Riportiamo dal FOGLIO di oggi, 02/04/2009, a pag. 3, l'editoriale dal titolo " Se Romano chiama 'razzista' Wilders ", sulla risposta di Sergio Romano ad una lettrice che chiedeva informazioni su Geert Wilders pubblicata dal CORRIERE dellaSERA di ieri (criticata anche nella rassegna stampa di IC).
E’l’unico deputato europeo bandito dal Regno Unito. Ma è stato appena accolto negli Stati Uniti come un partigiano della libertà. Eppure Sergio Romano non esita a dare del “razzista” al deputato olandese Geert Wilders. Come se la critica dell’islam equivalesse alla xenofobia. Romano è sulla stessa linea della Conferenza islamica alle Nazioni Unite: vietato criticare l’islam. Nella sua buca delle lettere l’ambasciatore ha anche spiegato che Londra ha fatto bene a bandire Wilders. Dimenticandosi che Wilders è stato cacciato a pedate perché un altro parlamentare, un fanatico islamista, aveva minacciato di mobilitare diecimila musulmani. Cosa che non è successa a Washington e che la dice lunga sul perché l’America non è l’Europa, dove quelli come Wilders devono vivere protetti. Wilders propone di chiudere le scuole islamiche, di espellere i criminali che hanno la doppia cittadinanza verso i loro paesi d’origine e di bandire il burqa nei luoghi pubblici. Non è un progetto “razzista”. A meno che la difesa dell’occidente sia diventata demodée, e Romano pensi davvero che la cultura dei diritti umani e la libertà d’espressione siano capaci di difendersi da sole di fronte alla macchina da guerra dei taglialingue. Nel mondo post- 11 settembre, anche il più autorevole galateo intellettuale non vale un’oncia del libertarismo stillato dal buzzurro Wilders. La morale che Romano gli impartisce suona tanto come una lezione di bon ton mentre i nemici pasteggiano con le nostre libertà fondamentali.
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