La polemica, di Giorgio Israel
"La Siria, un paese come un altro ? "
Giorgio Israel Giorgio Napolitano
Molto opportunamente Angelo Pezzana ha deprecato il fatto che il Presidente Napolitano abbia condannato i nuovi “insediamenti” israeliani senza dire una parola del terrorismo che colpisce Israele e che proprio in questi giorni si è riaffacciato con il lancio di Qassam. Nessuno dimentica le posizioni equilibrate assunte dal Presidente Napolitano sulla questione mediorientale, la sua condanna dell’antisionismo come forma di antisemitismo. Proprio per questo si resta alquanto stupiti e non soltanto per il riferimento agli insediamenti ma per il riferimento alla necessità della restituzione del Golan alla Siria senza neppure menzionare la necessità di un riconoscimento del diritto all’esistenza dello stato di Israele su cui la Siria non ha mai detto una sola parola chiara. Ma vorrei aggiungere qualcos’altro alle considerazioni di Pezzana. Come si può andare a visitare un paese retto da un regime come quello con lo stesso spirito e atteggiamento con cui si visiterebbe la Francia o la Repubblica Ceca? La Siria è retta da un regime dittatoriale, oppressivo, feroce, legato a doppio filo al grande network del terrorismo internazionale, il migliore alleato di quell’Iran che dichiara di voler distruggere Israele e diffonde un nuovo negazionismo antisemita in tutto il mondo. Come è possibile stringere la mano a un figuro di quel genere e, per giunta, parlare della Siria come di un modello di rispetto della diversità religiosa? L’unico paese che rispetta la diversità religiosa nella regione, in cui è possibile trovare una chiesa o una moschea accanto a una sinagoga, è Israele. È davvero una vicenda umiliante questa visita siriana fatta pronunciando parole che vanno molto al di là di una già avvilente ragion di stato.