Sul CORRIERE della SERA di oggi, 27/09/2008, a pag.15, con il titolo " No a nuove sanzioni a Teheran. Frattini all'Onu: ", la cronaca di Giuliano Gallo:
DAL NOSTRO INVIATO
NEW YORK — No a nuove sanzioni contro l'Iran, ma solo una conferma di quelle già approvate in passato dal Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite. Per ottenere il «si» della Russia, il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite accantona dunque per il momento il progetto di una nuova ondata di sanzioni, più dure e più «mirate». Un progetto nato in Europa e caldeggiato con decisione anche dalla diplomazia italiana. E ora dunque al ministro degli Esteri Franco Frattini non resta che accettare la scelta: la nuova risoluzione però dovrà essere «asciutta ma completa», dice. E dovrà confermare che il mondo vuole sanzioni «effettive e credibili». Unica alternativa seria «al disastro», cioè alla tentazione «di passare dalla diplomazia e dalle sanzioni ad un'azione militare, che sarebbe un disastro non solo per la regione ma per il mondo intero». Anche se il progetto di altre e più severe sanzioni non deve essere necessariamente accantonato, secondo Frattini: «Può ugualmente partire la ricerca degli Stati che da subito sono pronti ad implementare le sanzioni già votate. E spero che i paesi Europei diano il buon esempio». In ogni caso, sanzioni dure o morbide che siano, l'obbiettivo rimane lo stesso: «Bloccare il processo di arricchimento dell'uranio ». Perché, ha ribadito il ministro degli Esteri parlando davanti al Consiglio di Sicurezza, l'Iran «continua ad essere una minaccia molto seria ».
Ieri sera al capo della diplomazia italiana è toccato anche prendere la parola davanti all'Assemblea Generale. E qui ovviamente i toni erano stati meno decisi, più sfumati. Anche nei confronti dell' Iran: «Tutti noi dobbiamo premere sul governo iraniano aveva fra l'altro detto il ministro - perché dimostri il più alto senso di responsabilità e accetti le condizioni di un normale negoziato, per rassicurare la comunità internazionale e i paesi della regione». Paesi della regione che sono stati al centro del dibattito pomeridiano anche del Consiglio di Sicurezza, ma stavolta con i riflettori puntati soprattutto sul conflitto Israele-Palestina. «Il tempo sta scorrendo contro la pace», ha ricordato Frattini. Ribadendo ancora una volta la posizione dell'Italia: «La sicurezza di Israele non è negoziabile, Hamas continua ad essere una minaccia terroristica, ma gli israeliani devono sospendere la costruzione di nuovi insediamenti ». Concetto espresso con forza naturalmente maggiore anche dal presidente dell' Autorità Palestinese Abu Mazen, che all'Assemblea Generale aveva ricordato come, dal 1967 ad oggi, ci siano state ben 10 risoluzioni del Consiglio di Sicurezza che ordinavano ad Israele di bloccare gli insediamenti. Tutte ignorate.
A margine dei lavori veri e propri, Frattini ha partecipato anche ad una riunione informale del cosiddetto gruppo «Amici del Pakistan», annunciando che al prossimo G8 a guida italiana verranno invitati anche Afghanistan e Pakistan per una conferenza regionale che affronti i drammatici nodi della questione.
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