Un negazionista in cattedra al Liceo Artistico Ripetta di Roma
Testata: Corriere della Sera Data: 17 novembre 2008 Pagina: 18 Autore: Ernesto Menicucci Titolo: «Professore di liceo nega l'Olocausto. Alemanno: s'indaghi»
Dal CORRIERE della SERA del 17 novembre 2008, l'articolo di Ernesto Menicucci "Professore di liceo nega l'Olocausto. Alemanno: s'indaghi":
ROMA — Erano appena stati ad Auschwitz e Birkenau, avevano visto coi loro occhi l'orrore della Shoah e dei campi di sterminio nazisti e — tornati a Roma — i professori della IV C del Liceo Artistico Ripetta ne stavano parlando nel consiglio di classe. Era giovedì pomeriggio, le emozioni del «viaggio della memoria» fatto col sindaco Alemanno e la comunità ebraica erano fresche, la discussione avveniva in una sala dove c'è una targa che ricorda una studentessa del liceo, ebrea, deportata da nazisti. Quando, ad un tratto, uno dei docenti è sbottato: «Basta con questo Olocausto, è tutta una menzogna inventata dagli inglesi: dove sono le prove della Shoah? E perché la scuola italiana non si occupa di vicende di casa nostra, come le foibe? Gli ebrei non sono neppure italiani », ha farneticato il professore. Intorno a sé, il gelo. E, dopo il gelo, la rabbia. «Sembrava— racconta Virgilio Mollicone, il professore che aveva accompagnato i ragazzi in Polonia — di sentire parlare un nazista vero. Oppure un reduce della Rsi... Era accanto a me, mentre parlavo del viaggio e della possibilità di ospitare Shlomo Venezia (uno dei pochi sopravvissuti italiani, ndr) nella nostra scuola ». E cosa è successo? «Lo vedevamo che fremeva, bolliva. Poi è esploso». A quel punto, ovviamente, la discussione si è animata: «Abbiamo urlato, lui è uscito sbattendo la porta. Mi ha detto: "Tu gli inglesi non li conosci. Io sì, perché sono stato in Libia con mio padre. E anche tu saprai la verità, un giorno. Ma sarà un cammino lungo e doloroso". Poi se n'è andato». Appresa la notizia, Alemanno è intervenuto: «Chiedo un'ispezione, per capire cosa è successo. Scriverò al provveditorato e alla preside: servono dei provvedimenti. Mi offende in particolare che si dica che gli ebrei non sono italiani: i viaggi della memoria servono a portare nei licei la consapevolezza degli orrori del '900 che nessuno, soprattutto se ha il ruolo di docente, si può permettere di negare ». La preside del «Ripetta», Maria Teresa Strani, al telefono non vuole commentare: «So io quali provvedimenti prenderò. E poi è domenica, mi vorrei riposare ». Nel consiglio di classe, è stata mandata a chiamare: «È arrivata, ha detto ai colleghi di abbassare i toni, e se n'è andata », racconta un docente. La vicenda, in ogni caso, non finirà qui. Mollicone vorrebbe la mano pesante: «Non posso pensare che quel soggetto insegni a dei ragazzi. E se dà loro un libro negazionista, oppure un dvd? Andrebbe sospeso, forse denunciato alla procura della Repubblica. Credo che fare quelle affermazioni sia un reato... ». Altri professori, invece, hanno un atteggiamento più morbido: «È una brava persona, ma un po' instabile...», sussurra qualche suo collega. Il professore negazionista, infatti, è conosciuto per essere uno di destra, isolato, provocatorio, contro tutto e contro tutti, con una vita familiare complicata. Uno che si scalda per niente, che alza la voce, che si lascia andare ad affermazioni pesanti nei confronti delle donne. Tutti lo conoscono, e tutti evitano discorsi «pericolosi». Mollicone è nuovo, arrivato quest'anno. Ma soprattutto lui, ad Auschwitz, c'è stato. E a stare zitto di fronte al negazionista proprio non c'è riuscito.
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