I due articoli che seguono, dal CORRIERE della SERA di oggi, 25/09/2009, a pag.8 quello di Giovanni Belardelli, e a pag.55 quello di Antonio Cairoti, ci danno l'esatta misura di quanto si sia incanaglita la democrazia nel nostro paese. Il commento di Belardelli è quanto mai opportuno nella sua durezza contro Odifreddi in difesa di Giorgio Israel, il quale ha l'enorme colpa di non pensarla come Odifreddi. Nè staremo a ribadire su quanto ha dichiarato il medesimo, parole che lo qualificano per quello che è, un tipo di quelli " chi non è d'accordo con me peste lo colga " di nazzariana memoria. Un individuo con il quale non vale nemmeno la pena di entrare in polemica, anche se ha scagliato contro a Israel la colpa di collaborare a Informazione Corretta ! Giorgio Israel è ben conosciuto dai nostri lettori, certamente un sionista, come lo sono tutte le persone per bene, per cui ci stupiremmo lo fosse Odifreddi. Ma è sulla dichiarazione del presidente del premio Mathesis che vorremmo dire la nostra, una frase volgare, che stupisce in bocca a un rappresentante della cultura quale dovrebbe essere il signor Franco Pastrone. C'è da rimanere allibiti a leggere quanto ha dichiarato su Giorgio Israel, il quale, a meno che non intervengano delle scuse ufficiali, inviate anche al Corriere, farà bene a mandarli a quel paese. Se questa è l'ottica con la quale il premio Mathesis viene attribuito, ricordiamo che è stato attribuito a Israel " malgrado la sua vicinanza alle posizioni del governo ", gradiremmo sapere chi finanzia il suddetto premio, per capire se il denaro è pubblico o privato. Nel primo caso è bene allora che che il finaziamento cessi al più presto, è scandaloso che venga usato con quei fini. Invitiamo i nostri lettori a scrivere al Corriere della Sera la loro vicinanza a Giorgio Israel, la cui statura morale è comunque troppo alta per essere colpito dagli schizzi di fango (eufemismo) usciti dalle fauci del duo Odifreddi-Pastrone.
Ecco i due articoli:
Giovanni Belardelli: " Odifreddi, Israel e il marchio della 'vicinanza la governo'
Che il matematico Piergiorgio Odifreddi abbia restituito il premio Peano avuto nel 2002 perché si è osato darlo quest’anno a Giorgio Israel, uno studioso che la pensa diversamente da lui, sembra un esempio di faziosità tanto gigantesco da non meritare alcun commento. Cosa mai si potrebbe obiettare, infatti, a chi imputa a qualcun altro di avere posizioni diverse dalle sue «in ambito politico, culturale e accademico» se non che costui non ha la più pallida idea di che cos’è la libertà di opinione? Cosa si potrebbe obiettare a chi considera come prova di un «pensiero fondamentalista» (questa la critica di Odifreddi a Israel) il fatto di aver collaborato con il ministro Gelmini?
La si condivida o meno, cosa c’entrerà mai la proposta sulla formazione e il reclutamento degli insegnanti elaborata da una commissione presieduta appunto da Israel con il fondamentalismo? Eppure, per quanto assurda, la lettera con cui Odifreddi ha restituito il premio ricevuto, le argomentazioni da lui usate, possono anche essere lette come la versione caricaturale e grottesca di posizioni e atteggiamenti, normalmente non confessati e non confessabili, che esistono in una parte del Paese.
Apprendiamo infatti da quel che ha dichiarato ad Antonio Carioti il presidente dell’Associazione Subalpina Mathesis, che conferisce il premio del quale stiamo parlando, che perplessità sulla eventuale vicinanza di Israel al governo vi erano effettivamente state. Questo da parte di un’associazione formata da docenti di matematica, che assegna il premio all’autore di un libro riguardante la matematica. Il che appare assai più grave delle squinternate considerazioni di Odifreddi. Più grave perché sembra indicare come quindici anni di bipolarismo concepito come una sorta di guerra civile fredda, fondata sulla delegittimazione degli avversari, abbiano fatto tracimare certi veleni anche in ambiti prettamente culturali. Fino al punto che qualcuno, dovendo valutare il libro scritto da un matematico, avrà forse chiesto, per placare le sue perplessità (come candidamente le chiama il presidente della Subalpina Mathesis), «ma davvero uno degli autori è vicino al governo»?
Antonio Cairoti: " Odifreddi; restituisco il premio "
Benché si occupino di freddi numeri, a volte i matematici nutrono passioni roventi. Un esempio è Piergiorgio Odifreddi, che ieri ha inviato all’Associazione Subalpina Mathesis di Torino una lettera formale nei toni, ma molto dura nella sostanza, per restituire il premio Peano, assegnatogli da quella istituzione nel 2002 per il libro C’era una volta un paradosso ( Einaudi).
La ragione è che Odifreddi non intende figurare nell’albo d’oro del premio (riservato a «libri di argomento matematico accessibili ad un pubblico non specializzato » e intitolato al grande scienziato Giuseppe Peano) insieme a un collega che considera portatore di «un pensiero fondamentalista». Si tratta di Giorgio Israel, al quale il riconoscimento è stato appena conferito per il saggio Il mondo come gioco matematico (Bollati Boringhieri), scritto con la moglie Ana Maria Millan Gasca e dedicato alla figura del grande studioso ebreo ungherese (poi rifugiato negli Usa e naturalizzato americano) John von Neumann.
Eppure di recente Odifreddi ha solidarizzato con Israel, consigliere del ministro dell’Istruzione Maristella Gelmini, per i minacciosi attacchi che gli sono stati rivolti sul Web. «È molto grave che sia stato definito 'puparo ebreo' e paragonato a Marco Biagi, ma non gradisco essere accomunato a lui in nessun modo », spiega Odifreddi al «Corriere».
Il nodo, oltre alla collaborazione con il governo, riguarda le posizioni politico- culturali di Israel: «È il tipico ex comunista ora collocato all’estremo opposto: si pensi al sionismo oltranzista dei suoi interventi sul sito Informazionecorretta. com. Considero inoltre deleteria l’attuale linea ministeriale, alla quale ha direttamente contribuito. E anche gli attacchi che ha sferrato alla divulgazione scientifica e al Festival della matematica erano inaccettabili».
Alla notizia Israel rimane stupito: «Non condivido nulla delle idee di Odifreddi. Ritengo che la sua polemica antireligiosa sia inconsistente e scandalistica. Ma non ho avuto problemi a scrivere un contributo per un libro in stampa che include un testo firmato da lui. Se vuol ritirare anche quello, si accomodi. Io non lo farò. Credo che anche il dissenso più aspro non debba pregiudicare il confronto civile. Questa trovata è talmente assurda che ogni commento è superfluo. Ma non diceva di essere laico? » .
A sua volta il presidente di Subalpina Mathesis, Franco Pastrone, non nega che la vicinanza di Israel al governo abbia suscitato perplessità nella giuria: «Avremmo preferito dare il premio alla scrittrice giapponese Yoko Ogawa per il libro La formula del professore (Il Saggiatore), ma lei ci ha fatto sapere che non sarebbe venuta a ritirarlo. Comunque il saggio di Israel e Millan Gasca è molto valido sotto il profilo scientifico: si tratta di una biografia di von Neumann con importanti riferimenti alla matematica. Francamente mi pare che Odifreddi voglia soprattutto farsi pubblicità » .
In realtà i dubbi sollevati con la lettera riguardano anche il libro: «Innanzitutto — nota Odifreddi — non è un volume uscito nel 2008, come prevede il regolamento del premio, ma la riedizione di un testo edito nel 1995. E poi esalta la figura di von Neumann in modo acritico, senza avanzare alcuna riserva sul suo apporto all’invenzione della bomba atomica e sul suo bellicoso appoggio al riarmo nucleare americano. Era il tipico scienziato che mette il suo genio al servizio del potere: non certo un personaggio da cui prendere esempio oggi, mentre si fa sempre più stretta la dipendenza della ricerca dalle esigenze dell’industria bellica. Io guardo piuttosto al fisico pacifista Joseph Rotblatt».
Pastrone rigetta la prima obiezione: «Il libro è uscito nel 2008 e si tratta di un lavoro molto ampliato rispetto alla versione del 1995. Comunque nel regolamento non c’è scritto da nessuna parte che il premio debba andare a una prima edizione » .
Israel replica sul secondo punto: «Odifreddi detesta von Neumann, lo considera un guerrafondaio pazzo. Von Neumann era anticomunista, ma è di pessimo gusto considerare la sua morte per cancro, come ha fatto Odifreddi, un 'contrappasso' per la colpa di aver lavorato al centro atomico di Los Alamos. La storia della scienza si fa razionalmente e non lanciando maledizioni. Ma è fuori luogo entrare nel merito, visto che si è scelta la via dell’anatema. Pertanto non aggiungo altro su questa squallida vicenda che, ripeto, si commenta da sola».
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