri ne era il braccio destro e dirigeva in questo anche di altri gruppi attivi a Reggio Emilia e in Liguria. La presidenza del Consiglio, si è costituita parte civile e ha ottenuto un risarcimento di 100 mila euro. A carico dei terroristi.
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