Riprendiamo dal FOGLIO di oggi, 19/02/2009, a pag.1, l'articolo " Sceneggiate antisemite su Gaza " che descrive il nuovo spettacolo antisemita di Caryl Churchill. Ecco il pezzo:
Londra. Il palcoscenico è quello mondano della Royal Court di Londra, raffinato epicentro della stagione teatrale inglese. La regista è Caryl Churchill, nota interprete brechtiana, icona dello star system liberal anglosassone e soggetto di tesi di laurea anche in Italia. Il suo spettacolo, che va per la maggiore a Londra, si intitola “Sette bambini ebrei” e vede alcune madri israeliane spiegare la storia dello stato ebraico ai propri figli. Quando si arriva all’Operazione Piombo Fuso di Gaza, una madre dice: “Non parlatele dei bambini uccisi”. Dei bambini palestinesi assassinati dall’esercito israeliano nell’assedio a Gaza. Lo Spectator, il settimanale duro e spiccio del conservatorismo britannico, parla apertamente di “antisemitismo”. E neppure tanto celato. Con la pretesa di sintetizzare “la storia di Israele”, l’opera della Churchill è una summa di retorica antisionista: colonialismo, apartheid e razzismo ebraico, misto a militarismo, insediamenti e brutalizzazione dell’innocenza palestinese. La commentatrice Melanie Phillips, autrice del bestseller “Londonistan”, paragona la pièce della Churchill alle peggiori accuse del sangue della propaganda medievale: “Questa è una chiara denigrazione del popolo ebraico, è odio atavico degli ebrei”. Si tratta di una forma moderna di “mystery play”, che nel Medioevo erano i brevi dialoghi cantati alternativamente dal celebrante e dal coro. Una forma di rappresentazione del sacro nelle piazze e nelle strade. Il testo dell’operetta londinese è diviso in sette capitoli. Ogni capitolo inizia con “Tell her…” e “Don’t tell her…”, sono i genitori e i nonni dei bambini israeliani che discutono su come raccontare ai propri figli i momenti chiave della storia israeliana. Nell’opera di Churchill, gli ebrei vengono ritratti come trionfalisti assassini e come un popolo eletto, cinico e senza cuore. L’elezione biblica è la maledizione per gli arabi. Nel testo dello spettacolo si parla di “ebrei” con la e minuscola, mentre gli Arabi, Dio, Hamas e Gerusalemme sono riportati in lettere capitali. Il messaggio dell’opera è che gli ebrei furono perseguitati dai nazisti, erano buoni finché erano vittime, poi si sono trasformati in aggressori, sanguinari e rapaci colonialisti. Sulla guerra del 1967, Churchill scrive: “Dille che abbiamo vinto, dille che suo fratello è un eroe, dille dei carri armati che sono entrati, dille di quanto grandi fossero i loro eserciti, dille di come li abbiamo cacciati, dille che siamo dei combattenti, dille che abbiamo una nuova terra”. L’autrice non poteva fare di meglio nel mettere in scena il vittimismo arabista e il nazionalismo ebraico. Nessun cenno al fatto che la guerra dei Sei giorni fosse una guerra difensiva. Si ripete come un mantra il fatto che gli ebrei hanno rubato l’acqua ai palestinesi. “Dille che l’acqua è la nostra, abbiamo il diritto. Dille che loro non accettano altro che la violenza, dille che noi vogliamo la pace”. Il capitolo su Gaza è il più crudo: “Dille di essere orgogliosa dell’esercito. Li ha visti i bambini uccisi? Dille che non c’è nulla di cui vergognarsi. Dille che li vogliono morti in modo che la gente li compatisca, dille che sono animali”. L’ingresso al teatro è libero, ma sono fortemente gradite laute donazioni per il Medical Aid for Palestinians. Intanto l’Observer, settimanale del quotidiano The Guardian non certo filoisraeliano, ha appena spiegato che mai c’erano stati tanti attentati antisemiti in Inghilterra. 270 casi soltanto nel 2009, luoghi ebraici vandalizzati, graffiti che inneggiano al jihad e alla distruzione di Israele, attacchi fisici nelle strade. A Birmingham venti studenti hanno aggredito l’unica alunna ebrea della scuola gridandole “uccidi gli ebrei” e “morte agli ebrei”.
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