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Corriere della Sera Rassegna Stampa
25.07.2009 A Londra, città meticcia, arriva il delitto d'onore
Lo racconta Maria Serena Natale

Testata: Corriere della Sera
Data: 25 luglio 2009
Pagina: 1
Autore: Maria Serena Natale
Titolo: «Ridotto in fin di vita con l'acido, delitto d'onore a Londra»

Grazie a Eurabia ritorna il < delitto d'onore > anche in Inghilterra. Lo nracconta Maria Serena Natale sul CORRIERE della SERA di oggi, 25/07/2009, a pag.19, con il titolo " Ridotto in fin di vita con l'acido, delitto d'onore a Londra ". A Londra ci sono 100.000 pachistani.  Conflitti di civiltà ? Nooooo !

LONDRA — C'è una macchia bianca sul selciato di Marchant Road, nell'East London. E' la traccia lasciata dall'acido che gli scorreva lungo il corpo; sulla staccionata ci sono ancora schizzi di sangue. Il ragazzo, protetto dall'anoni­mato, è in fin di vita all'ospedale Broomfield di Chelmsford con ustioni su oltre il 50 per cento del corpo, non vede, non parla, la lingua è stata com­pletamente corrosa dall'acido. A 23 gior­ni dall'aggressione emergono i dettagli di uno dei più feroci «delitti d'onore» che Londra ricordi.
Due luglio, due del mattino. Bussa­no alla porta, hanno guanti e masche­re, trascinano in strada la vittima, un 24 enne di origine asiatica provenien­te dalla Danimarca. Lo pugnalano due volte alla schiena, lo colpiscono al vi­so e alla testa con dei mattoni, gli ver­sano acido solforico sul corpo e in go­la. Il ragazzo urla, si divincola, chiede aiuto. «Mi hanno svegliato le urla, ho guardato fuori dalla finestra — raccon­terà uno dei testimoni — e l'ho visto agonizzare, la T-shirt bianca si era sciolta e fusa con la pelle». Sono i vigi­li del fuoco a soccorrerlo poco prima che arrivi l'ambulanza.
Nella stanza ammobiliata dove si era trasferito da poco, incontrava una coeta­nea britannica di origini pachistane e re­ligione musulmana, sposata con un uo­mo della comunità asiatica di Leyton­stone. La ragazza, della quale non è sta­ta rivelata l'identità, parla di una sem­plice amicizia e rischia la stessa sorte: ha appena ricevuto l'Osman Warning, l'avvertimento ufficiale di Scotland Yard a chi è in pericolo di vita; non ha lasciato la sua casa ma è sotto sorve­glianza. Gli inquirenti seguono la pista del delitto d'onore.
Finora sono stati fermati sette so­spetti, quattro rilasciati su cauzione. Tre sono comparsi davanti ai giudici della corte di Waltham Forest, hanno 16, 19 e 25 anni, secondo fonti citate dal Daily Mail uno di loro è fratello del­la giovane; restano in carcere in attesa di giudizio con l'accusa di tentato omi­cidio. I vicini di casa hanno seguito stu­pefatti le operazioni della polizia che perquisiva le abitazioni degli imputati: «Normali famiglie musulmane», han­no detto al Times.
«I delitti d'onore sono frequenti nella nostra comunità, soprattutto tra i pachi­stani, ma stiamo lavorando per educare le persone», ha dichiarato alla stampa Imtiaz Qadir, direttore della fondazione Active Change che lavora con i ragazzi del­la zona. L'East London è una delle aree più meticce della capitale. Qui passa Brick Lane, la strada resa famosa dall'omoni­mo romanzo che nel 2003 lanciò l'an­glo- bengalese Monica Ali, capofila degli scrittori figli della società multietnica.
Casi come quello di Leytonstone sol­levano seri interrogativi sul modello multiculturale britannico attaccato da personaggi di primo piano come Tre­vor Phillips, il controverso presidente della Commissione Diritti umani e Pari opportunità convinto che la Gran Breta­gna stia lentamente cedendo a un siste­ma segregazionista, nel quale i diversi gruppi etnici e religiosi conducono esi­stenze parallele. «In realtà abbiamo fat­to progressi nell'integrazione — dice al Corriere Nighat Darr, coordinatrice del Kiran Project, associazione che aiuta le donne d'origine asiatica dell'East Lon­don a fuggire da matrimoni forzati e violenza domestica — ma al centro del­la vita della comunità restano i clan fa­miliari, i rigidi codici di comportamen­to e i patti di sangue. L'ultima aggres­sione è stata un monito generale, le donne sono ancora sottoposte a intimi­dazioni, umiliazioni e violenze, la bar­riera linguistica è uno dei principali ostacoli che devono superare per cerca­re aiuto. Chi partecipa a queste spedi­zioni punitive sa a quali rischi si espo­ne, ragazzi pronti ad andare in prigio­ne, se necessario a mettere a repenta­glio la vita pur di difendere quello che chiamano onore. Le nuove generazioni sono intrappolate tra modernità e tradi­zione, la stessa ragazza di Leytonstone dice di non avere paura, per proteggere altri membri della famiglia. E' un muro di omertà e silenzio con il quale ci scon­triamo ogni giorno».

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