Riportiamo dal CORRIERE della SERA di oggi, 26/04/2009, a pag. 15, l'articolo di Francesco Battistini dal titolo " 'Piazza Gerusalemme', salta la cerimonia ".
La motivazione ufficiale per il rinvio della cerimonia di inaugurazione di Piazza Gerusalemme a Roma è la finale di Champions League. In realtà la motivazione è politica. A sottolineare la questione, l'articolo di Battistini riporta le dichiarazioni di Hamza Piccardo, leader dell'Ucoii, : " «Il problema non è dedicare una piazza a Gerusalemme, città delle tre religioni, ma il significato che si vuole dare: non si sognino d’invitare l’ambasciatore d’Israele»". Con che autorità Hamza Piccardo dichiara : " non si sognino di invitare l'ambasciatore di Israele ". E se l'ambasciatore verrà invitato, che cosa farà Hamza Piccardo? Lo Stato italiano può prendere decisioni senza tener conto dell'opinione del leader dell'Ucoii? In attesa di conoscere la data dell'inaugurazione di piazza Gerusalemme, ci chiediamo se la politica italiana abbia la P maiuscola o supina...
Ecco l'articolo:
GERUSALEMME — Dicono che la parte più facile del lavoro d’un sindaco sia tagliare nastri e scoprire lapidi. Provate a chiedere che ne pensi Gianni Alemanno, che è appena andato in Israele a inaugurare una «piazza Roma» nel centro di Gerusalemme, a due passi dalla sinagoga italiana, e in queste ore si preparava a fare lo stesso e in pompa magna dalle parti del Ghetto, il lenzuolo da tirar giù e sul muro una bella targa con l’incisione «piazza Gerusalemme». Era tutto pronto: il biglietto aereo per Nir Barkat, il primo cittadino gerosolimitano, la cerimonia con gli applausi, e poi tutti a vedersi la finale di Champions. È arrivata qualche telefonata, però. E sabato a mezzogiorno, quando a Gerusalemme è tutto chiuso, un’email inviata dal Campidoglio ha cancellato il programma: niente visita ufficiale, niente battimani, «per cause di sicurezza che riguardano la partita di Champions League, è stato deciso di posticipare l’inaugurazione della piazza». A quando? Boh. «Rimu! », inganno, scrivono ora i giornali israeliani: «I romani ci hanno imbrogliato», dichiara un furibondo portavoce di Barkat. Perché è bastato scavare un attimo, dicono, per convincersi che la paura degli hooligans, «previsti da mesi», non c’entrerebbe nulla. Il corrispondente dall’Italia del quotidiano Yedioth Ahronot cita fonti diplomatiche: «L’annullamento è nato da una decisione politica», l’imbarazzo dopo le frasi del premier Netanyahu, e dello stesso Narkat, su Gerusalemme «capitale unita e indivisibile d’Israele». A protestare sarebbe stato qualche Paese arabo: inaugurare contemporaneamente piazza Roma e piazza Gerusalemme significa, di fatto, considerare questa la vera capitale d’Israele (il contrario di quel che dicono l’Onu e l’Italia, che tiene l’ambasciata a Tel Aviv). Una gaffe diplomatica, insomma, confermata da più fonti: «Ero assieme a Barkat, quando ha letto la mail — ci dice un consigliere del sindaco israeliano —. La comunicazione ci è stata data in modo esageratamente formale.
E i motivi del rinvio non sono molto chiari. Prima c’è stato lo choc, poi l’arrabbiatura. Non ce l’aspettavamo: quest’inaugurazione serviva a rafforzare la comunità ebraica romana. È una cosa che riguarda le due città, le ambasciate non c’entrano, ma faremo pressioni perché la cerimonia ci sia». È per questo che il sindaco Barkat ha deciso di non bruciare i mille dollari di biglietto e di partire oggi per Roma, «in visita privata»: vedrà la partita e soprattutto Alemanno, «ed è chiaro - spiegano - che se entro mercoledì non ci sarà una data per la cerimonia, il problema diventerà più grosso». Un bel rebus: accontentando gli uni, si scontentano gli altri. La comunità ebraica romana è già sul sentiero di guerra: «Alemanno sappia che le proteste non le fa solo la Lega araba, siamo capaci di farle anche noi». E Hamza Picardo, leader delle comunità islamiche italiane, avverte: «Il problema non è dedicare una piazza a Gerusalemme, città delle tre religioni, ma il significato che si vuole dare: non si sognino d’invitare l’ambasciatore d’Israele».
Dal Campidoglio garantiscono che «questo è un falso problema, la richiesta di spostare la cerimonia per ragioni d’ordine pubblico è venuta dalla prefettura», e comunque «entro un mese, un mese e mezzo» Roma avrà la nuova piazza. La lapide, scolpita nella pietra rosa di Gerusalemme, per ora sta chiusa in un magazzino.
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