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Corriere della Sera Rassegna Stampa
03.05.2010 L'Iran all'Onu per la tutela dei diritti delle donne? Una farsa imbarazzante
Ma fra i politici solo Fiamma Nirenstein protesta. Commento di Pierluigi Battista

Testata: Corriere della Sera
Data: 03 maggio 2010
Pagina: 35
Autore: Pierluigi Battista
Titolo: «L’Iran e le donne: follia 'con l’egida Onu'»

Riportiamo dal CORRIERE della SERA di oggi, 03/05/2010, a pag. 35, l'articolo di Pierluigi Battista dal titolo " L’Iran e le donne: follia 'con l’egida Onu' ".

Sullo stesso argomento, invitiamo a leggere la 'Cartolina da Eurabia di Ugo Volli' di questa mattina, pubblicata in altra pagina della rassegna


Pierluigi Battista            Fiamma Nirenstein

Il sollievo è durato solo qualche giorno. L'Iran aveva rinunciato a candidarsi al Consiglio dei diritti umani dell’Onu, sottraendo le Nazioni Unite all’ennesima brutta figura che ne avrebbe ulteriormente sfregiato la credibilità. Mai rilassarsi per il pericolo evitato. Perché dopo poche ore, abbiamo appreso che l'Iran farà sentire la sua competente voce nel Csw, La «Commission on status of women» deputata alla difesa e alla tutela dei diritti delle donne in tutto il mondo. Le vette inviolate della comicità suprema sarebbero così raggiunte di slancio, se questa inopinata promozione non fosse una tragedia, il seppellimento definitivo di ogni autorevolezza in un organismo internazionale nato per difendere i diritti dell'umanità e diventato vetrina di tutti i tiranni esibizionisti del mondo.

Chissà cosa dirà, questa commissione chiamata a difendere i diritti delle donne, a proposito della prigione di Gohar Dasht, nella città di Karaj, nel nord iraniano, dove è stata denunciata dal 2005 la scomparsa nel nulla di decine di detenute che si teme, secondo circostanziate denunce trapelate nel corso degli anni, siano state anche vittime di stupri e violenze inimmaginabili in un qualunque Paese civile. Chissà come gli attenti partecipanti ai lavori della Commissione (non) tempesteranno di domande il rappresentante di Teheran sull’appassionante discussione che elettrizza l'Iran su questo civile dilemma: bisogna seppellire le donne condannate alla lapidazione solo dalla cintola in già o immobilizzando tutto il corpo ad eccezione della testa? Chissà come accoglieranno le notizie che vengono dall’Iran. Sulle ragazzine costrette a sposarsi come fossero oggetti nelle mani del padre padrone e del futuro marito violentatore. Sul diritto che a Teheran prevede l'impossibilità per una donna di sporgere denuncia per le violenze subite senza avvalersi della testimonianza di ben quattro uomini. Sulla possibilità per i maschi di non essere condannati se uccidono la moglie in flagranza d'adulterio. Sulle percosse subite dalle donne colpevoli solo di non attenersi alle ingiunzioni del regime degli ayatollah. Chissà perché i governi del mondo non muovono un passo per salvare l’Onu dal ridicolo e dal patetico. Perché anche il governo italiano tace (tranne Fiamma Nirenstein, deputata Pdl) e tace anche l'opposizione, così verbosamente affezionata alla difesa dei diritti e sempre pronta a difendere qualunque azione purché «sotto l'egida dell’Onu». Chissà perché i rappresentanti delle democrazie all’Onu non decidono di salvare se non altro la decenza e la dignità di una bandiera gloriosa, come quella dei diritti umani, disertando tutti insieme questi organismi farseschi in cui chi umilia, massacra e calpesta le donne si permette di pavoneggiarsi con un omaggio formale ai diritti umani. Basterebbe poco: basterebbe alzarsi e andarsene e lasciare solo, in una stanza vuota, chi teorizza la lapidazione delle donne. Basterebbe, ma non accadrà, «sotto l'egida dell'Onu».

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