La differenza tra studio e propaganda A quest'ultima appartiene Ramadan
Testata: Corriere della Sera Data: 27 settembre 2008 Pagina: 47 Autore: Marco Ventura Titolo: «I VERI STUDIOSI DELL'ISLAM E IL RETICENTE RAMADAN»
I VERI STUDIOSI DELL'ISLAM E IL RETICENTE RAMADAN
E' il titolo dell'editoriale di Marco Ventura sul CORRIERE della SERA di oggi, 27/09/2008, a pag.47. Nel quale viene sottolineata la differenza fra chi studia l'islam seriamente e chi lo usa per contrabbandare propaganda, Come fa Ramadan, appunto.
Passeggio per il campus dell'Université Libre di Bruxelles con Khadija e Sébastien. Ventenni appassionati, mi raccontano del loro lavoro storico-filologico sulle fonti dell'Islam. Incrociamo alcuni studenti musulmani. Uno sputa per terra, un altro sibila un insulto. Khadija e Sébastien hanno il torto di aver firmato sul quotidiano Le Soir un manifesto contro Tariq Ramadan. Noi facciamo ricerca, mi dicono, vogliamo sapere, essere liberi. A Ramadan interessa solo dar ragione a tutti per averla sempre lui. Se ne frega del sapere. Dico loro che Einaudi ha tradotto in un anno due suoi libri, il primo in una versione più furba di quella venduta in Gran Bretagna. Che il quotidiano Il Riformista pubblica Ramadan perché, scrive Andrea Romano, questi chiede «ai musulmani di rimanere tali accettando i doveri, le responsabilità e l'impegno che lo spazio civile liberale chiede a ogni suo cittadino». Khadija e Sébastien sorridono. Per loro lo «spazio civile liberale» comincia dalla libertà del sapere, dalla critica delle fonti, dall'onestà delle idee. Non certo dai libri di Ramadan, tutti reticenze e sottintesi, ambiguità e distinguo; non da opere in cui l'autore venera fonti intoccabili e si sottomette alle «norme condivise dagli studiosi e dalle scienze islamiche». Su questi presupposti i Paesi arabi hanno ottenuto dalle Nazioni Unite una risoluzione che chiama «diffamazione» la critica del-l'Islam, un documento denunciato dal Dipartimento di Stato Usa lo scorso 19 settembre. Intanto l'università di Khadija e Sébastien destina mezzo milione di euro a ricerche sull'Islam. Risorse per studiosi veri; per i tanti giovani, musulmani e no, cui preme anzitutto la libertà del sapere. Per inviare la propria opinione al Corriere della Sera, cliccare sulla e-mail sottostante.