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Lo dice anche il principe saudita Bin Salman: Khamenei è il nuovo Hitler


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Il Giornale-La Repubblica-IlSole24Ore Rassegna Stampa
05.06.2010 Israele Vs Terrore: Iran prepara la soluzione finale, Turchia si allea con Hamas
Gli articoli del Giornale, Vanna Vannuccini,Vittorio Da Rold

Testata:Il Giornale-La Repubblica-IlSole24Ore
Autore: Vanna Vannuccini,Vittorio Da Rold
Titolo: «Khamenei: Israele si sta avvicinando al suo destino finale-L'Iran minaccia lo Stato ebraico < se ci attacca sarà la sua fine>-Erdogan: Hamas non è un gruppo terrorista»

L'Iran sta preparando la sua "soluzione finale " per gli ebrei " sfuggiti a Auschwitz", come ha dichiarato un pacifista/terrorista a bordo della nave turca. Riprendiamo, oggi, 05/06/2010,  articoli dal GIORNALE, REPUBBLICA. Dal ILSOLE24ORE, la conferma che la Turchia è ormai passata dalla parte del fondamentalismo islamico.  Attendiamo le iniziative degli Stati che ci sforziamo di continuare a definire democratici.

Il Giornale- " Khamenei: Israele si sta avvicinando al suo destino finale "

 

Khamenei, la guida suprema

Teheran Il ventunesimo anniversario della morte dell’ayatollah Khomeini, fondatore della Repubblica islamica in Iran, ha fornito ai dirigenti della teocrazia tuttora al potere a Teheran l’occasione di aggredire verbalmente i loro nemici interni ed esterni. La Guida suprema iraniana, ayatollah Khamenei, successore di Khomeini, parlando davanti a una grande folla, si è dedicato a Israele. L’anziano e ormai fragile leader religioso ha sostenuto che lo Stato ebraico si sta avvicinando «al suo destino finale, ossia la sua caduta e sparizione». Khamenei ha inoltre ricordato le parole dello stesso Khomeini, secondo le quali Israele è «un tumore canceroso». Il recente attacco contro la flottiglia che portava aiuti a Gaza, ha aggiunto, conferma «la natura barbarica dei sionisti».
Il presidente Mahmud Ahmadinejad ha invece rivolto i suoi strali prevalentemente all’opposizione interna, protagonista per quasi un anno (dopo le contestatissime elezioni presidenziali “vinte” dallo stesso Ahmadinejad il 12 giugno 2009) di una rivolta contro la leadership integralista che ha portato l’Iran sull’orlo della guerra civile. Il capo dello Stato ha accusato i riformisti di fiancheggiare «i peggiori nemici» della Repubblica islamica e dell’ayatollah Khomeini. «Sarete eliminati» dal popolo, ha minacciato il presidente iraniano, davanti all’enorme folla riunita al mausoleo dell’ayatollah Khomeini, a sud di Teheran. Oggetto diretto di tali minacce è stato ieri Hassan Khomeini, nipote del defunto leader, di cui sono note le simpatie per i riformisti e il cui discorso è stato disturbato con slogan minacciosi che l’hanno costretto a lasciare il palco.
E mentre i suoi sostenitori, la parte più integralista della base politica del regime, urlavano i soliti slogan («Morte all’America, morte a Israele, Allah è grande») Ahmadinejad è tornato a difendere l’esito delle elezioni di un anno fa, contestate dall’opposizione: «Sono state libere al cento per cento, il governo iraniano è il più democratico al mondo e lo scorso anno ne abbiamo avuto la dimostrazione», ha detto. Il presidente iraniano ha colto l’occasione per lanciare un nuovo messaggio all’Occidente sul programma nucleare di Teheran: «Difenderemo i diritti della nostra nazione, anche se dovessero arrivare nuove sanzioni» da parte del Consiglio di sicurezza dell’Onu, ha assicurato.


La Repubblica-Vanna Vannuccini: " L'Iran minaccia lo Stato ebraico < se ci attacca sarà la sua fine> "

Successore di Hitler

«Gli oppressori sono arrivati alla fine del loro tempo. Con le loro mani provocano la loro rovina. L´attacco criminale dimostra che il sionismo è la nuova faccia, più spietata, del fascismo». Il leader Supremo Ali Khamenei non si è lasciato sfuggire l´occasione del malumore generale nei confronti del blitz israeliano in mare per tuonare contro lo Stato ebraico. Parlando davanti a una immensa folla radunata per il ventunesimo anniversario della morte di Khomeini, ha ricordato che il non riconoscimento di Israele era stato un punto chiave della dottrina di Stato di Khomeini che definiva lo Stato ebraico «un tumore canceroso». «Il regime sionista si avvicina al baratro della caduta finale», ha detto il leader supremo. E Ahmadinejad ha rincarato la dose con i suoi tipici toni beffardi: «Quando mi chiedono perché non dico più che il regime sionista deve essere eliminato è perché va a fondo da solo». «Presto - ha aggiunto - saranno organizzati migliaia di nuovi convogli che porteranno combattenti per la pace per smantellare il regime sionista e portare pace e libertà a tutta l´umanità. Ogni altra mossa aggressiva significherebbe la morte del regime sionista». Ai suoi sostenitori occidentali ha poi raccomandato: «È meglio per voi se smettete di sostenere il regime di occupazione sionista se volete avere ancora un futuro. Il mondo ride di voi. Credete davvero di poter tenere in vita il regime sionista? Chi lo appoggia merita di essere deferito a un tribunale per i crimini di guerra».
Il blitz israeliano non poteva succedere in un momento migliore per Khamenei e Ahmadinejad, proprio alla vigilia dell´anniversario delle elezioni contestate con cui Ahmadinejad fu riportato alla presidenza con un colpo di mano e i miliziani uscirono dal ministero dell´Interno per picchiare le folle che chiedevano dove fosse finito il loro voto. Il regime si è preparato all´anniversario come all´occasione definitiva per dare un colpo di spugna all´opposizione. Ha fatto venire a Teheran da tutto il paese due milioni di truppe paramilitari, rimandato in carcere i riformatori che erano stati temporaneamente rilasciati su cauzione, dato il via a controlli aggressivi sugli abiti delle donne e sui comportamenti "non islamici" di ragazzi e ragazze. «Vedremo la più imponente preghiera del Venerdì che ci sia mai stata», aveva detto alla vigilia un comandante dei pasdaran, annunciando che «cinque milioni di basiji si erano registrati per parteciparvi».
I due leader dell´opposizione, Moussavi e Karroubi, che avevano invano chiesto al ministero dell´Interno il permesso per una manifestazione pacifica, sono stati irrisi. A Karroubi, un hojatoleslam che era molto vicino a Khomeini, è stato perfino impedito l´accesso al mausoleo dove si teneva la cerimonia. Anche il nipote di Khomeini, Hassan, che come ogni anno ha preso la parola, è stato fischiato e interrotto dalla folla, perché come diversi membri della famiglia Khomeini, è vicino ai riformatori. Per chi non riconosce ancora il risultato delle elezioni, Ahmadinejad ha poi avuto esplicite minacce. «Saranno spazzati via dalla mano del popolo» ha detto, ribadendo che le elezioni sono state «libere al cento per cento».

 IlSole24Ore-Vittorio Da Rold: " Erdogan: Hamas non è un gruppo terrorista "


Fratelli gemelli

«Quelli di Hamas non sono terroristi, sono combattenti di una resistenza, difendono la loro terra. Hanno vinto le elezioni». Il premier Recep Tayyip Erdogan ha ribadito ieri - da Konya nella Turchia centrale, in diretta televisiva - il sostegno al movimento islamico palestinese che controlla la Striscia di Gaza, attaccando di nuovo Israele. «L'ho detto ai dirigenti americani, io non considero Hamas un'organizzazione terroristica. Oggi la penso ancora così. Loro difendono la loro terra», ha aggiunto il premier, le cui dichiarazioni sono state ritrasmesse dalla televisione turca.
La mossa del premier turco Erdogan, inserita in un discorso fortemente retorico, rappresenta l'ennesima scelta di campo antiisraeliana mentre il vice premier Bulent Arinc ha detto che la Turchia «potrebbe ridurre i rapporti con Israele al minimo» dopo la strage sulla nave battente bandiera turca degli attivisti pro Gaza.
Certo, secondo alcuni analisti la Turchia sta semplicemente riempiendo un vuoto di iniziative determinato dall'incapacità egiziana e saudita di essere propositivi.Si avvera così l'incubo di Kemal Ataturk, il fondatore della Turchia moderna, di vedere Ankara che scivola sempre di più nel turbine mediorientale, invece che ancorarsi all'Europa, una delle cause, a suo vedere, della crisi mortale che colpì l'impero ottomano.
Intanto ieri in diecimila hanno manifestato a Istanbul, lanciando slogan contro Israele e in favore di Hamas per protestare contro il raid israeliano su un convoglio umanitario marittimo a Gaza, che ha ucciso nove attivisti turchi. «Abbasso Israele!», «Vattene dalla Palestina!»,«Viva l'Intifada globale!» scandiva la folla sulla spianata della grande moschea di Beyazit, all'uscita della preghiera del venerdì.
I fedeli, che gridavano «Allah Akbar», e sventolavano le bandiere verdi dell'Islam e quelle turca e palestinese, hanno commemorato una delle nove vittime dell'abbordaggio di lunedì scorso contro la flottiglia internazionale.
Posizioni simili a quelle espresse da Teheran a cui la Turchia di Erdogan si avvicina sempre di più. Iran ieri scossa dalle divisioni interne in vista delle ricorrenza del 12 giugno, un anno dopo la contestata rilezione del presidente Mahamoud Ahmadinejad. Ieri a Teheran il nipote dell'ayatollah Ruhollah Khomeini, che nell'ultimo anno non ha nascosto la sua vicinanza ai riformisti dell'Onda verde, è stato fatto oggetto di una durissima contestazionedurantelacelebrazio-nedel21 ?anniversariodellamor-tedelpadredellaRepubblicaisla-mica, venendo zittito da gruppi di fondamentalisti che partecipavano a un raduno di centinaia di migliaia di persone.
Un segnale che le tensioni seguite alla rielezione di Ahmadinejad sono ancora lontane dal sopirsi, mentre l'opposizione cerca di riorganizzarsi per tornare in piazza il 12 giugno, primo anniversario della contestata consultazione.
La cerimonia di ieri, svoltasi nel mausoleo di Khomeini, a sud di Teheran, la cui custodia è ufficialmente riconosciuta al nipote Seyed Hassan, è stata segnata dai discorsi dello stesso Ahmadinejad e dalla Guida suprema, ayatollah Ali Khamenei, che hanno lanciato duri moniti ai leader dell'opposizione: l'ex premier Mir Houssein Moussavi e l'ex presidente del Parlamento, Mehdi Karroubi, nonché l'ex presidente riformista Mohammad Khatami.

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