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Il Foglio Rassegna Stampa
11.06.2009 In Afghanistan e Pakistan bambine in spose ai talebani. Matrimoni combinati anche in Europa
L'analisi di Giulio Meotti

Testata: Il Foglio
Data: 11 giugno 2009
Pagina: 4
Autore: Giulio Meotti
Titolo: «Spose multiculti»

Riportiamo dal FOGLIO di oggi, 11/06/2009, a pag. 4, l'articolo di Giulio Meotti dal titolo " Spose multiculti ".

Roma. Una nuova fatwa dei talebani, nelle zone sotto loro diretto controllo fra il Pakistan e l’Afghanistan, impone che i genitori di bambine in età da marito, dagli otto ai dodici anni, devono darle in spose ai guerriglieri islamici, sotto pena d’incorrere in conseguenze terribili. Sono le moschee a diffondere pubblicamente questa campagna di matrimoni forzati e a gestire la distribuzione delle ragazze e bambine fra i militanti. Un fenomeno simile è in corso in Europa, in mezzo a noi, dove risultano “scomparse” migliaia di ragazze musulmane. Ne spariscono decine al mese, tutte allo stesso modo: partono per un viaggio all’estero e sui banchi di scuola o sul posto di lavoro non tornano più. Si registra in molti paesi europei un boom di matrimoni forzati. Benjamin Whitaker in un rapporto alle Nazioni Unite del 1982 inseriva il matrimonio forzato, che imperversa nell’Europa multiculturale, tra le nuove forme di schiavitù. In tutta Europa per far fronte a questo fenomeno di brutale sottomissione sono stati lanciati progetti-pilota per contrastare un fenomeno islamico dalle dimensioni sempre più allarmanti. Ma un fenomeno costretto nel silenzio a partire dai giornali. Un “silenzio connivente” secondo Bat Ye’Or, l’autrice del celebre saggio “Eurabia” che ha da poco dato alle stampe (per Lindau) “Il califfato universale”, dove esamina la completa sottomissione e connivenza dell’Europa all’islamismo. Il Partito laburista olandese, nel quartiere West di Amsterdam, a maggioranza musulmana, pochi giorni fa ha inaugurato un programma di sottoscrizione per le ragazze islamiche che vogliono andare in vacanza d’estate. Devono firmare un documento in cui dichiarano di essere contrarie ai matrimoni forzati. Se non tornano in Olanda al termine delle vacanze estive, la magistratura può aprire un’inchiesta sulla loro scomparsa. Anche il segretario del Partito laburista olandese, Wouter Jacob Bos, non ha avuto paura di abbandonare alcuni tabù e ha denunciato il ricorso sempre più frequente da parte di alcune comunità di immigrati ai matrimoni forzati. Rotterdam, la seconda città olandese guidata dal sindaco marocchino Ahmed Aboutaleb, ha promosso una speciale iniziativa per contrastare questa familistica sottomissione delle donne nell’islam. Una sottomissione che in questi anni ha partorito una società- apartheid in cui ben l’ottanta per cento dei figli di immigrati ancora oggi continua a “importare” le mogli dai paesi di origine, come Turchia e Marocco. Matrimoni quasi sempre frutto di costrizione e violenza. Da anni anche in Inghilterra è in vigore una norma simile e uno staff speciale dell’ambasciata inglese ha il compito di riportare a casa queste ragazze, spesso bambine. Downing Street stima che ogni anno avvengano circa tremila matrimoni forzati. Ogni anno la Forced Marriage Unit inglese, l’unità contro i matrimoni forzati creata dal ministero dell’Interno e da quello degli Esteri britannici, riceve circa 5.000 chiamate e affronta 300 casi di nozze imposte in questa maniera. In Belgio, altro paese europeo gravemente segnato dall’islamismo domestico, la fondazione King Baudoin ha appena diffuso nelle scuole una brochure dal titolo: “Tempo di vacanza: tempo di matrimonio?”. Il matrimonio forzato è soprattutto uno dei mezzi più facili per superare le politiche d’immigrazione: una ragazza musulmana torna nel paese d’origine, si sposa e torna in Europa con il marito in nome della riunificazione familiare. In Danimarca simili brochure sono state distribuite al corpo insegnante, mentre il governo belga intende inserire il matrimonio forzato nel codice penale. 70.000 a rischio in Svezia In Svezia è stato pubblicato uno studio dal titolo “Gift mot sin vilja”, significa sposate contro la propria volontà. Si parla di 70mila ragazze musulmane a rischio matrimonio forzato. Anche nella Francia multietnica, dove si contano 55mila bambine musulmane mutilate ai genitali, i matrimoni forzati vanno per la maggiore. Si dice “mariée de force”, sposata con la forza. Il movimento “Ni putes Ni soumises” stima che solamente nell’Ile-de-France e nei sei dipartimenti a più forte popolazione islamica vi siano almeno oltre 60mila adolescenti da dieci a diciotto anni minacciate dai matrimoni forzati. E’ in questo mondo di sottomissione e fanatismo domestico, segnato dalla barbarie dell’escissione del clitoride, che germina l’odio islamista. La nota avvocatessa tedesca di origini turche Seyran Ates ha chiuso il suo studio a Berlino in seguito a minacce di morte. Ates combatteva contro i matrimoni forzati e su questa grande causa del terrorismo ha parlato chiaramente. Ates ha detto che i terroristi del futuro saranno immigrati islamici di terza e quarta generazione che “saranno stati educati a odiare la società occidentale sin dalla nascita sotto gli occhi di politici perfettamente consapevoli”.

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