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Corriere della Sera Rassegna Stampa
21.01.2010 Iniziato il processo a Geert Wilders
Rischia fino a 16 mesi di reclusione per aver espresso un'opinione. Dov'è la libertà d'espressione?

Testata: Corriere della Sera
Data: 21 gennaio 2010
Pagina: 19
Autore: Luigi Offeddu
Titolo: «Processo al leader anti-Islam. L’Olanda si spacca sui diritti»

Riportiamo dal CORRIERE della SERA di oggi, 21/01/2010, a pag. 19, l'articolo di Luigi Offeddu dal titolo " Processo al leader anti-Islam. L’Olanda si spacca sui diritti ". Ci chiediamo quando i nostri media si accorgeranno che Wilders è un politico liberale e non di "estrema destra", come vuole la vulgata eurabica.


Geert Wilders

BRUXELLES — Davanti alle telecamere c'è una donna avvolta in una bandiera olandese, che grida: «Lui dice quello che tanti di noi pensano: che non vogliamo l'islamizzazione dell'Olanda. Non possiamo dirlo? Ma in Olanda non regnava la libertà di parola, un tempo?». E poi «lui», abito nero e ciuffo fiammante, impettito davanti al banco degli imputati, che scandisce: «Io dico solo la verità sull'Islam » . Cioè, stando alle sue espressioni degli ultimi anni: «la cultura musulmana è arretrata», «il Corano è come il Mein Kampf di Hitler», «Fermiamo lo tsunami dell'islamizzazione sull' Europa», «i giovanimarocchini sono violenti»; e varie altre dichiarazioni, in tutto un centinaio, apparse in articoli e interviste, comizi e anche film, come Fitna (Discordia), di cui l'uomo è stato regista.

Per tutte queste parole Geert Wilders, deputato, 46 anni, dal 2004 sotto scorta per le minacce ricevute da estremisti islamici, autoproclamatosi «combattente della libertà» e leader di quel Partito della Libertà che è ormai primo nei sondaggi olandesi, sta davanti ai giudici della Corte distrettuale di Amsterdam. È stato denunciato da decine di studenti e attivisti musulmani. Mentre 200 dei suoi sostenitori lo acclamano ora di fronte al tribunale. Se certe coseWilders le avesse detto in Parlamento, nelle sue funzioni di deputato, l'avrebbe protetto l'immunità. Però le ha dette fuori da lì. E poco importa — ha spiegato un alto magistrato l'altro ieri — se quella di Wilders sia o no «la verità sull' Islam»: per la legge, conta solo l'ipotesi di reato che può celarsi nelle sue frasi; e se sono, se erano illegali, anche se veritiere, pronunciarle non è consentito. Ecco dunque l'ipotesi di reato: incitamento all'odio, alla discriminazione, a comportamenti violenti contro un gruppo di persone, a causa della loro razza, religione, convinzioni, o anche a causa dei loro orientamenti sessuali o handicap psico-fisici. Articoli 137c e 137d del codice penale olandese, pena massima un anno di reclusione (16mesi se l'imputato è riconosciuto colpevole di entrambi i reati) e circa 10mila euro di multa.

In un primo momento, la magistratura locale aveva deciso per una sorta di non luogo a non procedere. Poi, sotto l'ondata delle denunce, si è giunti al processo. Wilders, già paragonato al danese Kurt Westergaard, il «caricaturista» di Maometto, taglia corto: «Dibattimento politico, caccia alle streghe. Chiamerò a testimoniare Mohammed Bouyeri, l'assassino di Theo van Gogh, come prova vivente del fatto che l'Islam ispira alla violenza».

PerWilders, un processo così è una prima assoluta. Ma anche per l'Olanda lo è. L'opinione pubblica è spaccata in due, in tre. Giornali e siti Internet ribollono dimessaggi contrapposti. Perché si discute di libertà d'espressione, nel Paese che se ne è sempre detto paladino. Perché quegli stessi articoli 137c e 137d furono per la prima volta abbozzati nel 1934, come argine contro la marea dell'antisemitismo fiammeggiante in Germania, e a protezione degli ebrei olandesi. Perché proprio agli ebrei olandesi, vittime di persecuzione in patria, gli avversari di Wilders paragonano gli immigrati musulmani del 2010. E perché, al contrario, chi appoggiaWilders considera questo paragone poco meno che blasfemo. Da uno dei tanti blog: «Vogliamo paragonare gli assassini delle Due Torri alle vittime dell'Olocausto? La libertà di parola di Geert è la nostra libertà». Ma da un altro, di un gruppo anti-razzista: «A Wilders non interessa la critica religiosa: no, solo la xenofobia».

Il caso varca l'Atlantico. Alle spese legali della difesa, avrebbe contribuito dagli Usa anche il Forum Medio Oriente, diretto dal politologo neocon Daniel Pipes, che definisce Wilders «l'europeo vivente più importante del nostro tempo, quello più in grado di fronteggiare la sfida islamica». Ieri, in un sondaggio, è stato chiesto al pubblico olandese: «è giusto processareWilders?». Per il 39,6% degli interpellati «no, è in gioco la libertà di espressione » ; per il 15,3%, «sì, ha violato la legge»; e per il 19,6% «sì, dev'essere processato perché ci sono dei limiti anche alla libertà di espressione».

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