"Tornano i sabati dei bruciabandiere", è il titolo dell'articolo di Dimitri Buffa su L'OPINIONE di oggi, 29/11/2008, a pag.2. Dello stesso Buffa, il commento "Essere ebreo oggi ", scritto per i nostri lettori.
Ci si noterà di più se le bruciamo o se non le bruciamo le bandiere di
Israele nella nostra marcia dell¹ennesimo sabato pro Palestina?
Mentre il mondo tiene il fiato sospeso per questa nuova ondata di terrorismo
islamico in India e nel continente asiatico, incuranti delle parole di
condanna venute da Gerusalemme dove si trovava in visita ufficiale da parte
del Capo dello stato Giorgio Napolitano contro chi nega a Israele il diritto
di esistere, oggi i militanti del Forum Palestina preparano per la capitale
l¹ennesimo sabato di disagio.
Sprezzanti del ridicolo in un comunicato fanno capire di non sapere ancora
bene se bruciare o meno le bandiere con la Stella di Davide perché ³se lo
facciamo i giornali scrivono per dire che siamo dei criminali anti semiti ma
se non lo facciamo allora non scrivono niente².
E allora? Il dilemma amletico sarà sciolto solo dopo che il corteo avrà
attraversato Roma che, dopo i disordini di venerdì per gli studenti, oggi si
dovrà sorbire questi pseudo amici del futuro stato palestinese.
In queste ore gli sciamannati stanno prenotando i pullman e i treni da
Milano, Bologna, Firenze, Pisa, Napoli, tutti ovviamente pagati da
Pantalone. Mentre altri verranno dalla Puglia e dalla Sardegna , non avendo
niente da fare nella vita, per partecipare alla manifestazione nazionale
per i diritti del popolo palestinese che si terrà sabato 29 novembre in
occasione della Giornata internazionale di solidarietà con la Palestina
decretata dalle Nazioni Unite.
La manifestazione concluderà la Campagna ³2008 anno della Palestina² con
l¹obiettivo di "impedire la liquidazione della questione palestinese in
occasione dei sessanta anni dalla Nakba" ed ha visto tra le altre
iniziative il fallito boicottaggio della Fiera del Libro di Torino
³dedicata a Israele ma negata alla memoria storica dei palestinesi².
La manifestazione intende denunciare anche ²La sistematica omissione della
questione palestinese, che rivela la complicità politica, militare,
diplomatica dei governi italiani con l¹occupazione israeliana e l¹apartheid
contro i palestinesi² resa più grave - secondo i promotori - anche "dalla
visita di Napolitano e di 300 imprenditori italiani in Israele mentre si
aggrava l'assedio dei palestinesi rinchiusi a Gaza". Questa omissione -
dicono gli organizzatori - "sembra riguardare anche le manifestazioni di
solidarietà con il popolo palestinese che vengono completamente ignorate se
pacifiche ma amplificate e criminalizzate se bruciano bandiere".
Per la cronaca il corteo partirà alle ore 15.00 da Piazza della Repubblica
e si concluderà a Piazza Venezia due ore dopo con gli interventi di vari
esponenti della Campagna "2008 anno della Palestina". Tra i promotori anche
Baha Hussein giovane palestinese proveniente da Gaza e Kassem Ayna
coordinatore delle ong palestinesi nei campi profughi in Libano. Posti
deputati al reclutamento dei futuri kamikaze islamici.
Non mancherà la festa il prete dinamitardo Hylarion Capucci che parlerà,
chissà perché lui che è melchita,
a nome delle comunità palestinesi in Italia.
In testa al corteo ci sarà anche uno striscione particolare dedicato allo
scomparso giornalista del Manifesto Stefano Chiarini: ³Ciao Stefano, siamo
qui. Per la Palestina, come sempre².
Insomma la solita accozzaglia di reduci del rivoluzionarismo militante che
non si sono accorti che nel frattempo il futuro stato palestinese si è
scisso in due, con Gaza sotto il controllo militare dei terroristi islamici
di Hamas. E dell¹Iran.
Per l¹occasione è stata approntata una gigantesca chiave tesa a indicare il
diritto al ritorno per i profughi palestinesi. Se aspettano questa banda di
sfigati per far valere i propri diritti, viene solo da dire loro ³poveri
palestinesi².
ESSERE EBREI OGGI
Oggi come negli anni ¹30 essere ebrei è molto pericoloso. Per carità a
Mumbay ne sono morti oltre 200 di ogni credo, razza e religione. Però quello
che più mi ha colpito è stata la spietatezza con cui hanno ucciso il
rabbino, la moglie e gli altri quattro ebrei dell¹albergo in cui erano
asserragliati. E come questa cosa sia qccettata per normale: erano ebrei non
avevano scampo in partenza.
Diciamocela tutta, l¹islam del fanatismo oggi è il nuovo nazismo. Se ne è
accorto anche Alfonso Gianni di Rifondazione che si domanda se mai qualcuno
scenderà in piazza per questi morti. Per adesso dovremo accontentarci
dell¹odierno corteo pro Palestina di Roma dove si bruceranno probabilmente
le bandiere israeliane, cioè dello stato cui appartenevano i sei trucidati a
Mumbay.
Dimitri Buffa, per i lettori di Infromazione Corretta.
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