L'Iran non entri nel Consiglio di sicurezza dell'Onu una risoluzione della Commissione Esteri della Camera dei deputati italiana
Testata: fiammanirenstein.com Data: 16 ottobre 2008 Pagina: 1 Autore: Fiamma Nirenstein Titolo: «Risoluzione in Commissione Esteri sulla candidatura dell'Iran al Consiglio di Sicurezza ONU»
Una dichiarazione di Fiamma Nirenstein, dal suo sito:
«Oggi si è registrato un successo in Commissione Esteri con la votazione e conseguente approvazione all’unanimità di una Risoluzione che di fatto impegna il Governo italiano a ricercare in sede europea un’effettiva unità d’intenti per impedire all’Iran di entrare nel Consiglio di Sicurezza, come sta tentando di fare. Infatti il documento impegna il Governo a prevenire l’ingresso di Paesi sotto sanzioni all’interno del Consiglio di Sicurezza. E’ di un'arroganza inaudita il fatto che l’Iran, già sanzionata per tre volte dal Consiglio di Sicurezza, tenti di entrare nell’organo garante della sicurezza internazionale, che dovrebbe difendere il mondo dalla minaccia sia atomica che terrorista che l’Iran oggi rappresenta». «Il voto dell’Assemblea Generale Onu» aggiunge l’On Nirenstein «è previsto per questo venerdì 17 ottobre e 5 membri non permanenti del Consiglio di Sicurezza saranno eletti per i prossimi due anni a partire dal gennaio 2009. L’Iran, candidato contro il Giappone per il blocco regionale asiatico, non è solo nella sua pretesa: è già sostenuto dai 57 Stati membri dell’Organizzazione della Conferenza Islamica e potrebbe riscuotere ulteriori consensi nel largo blocco dei Paesi Non Allineati». «Nella Risoluzione approvata» continua l’On. Nirenstein «viene osservato come l’Iran non rispetti i parametri necessari per risiedere nel Consiglio di Sicurezza, innanzitutto perché l'Iran continua manifestamente a perseguire obiettivi opposti a quelli stabiliti dalla Carta delle Nazioni Unite, secondo la quale il Consiglio di Sicurezza opera per contribuire “al raggiungimento della pace, della sicurezza e degli altri obiettivi dell'Organizzazione”; in particolare, la Risoluzione ricorda che l'Iran ha ripetutamente invocato, persino in sede Onu - come ha fatto il Presidente Ahmadinejad nel corso dell'Assemblea Generale, lo scorso 24 settembre - la distruzione d’Israele, un legittimo Stato membro dell’Onu. Inoltre, la Risoluzione evidenzia come l’Iran continui ostentatamente a disattendere le risoluzioni del Consiglio di Sicurezza (riconfermate dallo stesso lo scorso 27 settembre) in merito al suo programma nucleare». «Pare paradossale» aggiunge Nirenstein «che un Paese sottoposto a sanzioni del Consiglio di Sicurezza possa risiedere all’interno di questo stesso organo, diventando così di fatto giudice del proprio caso». «La Risoluzione» conclude Nirenstein «promuove una decisiva azione europea per salvaguardare, insieme alla decenza del discorso internazionale, che deve cancellare dal suo linguaggio ogni accenno antisemita e antioccidentale, anche la credibilità del Consiglio di Sicurezza dell’Onu. L’Iran con il suo comportamento, armando Hezbollah e Hamas, promuovendo una cultura dell’odio contro Israele e Stati Uniti, violando i diritti umani basilari, applicando largamente la pena di morte, costruendo oltre a centrali atomiche anche missili di lunga gittata che minacciano chiunque si trovi all’interno del loro raggio, ha intrapreso una strada che solo la consapevole fermezza del mondo democratico è in grado di fermare».
Segue il testo della Risoluzione:
CAMERA DEI DEPUTATI ATTI DI INDIRIZZO Risoluzioni in Commissione:
La III Commissione,
premesso che:
il 17 ottobre l'Assemblea Generale delle Nazioni Unite sarà chiamata ad eleggere 5 paesi membri non permanenti del Consiglio di Sicurezza per i prossimi due anni, a partire dal 1o gennaio 2009; gli Stati che hanno presentato la propria candidatura per la regione asiatica sono il Giappone e la Repubblica Islamica dell'Iran; secondo la Carta delle Nazioni Unite, il Consiglio di Sicurezza opera per contribuire «al raggiungimento della pace, della sicurezza e degli altri obiettivi dell'Organizzazione»; all'articolo 23, la Carta dell'ONU stabilisce che l'Assemblea Generale, nell'eleggere i membri non permanenti del Consiglio di Sicurezza, debba prestare particolare attenzione all'impegno dello Stato candidato nel perseguire i succitati obiettivi; l'Iran continua manifestamente a perseguire obiettivi opposti a quelli stabiliti dalla Carta delle Nazioni Unite e a disattendere le risoluzioni del Consiglio di Sicurezza; in particolare, solo per ricordare i fatti più recenti, l'Iran ha ripetutamente invocato, persino in sede ONU - come ha fatto il Presidente Ahmadinejad nel corso dell'Assemblea Generale, lo scorso 24 settembre - la distruzione dello Stato d'Israele e ha ostentatamente rifiutato di adempiere alle risoluzioni (riconfermate dal Consiglio di Sicurezza lo scorso 27 settembre) in merito al suo programma nucleare;
per essere eletto a membro non permanente del Consiglio di Sicurezza, lo Stato candidato deve ottenere i 2/3 dei voti dell'Assemblea: la candidatura dell'Iran è già sostenuta dai 57 Stati membri dell'Organizzazione della Conferenza Islamica e potrebbe riscuotere ulteriori consensi nel blocco dei Paesi Non Allineati; tale candidatura non appare tuttavia sostenibile poiché l’Iran è attualmente sottoposto a sanzioni per non aver assolto gli adempimenti richiesti dall’AIEA in tema di proliferazione nucleare;
l’ammissione in Consiglio di Sicurezza di un Paese soggetto a sanzioni dallo stesso Cds disposte rischierebbe di pregiudicare la credibilità e l’attendibilità di tale organo, inserendo nella sua composizione un Paese che diventerebbe tra l’altro giudice del proprio caso.
impegna il Governo:
a ricercare in sede europea una effettiva unità di intenti e di azione per preservare il ruolo e la credibilità del Consiglio di Sicurezza dell'ONU in modo che non includa Paesi sottoposti a sanzioni. (7-00055) «Nirenstein, Colombo, Guzzanti, La Malfa, Fiano, Picchi, Pianetta, Migliori, Martino, Pistelli, Boniver, Maran»