Durban 2: l'Italia dalla parte di Israele contro il nuovo antisemitismo
Testata: L'Opinione Data: 06 dicembre 2008 Pagina: 3 Autore: Dimitri Buffa Titolo: «Durban 2: l'Italia dalla parte di Israele»
Da L'OPINIONE del 6 dicembre 2008, l'articolo di Dimitri Buffa "Durban 2: l'Italia dalla parte di Israele":
Il Parlamento italiano è il primo in Europa (grazie all¹iniziatiava del deputato Fiamma Nirenstein, che è stata sicuramente il migliore acqusito del Pdl alle elezioni politiche del 2008) a prendere le distanze dalla futura conferenza Onu sul razzismo che si terrà a Ginevra nell¹aprile del 2009, la famigerata Durban II. Basti sapere che i lavoratori preparatori sulla definizione di razzismo sono stati subappaltati dalle Nazioni Unite alla Libia, all'Iran e a Cuba. Che poi è un paradosso nel paradosso: proprio proprio gli arabi nell¹antichità avevano inventato il commercio di schiavi negri verso la penisola arabica e far pontificare i paesi islamici e arabi sul razzismo è un po' come mettere Dracula a guardia del sangue. Poi, chi non ricorda i deliri di Durban I che si tenne nella città sudafricana pochi giorni prima dell¹inizio della sfida del terrorismo islamico all¹Occidente concretizzatosi con gli attentati alle Torri gemelle di New York dell'11 settembre? Da allora ne è passato di sangue sotto i ponti, l'ultimo lo abbiamo visto scorrere in India a Mumbay pochi giorni fa. Come ha detto appassionatamente la Nirenstein alla Camera lo scorso 4 dicembre nella propria dichiarazione di voto, "a Durban le ONG invitate a fiancheggiare la conferenza dell'ONU contro il razzismo, marciavano in cortei che portavano il ritratto di Bin Laden, maledivano l'America e ne bruciavano le bandiere, proclamavano Israele stato di apartheid con teppisti che inseguivano gli ebrei che osassero apparire con la kippà." " Nelle varie sessioni della conferenza ha ricordato la Nirenstein - Mugabe, Fidel Castro, Arafat, arringavano i delegati con accenti di disprezzo verso l'Occidente e di puro odio verso Israele. Dalle riunioni delle ONG, gli ebrei venivano cacciati a forza, documenti antisemiti dai toni inenarrabili inneggiavano alla guerra terrorista...infine si distribuivano ai partecipanti copie del libro dei Protocolli dei Savi di Sion." Questo avveniva ieri. Cioè nell'agosto del 2001. E domani, cioè il prossimo aprile a Ginevra, che cosa potrebbe accadere? Dalla relazione svolta dalla stessa Nirenstein al Parlamento prima del voto si viene a sapere tra l'altro che "l'ultima bozza del documento preparatorio, pubblicata di recente, si riferisce a Israele come a un'entità straniera occupante la cui legge si basa sulla discriminazione razziale, che costituisce un nuovo modello di apartheid, un crimine contro l'umanità una forma di genocidio e una seria minaccia alla pace e alla stabilità internazionale". I palestinesi, ovviamente, sono l'unico popolo menzionato come oggetto di discriminazione e viene invocato il diritto al ritorno. I documenti, piuttosto di occuparsi della cultura dell'odio e del suo carattere discriminante nei confronti di svariate minoranze etniche e religiose, si riferiscono invece esclusivamente ai problemi derivanti dall'identificazione dell islamismo col terrore e dei pregiudizi da cui la società occidentale sarebbe inondata su questo tema. Non sono menzionati gli attacchi ai cristiani nel mondo arabo islamico e quando si ricorda, quasi incidentalmente, l'antisemitismo e la cristianofobia, si invita invece a fare "particolare attenzione" all'islamofobia. Ecco quindi perché l'Occidente farà bene a boicottare Durban II al primo segnale dell'emergere all¹interno del Palazzo di Vetro all'Onu di tendenze come queste. Ed ecco perché giovedì il Parlamento italiano per primo ha dato l'esempio all'Europa su come ci si dovrà regolare con questa gente.
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