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Corriere della Sera Rassegna Stampa
18.10.2009 Alla manifestazione anti razzismo di Roma uno striscione contro Israele
Alla notizia viene dato poco rilievo. Ci sono forme di razzismo meno gravi di altre?

Testata: Corriere della Sera
Data: 18 ottobre 2009
Pagina: 7
Autore: Alessandro Capponi
Titolo: «Corteo anti-razzismo a Roma: siamo in 200 mila»

Riportiamo dal CORRIERE della SERA di oggi, 18/10/2009, a pag. 7, l'articolo di Alessandro Capponi dal titolo "Corteo anti-razzismo a Roma: siamo in 200 mila".

Il fatto che in una manifestazione anti razzismo ci sia stato uno striscione che inneggiava al boicottaggio di Israele evidentemente viene giudicato una cosa normale, dal momento che nelle cronache dei quotidiani (fatta eccezione per quella del Corriere della Sera, che riportiamo in questa pagina) l'accaduto non viene menzionato. In ogni caso la manifestazione contro il razzismo è fallita, dal momento che incitava all'odio contro uno Stato e contro i suoi cittadini. Ecco l'articolo:

 Questo non è razzismo?!?

ROMA — C’è un bambino di cinque anni, la pelle bianca e i capelli castani, che stringe la mano della mamma e con l’altra solleva un piccolo cartello: «Io non ho paura dei colori». Lui e altre «duecentomila persone», secondo gli organizzatori, sfilano a Roma «contro il razzismo e contro il pacchetto sicurezza», ma anche «contro l’omofobia e ogni forma di di­scriminazione ». C’è uno striscione che rac­conta questa manifestazione: «Tutti uguali, tutti diversi, tutti insieme». Dicono che «nes­sun uomo è illegale», che «i rifiuti tossici non hanno confini, gli esseri umani sono clande­stini ». Citano il Vangelo, alcuni stendardi: «Ero straniero e mi avete accolto».
Per le strade del centro — il cielo cupo, il clima invernale — ci sono ragazze in gonna larga e bandiera della pace stretta in vita, me­talmeccanici neri col vessillo rosso della Fiom, famiglie, tre cinesi su un furgoncino bianco, tanti italiani coi palloncini dell’Arci, operai della Cgil, senegalesi con le mani nei guanti che sventolano piccoli canotti con la scritta «Maroni sui gommoni», le bandiere del «Veneto libero dal razzismo e dalla pau­ra ». Uno striscione: «Cristo è qui, quando ci sarà tutta la Chiesa?». Arrivano da Pordenone e da Lampedusa, dal Friuli e dalla Campania, dall’Umbria e dalla Toscana. A guardarli, non è difficile capire che molti arrivano da più lon­tano.
C’è anche spazio per la polemica politica, perché il governatore pugliese Nichi Vendola (Sinistra e Libertà) si sofferma sui molti epi­sodi di intolleranza accaduti nella Capitale e accusa: «Il capo della destra in questa città, Gianni Alemanno, esprime solidarietà alle vit­time dell’intolleranza ma i fantasmi del razzi­smo e dell’omofobia si sono liberati. Non ba­sta la solidarietà». La replica, affidata alle agenzie, è di Francesco Storace, La Destra: «Cosa vuole Vendola da Alemanno? Non gli bastano i danni fatti in Puglia dalla sua giun­ta? ». E il sindaco fa sapere che presto non sa­rà
così semplice sfilare in corteo: «Ho avoca­to a me tutte le autorizzazioni per il centro storico dopo le ultime manifestazioni. Stia­mo rivedendo il protocollo per garantire che le piazze principali vengano utilizzate sola­mente per le occasioni più importanti». Il se­gretario pd Dario Franceschini torna sugli epi­sodi di violenza: «Sono segnali molto preoc­cupanti. La destra dopo essersi riempita la bocca di tante parole blocca la legge sull’omo­fobia ». Sulla manifestazione: «È una bella pro­va di solidarietà e mobilitazione, segno che c’è una coscienza civile in questo Paese che reagisce contro ogni forma di razzismo». Il presidente dei Verdi, Angelo Bonelli: «Il go­verno ha costruito il proprio consenso ali­mentando paure contro gli immigrati». L’eu­rodeputato Rita Borsellino: «Sono passati vent’anni dalla prima manifestazione antiraz­zista e a distanza di così tanto tempo, oggi as­sistiamo a un’escalation di intolleranza. A fa­vorire questi rigurgiti d’odio, purtroppo, con­tribuiscono anche alcune politiche del gover­no Berlusconi». La manifestazione, alle sette della sera, passa sotto il Campidoglio, e lì ac­canto uno striscione chiede di «boicottare Israele». Non lo guarda il poeta e scrittore Mo­ni Ovadia: «A Roma molti gruppi di estrema destra, per il fatto che la destra governi, si sentono legittimati in comportamenti che al­tri governi della città non avrebbero consenti­to. Con questo non dico che l'amministrazio­ne solleciti la violenza. Da Alemanno è arriva­ta solidarietà per i recenti episodi di violenza, ma lui è in una formazione politica che ha componenti intolleranti e xenofobe. Uno dei pochi che prende le distanze è Fini». Di certo, dice il Nobel per la letteratura Dario Fo, «l’Ita­lia ha perduto qualcosa di straordinario, il suo Dna, cioè saper aiutare chi ha bisogno».

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