Da TEMPI riprendiamo l'intervista di Michael Sfaradi a Bat Ye'or, autrice di " Eurabia " (Lindau editore) in occasione dell'uscita del suo nuovo libro " Il califfato Universale":
«Il califfato universale è un obiettivo che l’Organizzazione della Conferenza Islamica (Oci) vuole ottenere usando diverse strategie, un progetto che porterà alla completa islamizzazione del mondo libero, una dominazione che sarà possibile anche grazie alla complicità dei governi occidentali». Conserva i toni forti e le affermazioni tranchant a cui ha abituato i suoi lettori Bat Ye’or, l’autrice di Eurabia che ha da poco dato alle stampe (per Lindau) Il califfato universale, un libro in cui prevede la completa sottomissione e connivenza dell’Europa all’islamismo.
Come si realizzerà quello che lei chiama il califfato universale?
Per arrivare a questo ci sono diverse vie, una delle quali riguarda l’immigrazione. Guardando la dichiarazione di Durban 2 ci si rende conto che l’Oci chiede all’Europa di dare una via preferenziale ai flussi che arrivano dal Nordafrica. Tutto il mondo occidentale è coinvolto e il conflitto arabo israeliano è soltanto la punta dell’iceberg. Sarebbe errato focalizzare l’attenzione soltanto lì come viene fatto oggi perché la problematica è molto più ampia. L’Oci è composta dai ministri degli esteri di 57 paesi, elencati nel mio libro, una sorta di Onu islamico. C’è anche una carta costituente che dichiara la necessità di liberare Gerusalemme dove costruire la sua sede. Ha creato anche una corte di giustizia islamica internazionale, che ha giurisdizione su tutti i paesi che aderiscono all’Oci. Questa corte avrà la facoltà di perseguire i reati contro l’islam giudicandoli in base alla sharia.
In Occidente c’è chi pensa però che la pace fra Israele e i suoi vicini possa essere la chiave di svolta per la pacifica convivenza con il mondo arabo. Cosa ne pensa?
Bisogna comprendere cosa vuole dire pace. Quello che l’Europa, l’America il mondo arabo vogliono creare è una pace senza Israele. Uno Stato sovrano dovrà essere eliminato e gli ebrei e cristiani che oggi lo abitano dovranno tornare alla condizione di dhimmi, di minoranza sotto la sharia. Questa non sarebbe pace ma soltanto umiliazione.
Vuole spiegarci che cosa è la condizione di dhimmi?
È una condizione di estrema umiliazione che si fonda sul disprezzo dei non musulmani. Rafforza l’ideologia del jihad ed è inclusa nelle sue regole. Se noi vogliamo la pace nel rispetto dobbiamo pretendere che i musulmani abbandonino completamente questa ideologia altrimenti l’attrito fra le culture arriverà a scuotere il mondo fino ad una possibile terza guerra mondiale. Per garantire la nostra libertà abbiamo l’obbligo morale di non accettare che si possa anche soltanto pensare ad una superiorità del mondo musulmano o della sua religione sulle altre religioni. Un nostro cedimento in questo senso significherebbe vivere nell’umiliazione. L’assurdità è che i musulmani vedono l’offerta della condizione di dhimmi in maniera diversa, per loro è addirittura un favore e noi dovremmo ringraziarli per questa “protezione”. Essere un dhimmi significa che non si può possedere terra, non si hanno diritti politici, culturali o linguistici. Ci obbligherebbe a sottostare a tasse e balzelli, a noi dedicati, che ci relegherebbero al ruolo di uomini di classe inferiore destinati a vivere in una condizione di povertà. In sostanza una situazione di pieno e completo razzismo nei nostri confronti.
I popoli europei capiscono il tipo di pericolo contro cui lei mette in guardia?
Sì, ma non sanno come reagire perché i governi, la stampa e la cultura sono oggi alleati con i paesi musulmani. L’Unione Europea è fortemente legata ai paesi arabi con accordi commerciali e le università hanno addirittura accettato libri approvati dall’Oci. Testi che hanno come base non la conoscenza obiettiva della storia, ma la storia vista secondo i dettami i-
slamici. In Europa vengono costruite moschee e scuole islamiche, delle vere e proprie madrasse (scuole coraniche), per far sì che le nuove generazioni crescano all’interno della Sharia, per evitare così la loro occidentalizzazione. Dobbiamo capire che l’unica strada che abbiamo è difenderci da questa organizzazione che conta al suo interno rappresentanti politici, ministri e presidenti delle peggiori dittature. In Europa la gente ha cominciato già da tempo a percepire una situazione di disagio ma questa strategia è complicata e tenuta, almeno per il momento, in un profilo molto basso. In questo modo è molto difficile difendersi contro qualche cosa che non si vede.
Il governo italiano sta respingendo il flusso di clandestini che arrivano dal mare, potrebbe essere il segno di un cambiamento di politica almeno per quello che riguarda l’Italia?
Certamente, ma il mondo islamico non lascerà la presa soprattutto considerando il fatto che vuole fare pagare all’Europa lo sviluppo delle nazioni arretrate. Questa decisione è stata presa alla conferenza islamica del 2005, vertice durante il quale sono state anche decise le linee guida che caratterizzeranno i prossimi 10 anni di azione islamica. Nel mio libro fornisco la lista di queste decisioni. Credo e spero che in Europa si formi un movimento di opinione che possa costringere i governi europei, complici della politica di distruzione dell’Europa, ad un cambiamento. Solo in questo modo si può agire per salvaguardare il mondo così come lo conosciamo. Un altro aspetto positivo che riguarda l’Italia è che gli italiani hanno una grande coscienza della libertà, hanno lottato per essa. Quando io vengo in Italia vedo dappertutto la parola libertà e non è un caso che anche il partito di Berlusconi ha nel suo nome la parola libertà. Ci sono anche diversi musulmani che vorrebbero mantenere la cultura occidentale, in loro noi possiamo trovare degli alleati?
Ci sono molti musulmani che si battono per mantenere i valori universali di dignità e uguaglianza. Queste persone, che vengono costantemente minacciate, sono molto coraggiose e sanno che quando entrano in questa ottica si prendono dei rischi enormi sia per loro che per le loro famiglie. Vanno aiutati, seguiti e protetti, sono degli alleati preziosi ed insostituibili. C’è da augurarsi che i governi europei sappiano proteggerli come meritano.
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