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Rassegna Stampa
23.06.2010 L'ha capito persino Udg: il municipio di Gerusalemme si muove nel rispetto della legge
Indennizzi ai proprietari delle case abbattute e nuove abitazioni

Testata:
Autore: Umberto De Giovannangeli
Titolo: «Giardino del re, il parco biblico che ancora infiamma Gerusalemme»

Riportiamo dall'UNITA' di oggi, 23/06/2010, a pag. 32, l'articolo di Umberto De Giovannangeli dal titolo " Giardino del re, il parco biblico che ancora infiamma Gerusalemme ".

Abbattere case abusive è la normalità in tutti gli Stati del mondo, tranne che in Israele per chi critica pregiudizialmente. Udg, in poche righe, spiega la situazione : " un controverso parco archeologico, «Il Giardino del Re», la cui realizzazione comporta la demolizione di 22 abitazioni illegali (...)I progetti del municipio prevedono indennizzi per i proprietari dei palazzi destinati ad essere demoliti nonché la registrazione formale di altri60edifici di Silwan considerati finora illegali. Ma la leadership del rione si oppone a questi piani. ". Le case da abbattere sono illegali, per questo verranno demolite e per i proprietari è previsto un indennizzo, più la regolarizzazione di una sessantina di abitazioni abusive nello stesso quartiere. Non è ben chiaro che cosa spinge la popolazione araba locale a protestare, allora.
Ormai nemmeno Udg può nascondere la verità. Il municipio di Gerusalemme si sta muovendo in piena legalità, contrariamente a quanto si faceva credere prima. Sono i palestinesi a protestare, senza avere nessun motivo per farlo.
Ecco l'articolo:


Gerusalemme

Il «Giardino del Re» infiama Gerusalemme. E crea nuove tensioni tra Israele e Usa. Dopo la autorizzazione annunciata l’altro ieri da un comitato municipale addetto all'urbanistica, infuria la battaglia su un controverso parco archeologico, «Il Giardino del Re», la cui realizzazione comporta la demolizione di 22 abitazioni illegali nel rione palestinese di Silwan, a Gerusalemme Est. Di fronte alle immediate proteste giunte dall'Autorità nazionale palestinese (che temeper il futuro dei negoziati indiretti con Israele) e dagli Stati Uniti, Benyamin Netanyahu ha precisato che i tempi della realizzazione sono ancora lunghi. Nel frattempo, ha fatto sapere il suo ufficio, è necessario «puntare ad una soluzione concordata con gli abitanti, nel rispetto della legge».
NUOVE POLEMICHE
I progetti del municipio prevedono indennizzi per i proprietari dei palazzi destinati ad essere demoliti nonché la registrazione formale di altri60edifici di Silwan considerati finora illegali. Ma la leadership del rione si oppone a questi piani. Secondo la radio militare, Netanyahu sta ora esercitando pressioni sul ministro degli Interni Eli Yishai (Shas) al fine di «insabbiare » il progetto del «Giardino del Re». Critiche sono giunte anche dal ministro della Difesa Ehud Barak, attualmente in visita negli Usa, secondo cui chi ha approvato le demolizioni a Silwan manca di «buon senso e di tempismo ». Da parte sua il negoziatore palestinese Saeb Erekat ha lanciato un appello alla comunità internazionale affinché sventi «i passi pericolosi» compiuti da Israele in questa circostanza. WASHINGTON IRRITATA
Gli Stati Uniti hanno espresso «preoccupazione » per il progetto archeologico approvato dalla giunta comunale di Gerusalemme. «È esattamente il genere di misure che, secondo noi,compromette la fiducia che è fondamentale per il dialogo» fra Israele e i palestinesi, dichiara il portavoce del Dipartimento di Stato Philip Crowley. Il progetto «ci preoccupa», e l'amministrazione Obama ha avuto numerosi contatti in tal senso con il governo israeliano, aggiunge, sottolineando tuttavia che il piano è della giunta e non del governo. «Noi abbiamo detto chiaramente che non eravamo d'accordo con alcune pratiche israeliane a Gerusalemme che toccano gli interessi dei palestinesi in settori comequello della casa», afferma ancora Crowley. Sulla vicenda è tornato il presidente dell’Anp, Mahmoud Abbas (Abu Mazen). «Il Giardino del Re» è stata al centro dell'incontro ad Amman fra Abu Mazen e il monarca giordano Abdallah II, secondofonti ufficiali del regno hascemita; la richiesta del presidente dell' Anp è stata confermata anche dal capo negoziatore palestinese, Saeb Erekat. A marzo Netanyahu aveva chiesto al sindaco di Gerusalemme Nir Barkat di congelare il progetto per evitare tensioni con Washington. «Il primo ministro - si è giustificato il portavoce del comune di Gerusalemme- aveva chiesto di rimandare il progetto per permettere ulteriori negoziati con i residenti. Processo che è stato completato ». Oltre alla demolizione di 22 case il progetto prevede anche il condono di altre 66 abitazioni costruite abusivamente. «Questa è la soluzione che è stata trovata per tutti», taglia corto il portavoce. L'ufficio di Netanyahu cerca di prendere tempo: «Si tratta solo di una procedura preliminare che ha ancora bisogno di tempo e altri passa legali», rimarca il portavoce del premier Mark Regev. «La posizione di Israele su Gerusalemme comunqueè molto chiara - aggiunge Regev - abbiamo sempre parlato di congelare solo gli insediamenti in Cisgiordania e non a Gerusalemme: su questo siamo sempre stati trasparenti».

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