Dove comincia la loro prepotenza finisce la nostra libertà Il processo a Geert Wilders nell'analisi di Piera Prister
Testata: Informazione Corretta Data: 24 gennaio 2010 Pagina: 1 Autore: Piera Prister Titolo: «Dove comincia la loro prepotenza finisce la nostra libertà»
dall'alto: Geert Wilders,Hirsi Ali, Theo Van Gogh, Pym Fortuyn
Il giorno 20 gennaio sono iniziate ad Amsterdam le udienze preliminari del processo eretico a Geert Wilders, accusato di diffamare l’Islam.
Un giorno nero per l’Olanda, il giorno della vergogna che vede sul banco degli imputati un uomo che come un leone difende il diritto alla liberta’ di parola, giudicato da una corte imbelle di pecoroni in toghe e parrucche che, forti del loro ruolo di giudici, punto su punto lo interrogheranno sui molti capi di imputazione scritti in un dossier di 70 pagine. E’ un processo politico orchestrato dalla sinistra che provochera’ in Olanda uno stragrande aumento di voti a favore di Wilders nelle prossime elezioni generali. L’anno scorso e’ toccato al caricaturista Gregorius Neckshot che di notte tempo fu svegliato da poliziotti e funzionari del Ministero di Giustizia e trascinato in prigione mentre gli perquisivano la casa e gli sequestravano il computer. Ora e’ il turno di Geert Wilders che coraggiosamente denuncia il processo di islamizzazione dell’Occidente e sul cui capo pende una minaccia di morte. Il parlamentare olandese e’ determinato a procedere, non ha paura dell’Islam che lo minaccia di una morte orrenda, ma e’ l’Islam che invece lo teme perche’ e’ un leader carismatico che nell’ambito della legaita’ si e’ messo di traverso per fermare l’avanzata integralista degli islamici.
E’ chiaro che la liberta’ di parola e di espressione sono sotto attacco assieme a tutte le altre liberta’ che sono il fondamento della civilta’ dell’Occidente. Ne e’ l’esempio piu’ assurdo questo processo a Wilders il cui surrealismo ci ricorda “Il Processo” di Kafka o anche il processo a Galileo che, convinto d’avere ragione anche dopo la sentenza di condanna del tribunale ecclesiastico, continuo’ a dire: ”Eppur si muove”. Le loro armi sono quelle dell’intelligenza, della parola, delle argomentazioni avverso le armi assassine delle bombe, della spada e dei roghi.
Chi liberamente esprime il proprio pensiero e’ messo sotto accusa, e’ intimidito, costretto a vivere sotto scorta o alla macchia; oppure finisce deturpato o con la gola tagliata o – cosi’ come vorrebbero uccidere Wilders- decapitato. Il paradosso e’ che la legge non lo protegge ma difende la marmaglia che non ha altre argomentazioni da opporre se non la minaccia di morte per poi passare dalle minacce ai fatti.
Largo all’Islam e guai a chi gli sbarra il passo. I giudici poi se la battono in ritirata e con loro la maesta’ della Legge. Ci si deve pure chiedere perche’di tutte le stragi, massacri e atti terroristici che non si contano piu’ ormai, recano tutti la firma dell’Islam. E allora si deve pure indagare e risalire alla fonte dell’indottrinamento di tante menti esaltate. Wilders lo ha fatto e ha identificato nel Corano e nella interpretazione che ne danno i falsi maestri nelle moschee e nelle madrasse l’origine dell’indottrinamento e dell’odio verso le altre religioni e verso la civilta’ occidentale. Non c’e’ ombra di dubbio che nelle scuole islamiche si coltivino potenziali killer. Come controllarle? L’Europa civile democratica e postmoderna arretra e l’Islam avanza con il suo sistema di leggi della Shariah che ci sta facendo fare un balzo all’indietro nel Medioevo, quando dominavano la paura e la repressione, la caccia alle streghe e i roghi. E anche i processi eretici infami a Galileo e a Giordano Bruno.
Dall’Europa con il processo a Wilders agli Stati Uniti dove il Metropolitan Museum ha cancellato le immagini di Maometto dalle pregiate opere d’arte, la paura dell’Islam s’allarga a macchia d’olio. Altro che rispetto per le altre civilta’. Sono loro che non rispettano la nostra. Visto che il rispetto per valere dovrebbe essere vicendevole. Geert Wilders e’ un deputato liberale conservatore, con un vasto consenso popolare che difende il diritto alla liberta’ di parola e d’espressione assieme al diritto di non aver paura di ritorsioni in un’Olanda in cui l’intimidazione e le minacce di morte stanno prevaricando e sono all’ordine del giorno. In questo caso la giustizia non difende chi e’ minacciato di morte ma coloro le cui azioni di ritorsione come il tagliare lingue e gole, gettare acido muriatico in faccia o benzina per poi appiccare fuoco, sono sotto gli occhi di tutti sul palcoscenico internazionale. Ricordiamo gli assassinii di Theo Van Gogh e di Pim Fortunyn e della condanna a morte a Hirsi Ali costretta a nascondersi. E’ di questi giorni la notizia che estremisti islamici a Parigi, fuori del teatro “Maison des Metallos” hanno cosparso di benzina e gettato una sigaretta accesa contro la drammaturga algerina Rayhana che per caso e’ sfuggita ad rogo. Da quando in qua i tribunali si sono messi a difendere i bulli avvolti in kefiah che innalzano striscioni che inneggiano alla violenza e alla morte! Non e’ giustizia questa e’ solo il suo travestimento. Questi fondamentalisti non solo compiono le malefatte, non solo costringono giornalisti, artisti, parlamentari, intellettuali ed esponenti religiosi ad una vita blindata ma vogliono l’accondiscendeza di tutti e anche le sentenze favorevoli delle Corti di Giustizia. E’ la solita farsa dei processi per diffamazione dove la civilta’ arretra e la barbarie avanza.
Purtroppo le cosi’ dette elites non sanno difendere i valori fondanti della nostra civilta’, danno solo man forte ai prepotenti che seminano il terrore e aumentano di numero. Gia’ dagli anni settanta i terroristi islamici hanno insanguinato l’Europa quando la sinistra al governo “flirtava amorosamente” con i Palestinesi. Quante stragi depistate ed insabbiate! E cosi’ si continua oggi. Perche’ nella storia dei popoli una democrazia come e’ nata potrebbe anche morire e cosi’ le nazioni, come nascono muoiono. Noi amiamo la democrazia garante delle nostre liberta’ individuali, quali il diritto di parlare, di scrivere, di dissentire e anche quello di informare e di far satira contro la disinformazione; amiamo la liberta’ di professare la nostra religione o anche di non professarla. Insomma amiamo il pluralismo e odiamo la sopraffazione e l’intimidazione. Che non ci vengano a dire come dobbiamo vestire, che cosa dobbiamo leggere e chi dobbiamo amare. Perche’ dove comincia la loro prepotenza finisce la nostra liberta’. Perche’ e’ certo che non ci piacerebbe avere come vicino di casa uno che considera il nostro cane impuro; e non ci sentiremmo sicuri se lo stesso vicino fosse anche un odiatore di ebrei che non tollerasse la nostra accensione delle candeline di Chanukah sul nostro davanzale, ci minacciasse anche di morte e ci gridasse in un folto corteo di esaltati di morire bruciati di nuovo nei forni, come e’ accaduto un anno fa ad Amsterdam come qui in America. O fosse anche un odiatore di cristiani vista la fine brutta che fanno nei paesi musulmani e visto anche che le stesse hostess sugli aerei non sono libere di portare al collo la catenina con la croce.
Siamo per la coesistenza con gli altri, civile e rispettosa delle regole della democrazia. Per questo sosteniamo Geert Wilders, come speriamo che lo sosterranno in massa gli Olandesi con il loro prossimo voto contro questa farsa di processo in cui si sono rovesciati i ruoli dell’imputato e dell’accusa, del perseguitato e dei persecutori. Piera Prister Bracaglia Morante