Il blog antisemita continua la campagna diffamatoria di Giorgio Israel Non è possibile sottovalutare queste minacce, nè 'fare spallucce'
Testata:L'Opinione - Il Foglio - Corriere della Sera Autore: Michael Sfaradi - La redazione del Foglio - Gian Antonio Stella Titolo: «Pogrom mediatico - Dàgli all’ebreo- Libertà (troppa) di spazzatura online»
Riportiamo dall'OPINIONE di oggi, 16/09/2009, l'articolo di Michael Sfaradi dal titolo " Pogrom Mediatico ". Dal FOGLIO, a pag. 2, l'articolo dal titolo " Dàgli all’ebreo ". Dal CORRIERE della SERA, a pag. 41, l'articolo di Gian Antonio Stella dal titolo " Libertà (troppa) di spazzatura online " preceduto dal nostro commento.
Il blog don Chisciotte ha cancellato il post che conteneva le minacce a Giorgio Israel per sostituirlo con quest'altro messaggio:
Oggi, il Corriere di Sion (ex Corriere della Sera), noto strumento di disinformazione giudaica al servizio dell'entità criminale sionista, tramite la batteria di militanti sionisti, pennivendoli dell'informazione israelita, Ostellino, Panebianco e Battista, dopo aver creato una notizia dal nulla, evidenziando una critica effettuata da un utente di questo forum al noto ideologo sterminazionista dei Palestinesi, G. Israel, promuove un ulteriore attacco alla libertà del web, chiedendo la censura di ogni opinione contraria al pensiero unico giudaico che ammorba questo paese e di cui il Corriere è il principale promotore, noto per essere, da sempre al servizio dei grandi poteri...
Giorgio Israel ora è definito " noto ideologo sterminazionista dei Palestinesi ". Le accuse velenose che il blog continua a lanciare a Giorgio Israel sono inaccettabili e non possono essere sottovalutate. L'antisemitismo e la violenza dell'utente del blog, nemmeno.
Ecco gli articoli:
L'OPINIONE - Michael Sfaradi : " Pogrom Mediatico "
Michael Sfaradi
Il 9 febbraio del 2008 pubblicai su l'Opinione, un articolo che si intitolava "Alza rsi una mattina" dove denunciavo la messa in rete di un elenco di docenti universitari di religione ebraica. Si trattò di un pogrom mediatico ai danni di chi dedica la vita all'insegnamento ed alla preparazione dei giovani. Ci furono allora pareri contrastanti sul come comportarsi davanti ad una situazione come quella: da una parte c'era chi pensava che si trattasse unicamente delle esternazioni di pochi cretini senza seguito, e dall'altra chi, come me, pensava di trovarsi davanti ad un fatto grave che andava denunciato con forza visto che la possibilità che si trattasse della punta di un iceberg al veleno era troppo alta. Purtroppo avevamo ragione; i cretini si sono rifatti vivi e sono andati a minacciare il professor Giorgio Israel, ordinario presso il Dipartimento di matematica dell'Università di Roma "La Sapienza" e consulente del ministero dell'istruzione. Uno dei messaggi scoperti in rete era il seguente: "La Gelmini a questa riforma sta dando solamente il nome e la faccia. In realtà, l'artefice dietro le quinte, il puparo, è l'ebreo Giorgio Israel. Come lo era Biagi, il riformatore della legge del lavoro, come lo è quel nano malefico di Brunetta." L'atto di antisemitismo sta nel fatto che Giorgio Israel non è chiamato Professore o consulente ministeriale, ma il puparo, l'ebreo, e si sa che qu esta, come altre parole, vengono spesso usate in senso dispregiativo. Se consideriamo poi la fine del povero professor Biagi la minaccia alla sua incolumità fisica c'è ed è palese. Quindi non ci stupiremo se nei prossimi giorni anche lui sarà costretto ad uscire accompagnato da una scorta. Il professor Israel ha tenuto a precisare che la commissione di cui fa parte non si è mai occupata di precariato né del reclutamento dei docenti. Il loro compito era e rimane la formazione dei professori. In una nazione come l'Italia dove attualmente la maggioranza e l'opposizione non riescono a mettersi d'accordo neanche sul giorno e sulla notte, dove accuse a tutto campo e colpi sotto la cintura riempiono da mesi le pagine dei giornali, dove dati ed informazioni vengono sistematicamente confusi, smentiti, e riconfermati creando una situazione di caos completo, è facile, anche troppo, soffiare sul fuoco dell'insofferenza e dell'insoddisfazione da parte di coloro che seguono il metodo del "tanto peggio tanto meglio". È chiaro che nella scuola e nelle università la riforma è mal digerita e l'andazzo e gli sperperi del passato a qualcuno, probabilmente, facevano comodo. Se però da molti anni ci sono precari non se ne può dare, oggettivamente, la responsabilità ad una riforma che ancora non è stata attuata. Siamo sicuri, pertanto, che si è trattato solo di una scusa per "giustificare" un nuovo attacco antisemita, come quelli, e sono tanti, che si sono presentati nelle varie manifestazion i degli ultimi anni mascherati da antisionismo o da pacifismo militante.
Il FOGLIO - " Dàgli all’ebreo"
Giorgio Israel
Roma. “Chi è Giorgio Israel che a quanto pare è il vero autore della Riforma Gelmini che sta sconvolgendo la vita a diecine (sic) di migliaia di famiglie?”. Risposta: “Ti è venuto il prurito a leggerne il cognome?”. Altra risposta: “La Gelmini a questa riforma sta dando solamente il nome e la faccia. In realtà, l’artefice dietro le quinte di essa, il puparo, è l’ebreo Giorgio Israel. Come lo era Biagi, il riformatore della legge del lavoro, come lo è quel nano malefico di Brunetta”. E ancora: “Mi chiedo a che titolo uno che insegna come insegnare e pubblicizzare la shoah faccia parte anche della commissione che sta dietro alla riforma Gelmini”. Prove tecniche di mostrificazione e di incitamento all’odio vanno in rete sul blog metaforum. it, linkato dal sito comedonchisciotte. org, i cui forum sono assiduamente frequentati da antisemiti senza vergogna e da personaggi convinti che Biagi, il giuslavorista ammazzato dalle Brigate Rosse nel 2002, in fondo, se l’era cercata. Lì, da giorni, rimbalzano post come quelli sopra riportati, in un forum dedicato al precariato nella scuola Il destinatario delle attenzioni, la cui firma è ben conosciuta dai lettori del Foglio, è ordinario di Storia della matematica alla Sapienza di Roma, è da sempre impegnato contro vecchi e nuovi antisemitismi, ed è consulente del ministero dell’Istruzione per il capitolo della formazione dei docenti. Peccati gravissimi, praticamente mortali, per chi lo associa sinistramente nel disprezzo al professor Marco Biagi, a sua volta colpevole di aver lavorato alla riforma del mercato del lavoro. E la mostrificazione funziona alla grande, se ieri, sul blog di Israel, arrivavano messaggi come questo: “Ci racconti esattamente quale è il suo ruolo nella riforma invece di frignare se qualcuno la critica. Lei insegna anche al master didattica della shoah, cioè formare i docenti per inculcare nella maniera piu efficace agli studenti verità e menzogne sulla presunta shoah. Il suo ruolo nella riforma scolastica non lo conosco (forse segnalare i professori che hanno frequentato il master shoatico?) ma il master in didattica della shoah è sicuramente un corso per PUPARI EBREI”. La Digos ha confermato a Giorgio Israel che l’attenzione nei suoi confronti, da parte di alcuni forum di area no global, c’era già, e da tempo. Al Foglio, il professore dice che “le cose purtroppo funzionano così: nascono in sordina, magari rubricate come sciocchezze, e poi degenerano e fanno danni irreparabili. Quello che mi sta succedendo da un lato non mi stupisce, perché in questo paese c’è un coefficiente di violenza fortissimo e quasi sempre sottovalutato. D’altra parte, però, l’idea che si debbano trovare capri espiatori per scaricare l’ira dei precari è una cosa che continua ad apparirmi assurda. Forse è semplicemente il segnale di una impotenza politica radicale della sinistra. Lo testimonia la versione della mia vicenda che ha dato ieri Repubblica. La quale non trova di meglio che raccontare come ‘la Gelmini non perde l’occasione per cogliere un’appetitosa chance offerta da un cretino che ha spedito un messaggio al sito Internet www.comedonchisciotte.org’. Il giornalista di Repubblica continua poi con una serie di inesattezze, a partire da come riporta il testo del messaggio di minaccia. Il fatto è che i precari, in questo momento, sono un fronte antigovernativo e c’è interessa a soffiare sul fuoco. Mi mandano messaggi in cui vengo accusato di far piangere ‘migliaia di famiglie’. E’ una tecnica da propaganda nazista, ed è la stessa tecnica infame usata contro Marco Biagi, additato come l’inventore del lavoro precario. Bugie e infamia diventano ovvietà, diventano una vox populi incontrollata (in realtà montata ad arte) per inventare mostri e vittime designate”. Ieri, comunque, a Israel, tra i tanti messaggi di solidarietà, sono arrivati “quello del responsabile scuola Pd della Lombardia”, che lo ha contattato personalmente, e soprattutto quello del responsabile educazione del Partito democratico, Giuseppe Fioroni, il quale ha ricordato che Israel aveva collaborato anche con il precedente governo (nel quale Fioroni era ministro dell’Istruzione). Tra i molti attestati di solidarietà a Israel, c’è anche quello del rettore della sua Università, Luigi Frati: “Israel è un intellettuale non allineato con nessuno, che esprime giudizi autonomi dicendo quello che pensa, sia quando interviene sulle posizioni di Papa Ratzinger sia quando difende la scuola come insostituibile strumento di promozione sociale. Israel – conclude Frati – ritiene che per insegnare matematica, oltre che di pedagogia, bisogna sapere di matematica. E’ una colpa? Lo dice anche il ministro Maria Stella Gelmini? In realtà lo dice il mondo intero”.
CORRIERE della SERA - Gian Antonio Stella : " Libertà (troppa) di spazzatura online "
Non condividiamo le parole di Gian Antonio Stella quando scrive : " c’è da sperare che Giorgio Israel (...)non se la prenda troppo per quelle scritte idiote e razziste apparse in un blog (...) il professor Israel ha buoni motivi per fare spallucce. ". Le minacce antisemite rivolte a Giorgio Israel non vanno prese alla leggera. Non si può "fare spallucce" quando si riceve una minaccia di morte. Ecco l'articolo:
Gian Antonio Stella
Raglio d’asino non sale al cielo, dice un vecchio adagio. E c’è da sperare che Giorgio Israel, docente di matematica alla Sapienza di Roma, autore di numerosi libri e centinaia di articoli scientifici e collaboratore di Mariastella Gelmini non se la prenda troppo per quelle scritte idiote e razziste apparse in un blog. Incassata la solidarietà non solo del ministro dell’Istruzione ma di tanta gente che magari non condivide né lo spirito né la lettera della riforma ma trova insopportabile quell’infamia online («La Gelmini a questa riforma sta dando solamente il nome e la faccia. In realtà, l’artefice dietro le quinte di essa, il puparo, è l’ebreo Giorgio Israel. Come lo era Biagi, il riformatore della legge del lavoro, come lo è quel nano malefico di Brunetta»), il professor Israel ha buoni motivi per fare spallucce. La rete, proprio perché è lo spazio più libero e sconfinato e anarchico che esista, è piena e strapiena di documenti straordinari e insieme di spazzatura. Ci trovi le encicliche papali in edizione integrale, i manuali d’uso del fucile Carcano- Mannlicher del 1891, le cronache medievali di Rodolfo il Glabro, le più raffinate riviste di scienze e insieme notizie pazze come quella raccontata da un giornale congolese secondo il quale alcuni anni fa, in seguito al malocchio di uno stregone, tutti e undici i membri di una squadra di calcio congolese, dal portiere all’ala sinistra, furono uccisi da un un fulmine che lasciò illesi i giocatori della squadra avversaria. La sparata contro Israel, tuttavia, è solo l’ultimo segnale di un problema vero. Come può dimostrare il lavoro di monitoraggio quotidiano del Centro di Documentazione Ebraica Contemporanea, Internet è diventata anche in Italia la zona franca in cui si possono sfogare tutti i peggiori istinti razzisti che ribolliscono nella sentina della società. Contro i negri, i terroni, gli handicappati, i marocchini, gli albanesi, i finocchi, gli «altri »... Il sociologo Antonio Roversi, nel libro «L’odio in rete » scritto poco prima di morire, aveva capito tutto: il lato oscuro del Web «è popolato da individui e gruppi che, pur nella diversità di accenti e idiomi utilizzati, parlano tutti, salvo qualche rara ma importante eccezione, il linguaggio della violenza, della sopraffazione dell’annientamento nei confronti di altri esseri umani. Dietro quelle pagine web ci sono uomini e donne che nutrono un sentimento antico che si pensava prosciugato dal processo di civilizzazione o quantomeno relegato in qualche nicchia inoffensiva e nostalgica del nostro pianeta, ma che invece si è riaffacciato con un’intensità per certi versi sorprendente ». Lo scriveva tre anni fa. E le cose sono perfino peggiorate. Tema: niente «ronde» (informatiche) per beccare i razzisti in rete?
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