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Informazione Corretta Rassegna Stampa
17.06.2010 Leviathan e Tamar cambiano i giochi geopolitici
di Danielle Sussmann

Testata: Informazione Corretta
Data: 17 giugno 2010
Pagina: 1
Autore: Danielle Sussmann
Titolo: «Leviathan e Tamar cambiano i giochi geopolitici»

Leviathan e Tamar cambiano i giochi geopolitici
di Danielle Sussmann

E’ proprio vero l’antico adagio “quando Dio chiude una porta, apre una finestra altrove”. E’ il caso della scoperta sensazionale fatta da Israele nelle sue acque interne, a margine del caso della flottiglia “pacifista” che ha attratto l’attenzione mondiale. L’episodio della Mavi Marmara ha portato alla condanna internazionale di Israele, ma soprattutto, l’aggressione turca ha peggiorato i rapporti di Israele con la Turchia, rapporti già compromessi dall’elezione di Recep Tayyp Erdogan che guida il suo Paese verso un sempre più radicale islamismo.
Una porta si è chiusa, ma una finestra si è aperta. Sorprendentemente, con una debole risonanza mediatica. Questa “finestra”, un gigantesco deposito di gas naturale chiamato Leviathan, 6,5 volte la dimensione di Tel Aviv, è stato trovato, a circa 100 miglia nautiche da dove il fiasco della flottiglia ha avuto luogo e completamente all’interno delle acque territoriali di Israele. Questa scoperta potrà garantire la sicurezza di Israele per il suo fabbisogno elettrico, facendolo diventare un importante esportatore di gas naturale e apporta di colpo un gettito di 300 miliardi di dollari – una volta e mezzo più del nazionale GDP -  all’economia israeliana, già una delle economie più floride del mondo. 
Fatto ancor più importante, è che la scoperta cambierà i giochi geopolitici. Per comprendere la magnitudine della scoperta, è necessario considerare quanto segue: la più grande scoperta mondiale di gas nel 2009, 238 miliardi di metri cubi, fu fatta da un consorzio US-israeliano in un luogo chiamato Tamar, a 60 miglia dalla costa di Haifa, in acque territoriali israeliane. Il vicino campo di Leviathan è stimato essere grande il doppio. Il bacino del Mediterraneo orientale a cui questi campi appartengono possono contenere una quantità di gas equivalente ad un quinto delle riserve di gas degli Stati Uniti. Per un piccolo paese come Israele una simile abbondanza non poteva arrivare in un momento migliore.
Ancora recentemente, Israele stava fronteggiando un problema energetico. La sua popolazione in  rapida crescita – oltre a quella arabo palestinese cui Israele fornisce elettricità – e il declino delle riserve egiziane, il suo maggior fornitore, richiedevano di identificare nuove risorse di gas per la produzione di energia elettrica. Un’alternativa era importare il gas russo dal Mar Caspio via Turchia. Per questo obiettivo, la Turchia ed Israele hanno negoziato la costruzione di un oleodotto sottomarino. Ma con il deteriorarsi delle loro relazioni, questa opzione è gradualmente diventata non fattibile. Un’altra opzione era quella di importare il gas dal Qatar, difficilmente affidabile come fornitore. Infine, una terza possibilità, la più costosa, era quella di costruire un terminale di gas naturale liquefatto, per importare il gas da diversi fornitori.
La scoperta di Tamar e di Leviathan ha risolto il problema: Israele non deve più importare gas naturale. Il suo dilemma, se mai, è decidere dove esportare l’eccesso e come concretizzare i vantaggi geopolitici che derivano dal suo nuovo status di esportatore energetico.
Geograficamente, il mercato naturale per Israele è rappresentato dall’Europa dove qualsiasi gas che non abbia origine russa è più che benvenuto. Ci sono tre modi per Israele per accedere al mercato. 1)  costruire un oleodotto con la Turchia, da cui il gas israeliano si congiunga con quello del Caspio per accedere all’Europa Centrale. Ma questa opzione non è al momento realizzabile considerati gli attuali rapporti tra Israele e Turchia. 2) In alternativa, e più fattibile, Israele potrebbe costruire un oleodotto che raggiunga la Grecia via Cipro, oppure 3) estrarlo sul terreno, liquefarlo ed esportarlo per nave in qualsiasi terminale europeo di gas liquefatto. In un simile scenario, non è l’Europa l’unico mercato potenziale. Una volta liquefatto, il gas israeliano potrebbe essere diretto in Cina, Corea del Sud, Giappone, Paesi che insieme consumano metà del LNG (Liquid Natural Gas-ndr) del mondo.
Fermandoci alle sole considerazioni geopolitiche, esportare il gas in India potrebbe essere di grande beneficio per Israele. Con centinaia di milioni di cittadini che vivono di povertà energetica, l’India ha necessità  urgente di affidabili fornitori di gas naturale. Un’opzione per questo Paese sarebbe congiungersi all’oleodotto irano-pakistano – il progetto prevede la connessione tra il Pakistan e il South Pars iraniano entro il 2014. Tuttavia, se l’India dovesse decidere di estendere il suo oleodotto, dipenderà dal gas iraniano per gli anni a venire, vanificando gli sforzi occidentali per indebolire economicamente l’Iran. In alternativa, se l’India decidesse di costruire un terminale LNG lungo la sua costa, potrebbe importare facilmente gas naturale da Israele come da altri esportatori quali il Qatar e l’Arabia Saudita. La creazione di un corridoio energetico tra Israele e il subcontinente indiano impegnerebbe Israele a retrocedere il suo oleodotto di 150 miglia, che fiancheggia il porto di Eilat sul Mar Rosso, verso il porto di Ashkelon nel Mediterraneo. Una volta che questo oleodotto sarà operativo, anche il gas russo e caspiano potranno raggiungere i mercati dell’Asia. Ironia della sorte, un simile corridoio energetico non potrà che avvantaggiare la Turchia che ora gode del suo status di ponte energetico tra Oriente ed Occidente. Il pedaggio di transito rappresenta un importante introito nell’economia turca. Negli anni a venire, Israle dovrà decidere se dirigere il suo gas in Asia o competere con la Turchia per l’accesso al mercato europeo del gas.

 (testo ripreso dall’articolo di Gal Luft)
Gal Luft is executive director of the Institute for the Analysis of Global Security, and co-author of "Turning Oil into Salt: Energy Independence through Fuel Choice" (BookSurge Publishing, 2009 ).


http://www.informazionecorretta.it/main.php?sez=90

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