Il Matisse di Kurt Gerstein l’ufficiale nazista incaricato della distribuzione del Zyklon B
Testata: Informazione Corretta Data: 29 ottobre 2008 Pagina: 1 Autore: Danielle Sussmann Titolo: «Il Matisse di Kurt Gerstein»
Ripercorrendo l’archivio di Alliance Française (Alleanza Francese, il più importante sito francese di informazione e cultura ebraica), ho trovato questo piccolo cammeo-bomba. Un articolo apparso su “Le Figaro” il 18 febbraio scorso. Il “Paesaggio, il muro rosa” di Matisse conservato al Beaubourg, è la sola opera che attualmente è oggetto di una richiesta di restituzione. Il quadro potrebbe rappresentare un capitolo a sé nel romanzo stupefacente ed orribile di Jonathan Littell “Les Bienveillantes” (tradotto in italiano “Le benevole”-ndr), Premio Goncourt 2006, che tanto polverone, tra critiche ed ammirazione, ha suscitato. La formula di rivolgersi al lettore fa di quest’ultimo un testimone della sofferenza del protagonista SSed altrui, dalla Campagna di Russia ai lager di sterminio. Il quadro “le mur rose” è stato dipinto da Matisse nel 1898. E’ stato ritrovato in Germania nel 1948 tra i beni appartenuti ad un ufficiale delle SS trovato impiccato (suicida?) (sic) il 25 luglio 1945 nella cella della prigione del Cherche-Midi (regione francese-ndr), dove era stato rinchiuso per crimini contro l’umanità. Kurt Gerstein era incaricato di assicurare le scorte del gas mortale Zyclon B nei campi di sterminio. Gerstein è una delle figure tra le più ambigue del III Reich. Ha voluto avvertire Pio XII del dramma di cui era una delle ruote più importanti per spingere il papa a prendere pubblicamente posizione contro il genocidio. Nel 1963, al Théâtre de l'Athénée, Michel Piccoli l’aveva interpretato nel dramma teatrale “Il Vicario” di Rolf Hochhuth, messo in scena da François Darbon e Peter Brook. Più recentemente, Ulrich Tukur l’ha incarnato in “Amen”, il film di Costa-Gavras che racconta il suo inutile viaggio al Vaticano. In questi due lavori, che hanno scatenato forti polemiche sul ruolo del papa, mai era balzata fuori la questione del Matisse. A Gerstein piaceva segretamente “l’arte degenerata”? Non lo sapremo. In compenso potremo saperne di più, un giorno, sul modo in cui ha messo le mani sulla tela di 38 cm. per 46 che rappresenta il muro dell’ospedale di Ajaccio. Da qualche mese, l’opera è oggetto di una richiesta di informazione indirizzata al ministero degli Affari Esteri responsabili delle opere “orfane” come questa del Centre Pompidou (altro nome del Beaubourg-ndr) che l’ha in custodia dal 2000. La richiesta proviene dai rappresentanti della successione ereditaria di un collezionista ebreo tedesco. Secondo il catalogo della mostra, “fondata su delle basi di possesso”. Saranno sufficienti per la restituzione? Ad ogni modo, attualmente è il solo caso di questo genere in Francia. Fino ad oggi, una flebile testimonianza, quella di un amico di Gerstein, chiariva il passato di questa tela. Menzionava che l’ufficiale l’aveva “acquistata presso un compagno di scuola di Berlino”.Ho in buona parte tradotto quest’articolo esplicativo di uno dei furti di beni agli ebrei. Ma il punto ancor più interessante riguarda Gerstein. La conferma che il dramma di Hochhut “il Vicario” non è basato su fandonie come continua ancora ad insistere la propaganda della Chiesa e buona parte degli storici cattolici e giornalisti vaticanisti. Contando sulla’ignoranza o amnesia dei più. Qualsiasi storico serio, qualsiasi studioso di storia serio, sa che la questione su Pio XII è nata dallo studio dei filmati, degli atti dei processi di Norimberga e di Eichmann, dalla verifica documentale dello sterminio di sei milioni di Ebrei, ma la propaganda vaticana e vaticanista continua a sostenere che Hochhut abbia influenzato ogni giudizio, senza entrare nel dettaglio, solo perché si vuole continuare a far ignorare che l’uomo chiave su cui si basa tutto il dramma, non era parto di una fantasia anti Pio XII dell’autore, ma un personaggio realmente vissuto e processato a Norimberga.