Tre notizie, dal FOGLIO di oggi 19/09/2009, a pag.2, il boicottaggio del sindacato inglese verso Israele. Non ci risulta che i colleghi italiani si siano espressi sui loro colleghi ingelsi. Condividono ? Non condividono ? Finora silenzio assoluto, e chi tace acconsente, recita il detto. Dall'ANSA il parere dell'esimio signor El Baradei, che al solito confonde dittatura con democrazia, non fa un tubo per controllare l'Iran e la sua bomba, ma vuole ficcare il naso negli affari di Israele, che, se anche l'avesse, non ha mai detto di volerla usare contro nessuno. Dal che si deduce che l'uso è previsto solo per difesa. Dall'OPINIONE il commento di Giorgio Bastiani sull'argomento.
Il Foglio-Il sindacato inglese boicotta le merci di Israele
Roma. La principale confederazione sindacale britannica, con i suoi sette milioni di iscritti, ha approvato il boicottaggio d’Israele nella conferenza annuale di Liverpool. Il Trade Union Congress ha chiesto anche la “revisione” dei legami con il sindacato israeliano Histadrut per non aver condannato l’operazione Piombo fuso dello scorso gennaio. “Continueremo a fare pressione sull’Histadrut a proposito dell’occupazione, il muro di separazione, i posti di blocco e gli insediamenti illegali”, recita il comunicato ufficiale. Anche la principale associazione sindacale di vigili del fuoco britannica, la Fire Brigades Union, ha votato per boicottare Israele e ha chiesto al governo di Sua Maestà di adottare “misure serie” contro lo stato ebraico, dall’embargo sul commercio di armi al blocco delle importazioni dei beni prodotti in Cisgiordania fino alla sospensione degli accordi commerciali preferenziali tra l’Ue e Israele. La decisione inglese è la più grave da quando questa estate la Federazione internazionale dei giornalisti, il più grande e antico sindacato della stampa, ha espulso la branca israeliana affiliata all’associazione. Hanno già boicottato o espulso Israele la più grande organizzazione inglese di insegnanti, il sindacato nazionale dei giornalisti britannici, degli architetti e la chiesa anglicana. Il voto di Liverpool avrà una forte ricaduta sull’economia israeliana. “Il ventuno per cento di esportatori dice di incontrare problemi nel vendere prodotti israeliani a causa del boicottaggio in Inghilterra”, dice Yair Rotoli della commissione israeliana per il Commercio estero. (gm)
Ansa- Aiea bacchetta Israele
» 2009-09-18 23:07 |
Nucleare: Aiea bacchetta Israele |
Aderisca a Tnp e apra a ispettori. Tel Aviv: non coopereremo |
(ANSA) - VIENNA, 18 SET - L'Aiea chiede a Israele di aderire al Trattato di non proliferazione nucleare e di aprire tutti i suoi siti nucleari alle ispezioni. La risoluzione dell'Agenzia internazionale per l'energia atomica e' stata sponsorizzata dai Paesi arabi e sostenuta da Russia e Cina. Dura la reazione di Israele. 'Non coopereremo in alcun modo con questa risoluzione il cui unico scopo e' esacerbare le ostilita' politiche', ha detto il vice-direttore della commissione per l'energia atomica David Danieli. |
L'Opinione- Giorgio Bastiani: " L'Aiea non vuole che Israele si difenda "
L’Aiea non vuole che Israele si difenda di Giorgio Bastiani Il giorno dopo la pubblicazione del rapporto Onu sui crimini israeliani a Gaza, il ministro degli Esteri di Gerusalemme, Avigdor Liebermann, aveva parlato di un “attacco diplomatico premeditato e ben coordinato” ai danni dello Stato ebraico. Che l’Onu sia sempre stato propenso a condannare l'unica democrazia del Medio Oriente è sotto gli occhi di tutti: basta contare il numero delle risoluzioni contro il governo israeliano per rendersene conto. Ma ieri è arrivata una prima prova che dimostra come il discorso di Liebermann sull’attacco diplomatico fosse fondato. Tre giorni dopo il rapporto Goldstone su Gaza, proprio mentre in Iran si celebrava la giornata per la “liberazione” della Palestina da Israele, mentre Ahmadinejad pronunciava il suo ennesimo attacco allo Stato sionista e alla memoria dell’Olocausto, per la prima volta in quasi 20 anni, l’Agenzia internazionale per l’energia atomica (Aiea) approvava una risoluzione “storica”. In pratica l’Aiea chiede a Israele di aderire al Trattato di non proliferazione nucleare (Tnp) e di aprire tutti i suoi siti nucleari alle ispezioni dell’Aiea. Una richiesta analoga alle condizioni di armistizio imposte a Saddam Hussein dopo la sua sconfitta in Kuwait nel 1991. La risoluzione, sponsorizzata dai Paesi arabi e sostenuta dalla Russia e dalla Cina, chiede al direttore generale dell’Aiea Mohamed El Baradei di occuparsi della questione. La risoluzione, passata con uno stretto margine, 49 voti a favore, 45 contrari e 16 astensioni, è stata approvata nel corso della conferenza annuale degli Stati membri dell’agenzia dell’Onu a Vienna. Dura la reazione di Israele. “Non coopereremo in alcun modo con questa risoluzione il cui unico scopo è esacerbare le ostilità politiche e acuire le linee di divisione in Medio Oriente”, ha detto il vice-direttore della commissione per l’energia atomica David Danieli. Comprensibilmente soddisfatto invece l’ambasciatore iraniano presso l’Aiea, Ali Asghar Soltanieh: “E’ un’ottima notizia e un trionfo per la nazione palestinese oppressa”. Una frase retorica che può essere letta anche come: “è una premessa per la distruzione di Israele e la nascita, al posto suo, di una nazione palestinese”. Perché, se negli ultimi 36 anni Israele è riuscita a dissuadere gli Stati arabi da lanciare una nuova guerra per la sua distruzione, lo deve unicamente alla sua minaccia nucleare nascosta. Non dichiarando il possesso di bombe atomiche, ma lasciando intendere di averne a sufficienza, lo Stato ebraico ha potuto mantenere un deterrente. Ha fatto capire a Siria, Egitto, Libia e Iran che a un nuovo tentativo di invadere il territorio israeliano (come avvenne per l’ultima volta nel 1973) può seguire una risposta nucleare. Senza deterrente, Israele è solo un piccolo Stato democratico con cinque milioni e mezzo di abitanti circondato da centinaia di milioni di musulmani ostili alla sua esistenza. Finora è riuscito a difendersi quasi miracolosamente. In futuro è possibile che i miracoli non si ripetano.
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