Pio XII, padre Gumpel, Israele l'analisi di Danielle Sussman
Testata: Informazione Corretta Data: 19 ottobre 2008 Pagina: 1 Autore: Danielle Sussmann Titolo: «Pio XII, padre Gumpel, Israele»
Dedichiamo buona parte della rassegna di oggi, 19/10/2008 alle reazioni suscitate dalle dichiarazioni di Padre Gumpel (ah, quel cognome...) su Pio XII e Israele. Una polemica che non finirà sino a quando il Vaticano non si deciderà ad aprire i suoi archivi sugli anni che vanno dal 1939 al 1945. Ci sembra un esercizio inutile schierarsi pro o contro la figura storica di papa Pacelli, come avviene ormai da troppi anni. Gli storici devono poter esaminare tutti i documenti. Poi se ne potrà trarre un giudizio definitivo. Fino ad allora ci saranno solo polemiche. Da parte nostra ci limitiamo a ricordare i fatti accaduti, e, per quanto se ne sa, il silenzio di Pio XII è un fatto acclarato, confermato ancora di più da un altro silenzio, quello del Vaticano sui suoi archivi. Pubblichiamo in questa pagina l'analisi di Danielle Sussmann. In quelle successive, gli articoli tratti da IL GIORNALE, LA STAMPA, L'UNITA'.
Se davvero venisse confermata l’odiosa intervista rilasciata dal postulatore della causa di beatificazione di Pio XII, padre Gumpel, ci sarebbe seriamente di che preoccuparsi. Associare il viaggio di Benedetto XVI alla didascalia sotto la fotografia di Pio XII a Yad Vashem, “Finché rimane nel museo Benedetto XVI non si può recare in Israele perché sarebbe uno scandalo per i cattolici” suonerebbe come un ricatto che non farebbe onore alla Chiesa di Roma. Sconcertanti le frasi usate da padre Gumpel per dimostrare le divisioni fra gli ebrei su Pio XII. Dal chiaro intento di incitamento all’antisemitismo l’insulto fuori contesto, fino all’evocazione di un falso plauso per ampiezza a Pio XII. “Ci sono «alcuni che continuano ad attaccare la Chiesa cattolica dicendo che Cristo era il figlio di un soldato e di una prostituta», mentre «altri riconoscono che nessuno ha salvato tanti ebrei quanti papa Pacelli».” Altrettanto falso: “persino lo studioso ebreo Sir Martin Gilbert, massimo storico della Shoah, ha chiesto la rimozione». Posso credere che sir Martin Gilbert abbia ritenuto – abbia ritenuto – opportuno che si togliesse la didascalia sotto la fotografia di Pio XII a Yad Vashem, considerate le sue opinioni. Sir Gilbert ha rilasciato un’intervista esclusiva a William Doino Jr. di “Inside the Vatican” nel 2003, all’uscita del suo libro “The Righteous” (Il Giusto). Sir Martin Gilbert non è il massimo storico della Shoah, ma sicuramente uno dei grandi storici viventi, e la sua area di competenza è su Churchill, di cui è il biografo ufficiale, sulla II Guerra Mondiale e sul Medio Oriente. Dall’ambito dell’Impero britannico alla sua versione odierna. Nella sua intervista al sito “Inside the Vatican” sir Gilbert ha esposto le sue teorie partendo dal presupposto che i cattolici (clero e singoli) non avrebbero potuto salvare gli ebrei se non fosse stato loro ordinato da Pio XII. Ma se la rete di salvezza per gli ebrei fosse stata tanto stratificata ed organizzata, presupponendo che Pio XII l’avesse ordinato, oggi non avremmo sei milioni di ebrei uccisi. Né è serio fare ipotesi di calcolo come si è trovato a fare anche sir Gilbert sull’equazione 20 mila Giusti e tanti altri non conosciuti od uccisi per questo (e ce ne sono stati) stanno alla salvezza di più ebrei e pertanto la chiesa cattolica avrebbe salvato almeno 500 mila ebrei (800 mila secondo la teoria di Pinchas Lapide). Ma come? Un momento prima sir Gilbert chiede prova di alcuni documenti e poi cede all’assunto teorico sul numero dei salvati? Un rigo sopra ricorda che la maggioranza dei Giusti si è avuta con le altre fedi cristiane e che sono più rari i cattolici, per poi ricordare la preponderante presenza della chiesa cattolica in Europa? Allora, si torna al ragionamento che non solo alcune centinaia di migliaia di ebrei sarebbero potuti essere salvati, cifra del tutto teorica, ma l’inverso di quella che è stata la realtà: se ne sarebbero salvati sei milioni. Il punto fermo è sempre questo: Sei Milioni di Ebrei Sterminati. Strano poi che padre Gumpel non sappia che tanti studiosi abbiano consultato le carte degli Archivi vaticani fino al 1938. La maggioranza dei testi attendibili su Pio XII arrivano a quel periodo. E’ la parentesi tra il 1939-1945 ad essere secretata, ed è quella che interessa. E’ sperabile che la pausa decisa da Benedetto XVI per una riflessione più cognitiva su Pio XII non sia dettata dal discutibile atteggiamento di padre Gumpel che riguarda una posizione ben più grave per le relazioni con Israele e gli ebrei (a causa dell’ignobile frase più sopra). Già è scandaloso il modo in cui le organizzazioni ecclesiastiche organizzano i “pellegrinaggi in Terrasanta” (pur di eludere il nome dello Stato di Israele). Tutti sanno perfettamente cosa sia la Terrasanta, ma non tutti sanno che comprende anche Israele che fisicamente e sistematicamente viene ignorato, se non per criticarlo. Come ben ricorda Angelo Pezzana su Shalom, viene fatto credere che sia Israele a voler stampare sui passaporti il visto di ingresso, tanto che i frati-guida raccomandano (con ansioso allarmismo) i loro gruppi a farselo far stampare a parte. Non viene spiegato loro che sono i paesi arabi e musulmani a non accettare passaporti con i visti israeliani, mentre Israele accetta passaporti vistati da tutti i paesi arabi e musulmani. Padre Gumpel pensa di buttare altra benzina sul fuoco, quando i rapporti Vaticano-Israele erano sembrati migliorare nettamente. Mi auguro che Benedetto XVI sia ben più saggio. O si deve ritenere che padre Gumpel sia il suo portavoce?