Una lunga serie di email fra giornalisti. Le pubblichiamo per far conoscere ai nostri lettori quanto sia utile scrivere ai giornali.
I giornalisti sono Michael Sfaradi, che i nostri lettori ben conoscono, e Carlotta De Leo del Corriere della Sera.
Ecco la loro corrispondenza:
Difficile fare arrivare le razioni a Gaza. Il piccolo rischia di morire
La vita di Yahia è appesa a un filo. Di latte
Neonato palestinese salvato dal nutrimento speciale portato dalla Cri. Ma basterà soltanto per due mesi
ROMA - Yahia stringe forte il suo latte venuto dall’Italia. Ha quattro mesi, e la sua vita non è iniziata nel migliore dei modi. Vive in una modesta casa a Izbet Beit Hanoun, al nord della città di Gaza, vicino al confine di Eretz, zona sovrappopolata e bombardata più volte durante l'ultimo conflitto con Israele. I suoi genitori hanno presto scoperto la sua malattia: Yahia è affetto da un'anomalia che non gli permette d'assorbire né il latte materno né un semplice latte in polvere. Per vivere ha bisogno del Galactomin 19, che costa ben 80 euro a lattina. Impossibile trovarlo sul mercato nero della Striscia. Non riesce a procurarselo, attraverso canali ufficiali, nemmeno il ministero della Salute di Gaza.
SENZA LAVORO - Il padre, Ahmed Salam Abu Shabab, ha 28 anni ed è disoccupato come il 40 per cento degli abitanti di Gaza. La madre si occupa a tempo pieno del piccolo Yahia, primo figlio arrivato dopo una lunga attesa. Nelle loro condizioni, è impossibile comprare anche solo una lattina di Galactomin 19. E così ad Ahmed Salam è rimasto che fare un appello alle agenzie di stampa: «Aiutateci a salvare nostro figlio».
L'INTERVENTO DELLA CRI - A rispondere a questa richiesta di aiuto è stata per prima la Croce Rossa Italiana. Il giornale con l’appello di Ahmed Salam è capitato nelle mani del commissario straordinario della Cri, Francesco Rocca, che rientrato a Roma ha subito predisposto l’acquisto di 30 lattine di Galatomin 19, la scorta necessaria per circa due mesi. In Italia il prodotto costa circa la metà (40 euro), ma le operazioni di spedizione sono state lunghe e difficili. «Ci sono voluti quasi due mesi per consegnare il latte alla famiglia – racconta al telefono Gian Marco Onorato , capodelegazione della Cri in Israele e Palestina – perché occorrono permessi su permessi. Abbiamo dovuto coordinare l’intervento con il Comitato Internazionale di Croce Rossa e della Mezzaluna Rossa Palestinese». Quando gli operatori della Mezzaluna Rissa sono arrivati a casa Abu Shabab, hanno ricevuto il caloroso abbraccio della famiglia.
CORSA CONTRO IL TEMPO - La mamma, con il fazzoletto viola sui capelli, ha fatto fatica a tenere fermo il piccolo Yahia. Il padre, emozionato e composto, ha ringraziato più volte per il dono. Un regalo così grande che Ahmed Salam ha voluto condividere con altre tre famiglie nella sua stessa situazione che avevano chiesto aiuto al Ministero della Salute di Gaza. Un aiuto che, per ora, non è mai arrivato. «Il latte che abbiamo portato - spiega ancora Onorato – servirà a sfamare quattro bambini. Ma le scorte finiranno a breve e quindi già dalla prossima settimana ci metteremo di nuovo al lavoro per Yahia e gli altri». Forse la strada più semplice è quella di comprare il Galatomin 19 direttamente in Israele e aprire un canale per la fornitura ufficiale. I neonati hanno bisogno di questo prodotto almeno fino al primo anno di vita. «Ma è davvero difficile stabilire un contatto – aggiunge Onorato – visto che i Paesi europei non riconoscono il governo di Gaza. Per portare il latte, quindi, dovremo chiedere l’intervento dell’Autorità palestinese di Ramallah e i tempi si allungano. Giorni e mesi che Yahia e gli altri tre bambini non possono perdere.
Carlotta De Leo
Inviato: giovedì 4 marzo 2010 18.22
A: Corriere della Sera - Lettere e Idee
Oggetto: attenzione del direttore
Gentile direttore,
Questa notizia e' un falso.
I contatti medici fra la strisci di Gaza e Israele sono continui e sono decine le persone bisognose di cure che passano il confine entrano in Israele e vengono curate gratuitamente; basta fare un giro per le corsie degli ospedali Soroka Beer Sheva, Barzilai di Asquelon o di Ashdod per incontrare decine di ammalati che arrivano dalla striscia di Gaza.
Non e' possibile che barattoli di latte non possano essere acquistati in Israele e fatti arrivare nella striscia di Gaza a bordo di uno dei tanti camion carichi di tutto, che giornalmente passano il valico di Eretz.
O si tratta di una bufala o e' costruita ad arte per buttare altro fango su Israele, in fondo siamo nella settimana giusta no?
Attendo una sua cortese risposta
Michael Sfaradi
http://www.corriere.it/esteri/10_marzo_04/neonato-gaza-yahia-latte-croce-rossa-italiana_ff0cb3a6-27aa-11df-badf-00144f02aabe.shtml
giovedì 4 mar 2010 23:22
Gentile signor Sfaradi
sono Carlotta De Leo, la giornalista che ha scritto l'articolo sul piccolo Yahia.
La ringrazio per la sua lettera: apprezzo il confronto e, soprattutto su temi come questo, penso che si possa discutere proficuamente.
La fonte della notizia, come si evince dal pezzo, è la Croce Rossa. Prima di scrivere l'articolo ho parlato a lungo con Gian Marco Onorato, capo della delegazione della Croce Rossa Italiana in Israele e Palestina. E' stato lui che mi ha confermato che la famiglia di Yahia non ha il permesso per essere assistita negli ospedali israeliani. Come lei dice nella sua lettera, "sono decine" le persone che hanno questo permesso e Yahia non è tra questi.
Per quanto concerne la fornitura a Gaza, la situazione è complicata. Yahia ha bisogno non di un barattolo o di uno scatolone, ma di una fornitura di latte (almeno 180 barattoli all'anno) e la stessa cosa vale per gli altre 3 bambini che sono in lista (da mesi e senza alcun esito) con il ministero della Salute di Gaza. ogni barattolo costa 80 euro e quindi si tratta di un costo non indifferente. Per questa fornitura, quindi, servirebbe un accordo tra la Mezzaluna Rossa e il Maghen David Adom, mediato come sempre dal Comitato internazionale di Croce Rossa.
Non è facile arrivare nemmeno a un accordo politico con il ministero della Salute di Gaza che dovrebbe acquistare il latte in Israele . In questo caso il costo sarebbe sostenuto dalla comunità internazionale (in particolare dai paesi europei) ma non essendoci rapporti diplomatici con la Striscia,si dovrebbe passare attraverso l'Anp di Ramallah e i tempi si allungherebbero troppo.
Detto questo, spero davvero che si arrivi a un accordo che possa risolvere la situazione di Yahia e degli altri tre bambini di Gaza che hanno lo stesso problema.
Spero di averla rassicurata sul fatto che non vi sia da parte mia nessun intento di "buttare fango su Israele". Sono recentemente rientrata da un viaggio in Israele dove ho potuto conoscere da vicino tutto quanto quello che il Maghen David Adom fa per la popolazione, anche quella palestinese.
La saluto cordialmente
Carlotta De Leo
Il giorno 05 marzo 2010
Mi chiamo Michael Sfaradi e sono un giornalista israeliano quindi un suo collega,
Innanzitutto la ringrazio della risposta.
Vorrebbe soltanto dirmi chi non autorizza le famiglie dei bambini ad essere curate o a ricevere aiuti dalle autorità sanitarie israeliane?
Per me e' molto importante questo particolare, perché se si trattasse di difficoltà poste dalle autorità sanitarie israeliane mi attiverei immediatamente al fine di superarle.
Se invece sono le autorità che attualmente governano a Gaza e' bene capire di chi e' la responsabilità politica di tali difficoltà che, come giustamente dice lei, mettono in serio pericolo la vita di bambini malati.
Lei mi dice:
Per questa fornitura, quindi, servirebbe un accordo tra la Mezzaluna Rossa e il Maghen David Adom, mediato come sempre dal Comitato internazionale di Croce Rossa.
Ma non specifica che e' stata proprio la mezzaluna rossa che ha votato contro l'ammissione del maghen david adom alla croce rossa internazionale creando tutti questi problemi di ordine burocratico di cui, in questo caso, sono proprio le popolazioni arabe a dover subire le conseguenze.
Mi dice inoltre:
Sono recentemente rientrata da un viaggio in Israele dove ho potuto conoscere da vicino tutto quanto quello che il Maghen David Adom fa per la popolazione, anche quella palestinese.
Perché di questo non ne fa cenno sul suo articolo?
In attesa di una sua gentile risposta la saluto cordialmente.
Micahel Sfaradi
Venerdì, 5 mar 2010
Gentile signor Sfaradi
il mio pezzo riguardava il caso di Yahia segnalato dalla Croce Rossa italiana.
Non c'è una riga che riguardi il governo israeliano.
C'è invece, una critica al ministero della salute di Gaza che non ha ancora risolto il problema dei tre bambini in attesa di ricevere il latte speciale.
Il problema, come credo lei comprenda, è politico. E l'accordo per la fornitura, purtroppo, dovrà superare diversi ostacoli, anche burocratici. La Croce Rossa Italiana è coinvolta e può contattare il delegato sul posto, Gian Marco Onorato per collaborare attivamente alla soluzione del caso.
Infine, non ho parlato della mia visita in Israele perché il pezzo verteva su un altra questione.
Comunque sono in contatto con il Maghen David Adom e non mancheranno le occasioni di collaborazione.
Anzi, visto che lei è sul posto ed è così gentile, la invito a segnalarmi storie, eventi e quanto crede possa interessare questa testata. La ringrazio in anticipo
Carlotta De Leo
05 marzo 2010
Gentile Signora de Leo,
Voglio farle i miei complimenti per il fatto di rispondere alle critiche, pregio assai raro di questi tempi.
Se, come mi dice, lei sarà disponibile a pubblicare articoli che raccontino anche quanto fanno le autorità israeliane a favore della popolazione di Gaza, nonostante lo status di guerra, io sarò felicissimo di passarle le informazioni, le fonti, le eventuali fotografie ed anche dei pezzi scritti in esclusiva sul quale non chiederò alcun compenso.
Purtroppo la stampa italiana, e non solo, gioca a "nascondino" con l'informazione che arriva da Israele e dal medio oriente in generale falsando costantemente le notizie, anche quella della croce rossa ha un retrogusto amaro perché si lascia intendere che il latte non arriva, fra l'altro, a causa del blocco, mentre so per certo che questo non e' possibile.
Addirittura durante l'operazione PIOMBO FUSO, ero reporter di guerra da Sderot, Asquelon e dalla striscia di Gaza per la testata OPINIONE, c'era un corridoio umanitario che permetteva il passaggio di generi di prima necessità.
Mi chiedo come il dott: Gian Marco Onorato non riesca a caricare un paio di cartoni a settimana verso la striscia di Gaza considerando che si contano dai 40 ai 60 autotreni al giorno che transitano dal valico di Eretz, e come possa essere sopravvissuto un bambino piccolo per due mesi mentre attendeva la fornitura queste informazioni non stanno ne' in cielo ne' in terra.
Che la situazione sia grave lo sappiamo tutti, ma notizie come questa da lei riportata, sono sicuro della sua buona fede ma non della fonte, odorano di bruciato e vanno contestate proprio perché prive di fondamento.
5. Marzo 2010
Gentile Michael (tra giornalisti, come sai, ci si dà del tu)
segnalami pure quello che pensi possa interessare.
non posso parlare per tutta la stampa italiana (né posso farlo), ma il corriere si è sempre distinto per un atteggiamento neutro rispetto alle notizie.
Purtroppo, però, per quanto riguarda i pezzi firmati da te non posso fare nulla. Neanche se sono gratuiti. Il Corriere ha già i suoi corrispondenti da Gerusalemme. Ma qualora trovassi lo scoop del secolo.... :-)
Per quanto riguarda la fonte, la Croce Rossa è ritenuta super-attendibile anche da noi italiani che mettiamo in discussione tutto e tutti. Ho visto il loro lavoro sul campo e posso assicurarti che collaborano davvero bene sia con la Mezzaluna che con il Maghen David. Non a caso le parole d'ordine della Croce Rossa sono proprio indipendenza, neutralità e aiuto.
A presto
Carlotta
05 marzo 2010
Gentile Carlotta,
che le varie croci rosse collaborino e' fuori di dubbio, ma questa storia fa acqua da tutte le parti.
Sulla equidistanza e sull'attendibilità di certe notizie ci andrei più calmo.
Ti informo che domenica mattina mi mettero' in contatto con Il Maghen David Adom a Tel Aviv e mi informerò sul perché di difficoltà di questo tipo e perché e chi non ha autorizzato questi bambini a ricevere questo tipo di latte che, se non erro, viene prodotto o importato anche in Israele.
Interesserò le autorità preposte al passaggio dei beni di ogni tipo che dal valico di Eretz arrivano nella striscia di Gaza.
Poi ti passerò , tradotti in Italiano le risposte e le conclusioni in modo che tu possa riprendere la notizia per approfondirla ed esporla alle luce di quello cheti faro avere e che potrai tranquillamente controllare.
vale la pena sentire anche le altre parti e poi, se riusciamo a sbloccare la situazione e far arrivare il prodotto a chi serve, ci divideremo questa buona azione.
Buon fine settimana
Michael Sfaradi
Sabato, 6 mar 2010
Gentile Michael,
aspetto le tue notizie. Se si riuscisse a sboccare la situazione sarebbe davvero una buona partneship la nostra!
Ti chiederei di parlare anche con la Croce Rossa italiana.
Visto che più volte hai parlato di bufale, di puzza di bruciato mi piacerebbe che tu ti confrontassi anche con loro.
Se me lo consenti passerò i tuoi contatti a Onorato, il coordinatore locale, o all'ufficio stampa italiano.
Buon week end
Carlotta
Il giorno 07 marzo 2010
Carissima Carlotta,
Ho parlato con David Abadi, responsabile del Maghen David Adom Israel nella sezione che si occupa dei contatti con le altre croci rosse presenti nella regione.
Conosce personalmente il Commissario Straordinario della CRI, Francesco Rocca e il Capodelegazione della Croce Rossa Italiana Gian Marco Onorato e mi ha assicurato che non ha avuto nessuna richiesta e nessun contatto per la questione del latte Galactomin 19.
Non ha saputo dirmi se questo latte, o latte similare, esiste in Israele ma nel caso di una richiesta ufficiale da parte della CRI si sarebbe immediatamente mobilitato per aiutare i suoi colleghi alla ricerca di tutto ciò di cui hanno bisogno, come tra l'altro ha sempre fatto, ogni volta che ce n'e' stato bisogno.
Questo che le sto dicendo e' facilmente controllabile e sono a sua disposizione nel caso voglia sapere i numeri telefonici degli uffici del M.D.A. dove chiamare ed avere conferma di quello che le sto scrivendo.
Credo che sia giusto, a questo punto, che lei riprenda la notizia specificando questo particolare che non e' di poco conto e nell'occasione raccontare anche quanto il M.D.A, e il ministero della salute israeliano si adoperino per curare tutti coloro che dalla striscia di Gaza e dalla Cisgiordania hanno bisogno di assistenza sanitaria.
Sarebbe una buona occasione per far vedere ai vostri lettori il vero volto di Israele.
In attesa di un suo gentile riscontro
Cordiali saluti
Ciao Micheal
ti ringrazio per il tuo interessamento e per i tuoi suggerimenti ma quanto ho letto non credo rappresenti ancora una notizia.
Quando e se questo accordo di fornitura avverrà ne daremo certamente conto con molto piacere e citando, giustamente, l'interessamento del M. D. A. e le attività che svolge a favore della popolazione di Gaza. E, se me lo consentirai, vorrei citare anche il tuo interessamento al caso.
Domani fornirò i tuoi contatti a Gian Marco Onorato.
Speriamo che la soluzione possa essere trovata presto.
Ciao
Carlotta