Sul FOGLIO di oggi, 15/11/2008, a pag.2, una delle di Mauro della Porta Raffo ha attratto la nostra attenzione. Oggetto delle cure del è nientepopodimeno che Sergio Romano, il quale, nella sua furia antiamericana, commette un errore, piccolo ma indicativo. Gli Stati Uniti d'America avrebbero strappato il Texas al Messico ! qui ci fermiamo e lasciamo la parola allo squisito Mauro, la sua è musica per le nostre orecchie:
Lunedì 20 ottobre, pagina delle lettere del Corriere della Sera, risposta di Sergio Romano a un lettore. Elencando le diverse operazioni militari portate a termine nel trascorrere del tempo con successo dagli Stati Uniti d’America, l’ambasciatore scrive: “Hanno strappato il Texas al Messico nel 1845”. Ora, per la Storia con la esse maiuscola e come tutti sanno, lo Stato della stella solitaria nel 1845 non fu affatto “strappato” ai messicani considerato che era indipendente da nove anni e che entrò quindi a far parte della confederazione americana sulla base di un trattato concluso e firmato tra due Stati appunto indipendenti. Fatto è che – è di pubblico dominio – nel precedente 1836 i texani si erano ribellati al Messico e, dopo l’eroica e sfortunata resistenza di Alamo, guidati Sam Houston, avevano sconfitto a San Jacinto le truppe del generale Lopez de Santa Anna. Da quel momento e fino al primo di marzo del citato 1845, giorno in cui, quarantotto ore prima di lasciare l’incarico, il presidente americano John Tyler firmò una risoluzione votata a maggioranza semplice dai due rami del Congresso americano che recepiva e approvava i termini del predetto trattato, il Texas restò libero e sovrano. Di rilievo – tanto che ancor oggi alcuni texani, in ragione della forzatura, rivendicano una loro indipendenza – il fatto che la procedura in quel caso adottata non rispondesse al dettato costituzionale e si sostanziasse in un escamotage. Sapeva, infatti e il risultato delle votazioni confermò che così stavano le cose, Tyler che al Senato la prescritta (per la ratifica) maggioranza dei due terzi non avrebbe potuto assolutamente essere raggiunta.
Oltre al Foglio, consigliamo ai nostri lettori di scrivere anche a Sergio Romano presso il Corriere della Sera lettere@corriere.it le riceverà di sicuro con molto piacere.