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Il Giornale - Il Foglio - Informazione Corretta Rassegna Stampa
26.09.2008 La resistibile ascesa di Ahmadinejad
le analisi di Fiamma Nirenstein e di Piera Prister, il ruolo della Russia

Testata:Il Giornale - Il Foglio - Informazione Corretta
Autore: Fiamma Nirenstein -la redazione - Piera Prister
Titolo: «Ahmadinejad minaccia e l’Occidente applaude - Multipolare imperfetto - Una lezione di Storia»
Da Il GIORNALE del 26 settembre 2008:

Chi ricorda «La resistibile ascesa di Arturo Ui», di Bertolt Brecht, che parafrasava in commedia la paura e l’idiozia che avevano circondato la presa di potere di Hitler? Qui, la presa del potere da parte di un fanatico religioso che odia l’Occidente è avvenuta quattro anni fa, quando Mahmoud Ahmadinejad da pasdaran, sospetto agente-sicario, si è trasformato in presidente dell’Iran. Ora assistiamo all’allargarsi del suo controllo sul terrorismo internazionale - da Hamas a Hezbollah -, ai suoi legami con Al Qaida e alla resistibile preparazione della bomba atomica intesa a distruggere l’Occidente. E applaudiamo. Come ha già detto il leader dell’Iran khomeinista: quel giorno felice, la redenzione finale verrà quando l’ultimo ebreo sparirà.
Adesso la guerra al potere immorale e imperialista degli Stati Uniti e all’esistenza d’Israele si è trasformata in un dettagliato messaggio nazista che ha al centro gli ebrei e per riflesso la necessità per tutti di eliminarli. «La dignità, l’integrità e i diritti del popolo europeo e americano sono lo zimbello di pochi sionisti... minuscola minoranza che domina i mercati finanziari e i centri politici... Europa e America ubbidiscono a un piccolo gruppo avido e invadente e hanno perso ogni dignità, prigionieri dei delitti, delle minacce e delle trame dei sionisti», ha detto Ahmadinejad a New York. Roba vecchia. La novità è l’applauso dell’Assemblea generale, l’abbraccio del presidente Miguel D’Escoto, la candidatura incredibile e ben sostenuta (118 Paesi non allineati e 57 nazioni della Conferenza islamica) per entrare nel Consiglio di Sicurezza, il crescere del gradimento sociale di un dittatore nazista che impicca a casa omosessuali e adultere: lo vogliono nei salotti, lo vellica Larry King nel suo Show, i programmi tv se lo contendono. La ciliegina è l’invito a cena come ospite d’onore di varie organizzazioni religiose che si dedicano alla «costruzione di ponti per la pace». Quando Heinrich Himmler a Posen nel 1943 spiegò che avrebbe fatto sparire «gli ebrei dalla faccia della terra», cosa che Ahmadinejad ha ripetuto contestualmente alla promessa di portare a termine i programmi atomici, il discorso era tenuto in segreto davanti a pochi complici politici. Qui si è parlato sotto i grandi riflettori del mondo e nessuno si è messo a gridare o a lanciare pomodori. Il fatto è che la ripetizione ossessiva del vituperio antioccidentale e dell’antisemitismo genocida, certamente non condiviso da gran parte della popolazione iraniana, sono stati accompagnati da un successo politico che culmina nella cancellazione da parte della Russia della riunione prevista per venerdì per passare al quarto round di sanzioni.
Ahmadinejad sa oggi che la sua sfida al Consiglio di Sicurezza e all’Aiea è vinta, che la Corea del Nord ora lo segue sulla strada del fregarsene delle imposizioni internazionali e la Russia usa la leva iraniana per la sua sfida con l’America. Il tempo lavora a favore di Ahmadinejad, che costruisce i suoi crimini sapendo che nessuno in Occidente sa raccogliere la sfida.
L’ultimo segno di vittoria per l’Iran è stata la visita del presidente francese Nicolas Sarkozy a Damasco: il siriano Bashar el Assad non gli ha promesso niente né ha intenzione di staccarsi da chi fornisce armi a lui e Hezbollah, gruppo attraverso il quale Iran e Siria minacciano Libano e Israele. Contro Ahmadinejad anche le armi morali sono diventate chimere: ma ci sono strade per agire senz’armi. I Paesi civili in Consiglio di Sicurezza devono contrastare il disegno dell’Iran di sedere in quella stessa istituzione.

Da pagina 3 del FOGLIO, un articolo sul ruolo negativo della Russia che aiuta gli stati canaglia con il suo "silenzio":

Durante gli otto anni del suo doppio mandato alla Casa Bianca, George W. Bush non ha avuto a che fare con lo stesso mondo lasciato dal suo predecessore, Bill Clinton. Il mondo all’epoca di Bush è multipolare e la leadership degli Stati Uniti è indiscutibile ma non è assoluta. Vladimir Putin ha rigenerato l’economia russa e prova adesso a ricostruire la sua immagine di potenza internazionale. La Cina è la macchina produttiva più imponente della storia, con inevitabili conseguenze sul piano politico e militare. India, Brasile e Arabia Saudita hanno consolidato la loro influenza sulle rispettive regioni; nuovi paesi cullano ambizioni analoghe e alimentano progetti pericolosi per la pace e per la stabilità mondiale. Nei momenti di crisi, l’Amministrazione Bush ha costruito la propria risposta attraverso il consenso, limitando le azioni unilaterali. Ha aggregato la comunità internazionale sulle misure da prendere contro il nucleare di Iran e Corea del nord. Ha chiesto e ottenuto il sostegno dell’Europa, di Pechino e di Mosca: nessuna alleanza è mai stata così ampia. Dopo la guerra in Georgia e lo scontro diplomatico con la Casa Bianca, il Cremlino ha rallentato la propria collaborazione. Ieri un vertice del 5+1, il gruppo negoziale sul dossier iraniano, è saltato per l’assenza dei mediatori russi. La Corea del nord ha già ripreso il programma atomico. Mosca non sostiene gli stati canaglia, ma agli stati canaglia non serve il sostegno di Mosca: a loro basta il suo silenzio e la fine della cornice diplomatica costruita dall’Amministrazione Bush.

Di seguito, un editoriale scritto scritto da Piera Prister er Informazione Corretta  :

 Dallas - C'e' da imparare una lezione di Storia dall' Italia
Ahmadinejad e' arrivato di nuovo a New York per partecipare
all'assemblea dell'ONU, lo stesso Ahmadinejad che  e' stato accusato
da testimoni oculari d'aver partecipato, quando era studente,
all'assalto dell'Ambasciata Americana a Teheran nel 1979, in seguito
al quale 52 americani furono sequestrati e tenuti come ostaggi per 444
giorni; ed e' lo stesso che addestra e rifornisce d'armi i terroristi
di Hamas, Hezbollah e i Guardiani della Rivoluzione, i Pasradan, tutte
affiliazioni sussidiarie dell'Iran, che uccidono i soldati americani
in Iraq e che operano contro Israele.  Ahmadinejad e' un nemico degli
Stati Uniti, della democrazia e della pace nel mondo!
Non si spiega perche' i network televisivi  americani (che qui negli
Stati Uniti sono per lo piu' " liberal" e hanno l'egemonia
dell'informazione), gli abbiano dato tanto spazio, e gli abbiano
permesso di  fare propaganda  dagli schermi, come se si dovesse
imparare qualcosa da lui, da quel tiranno che uccide le donne, (per le
quali l'agonia del capestro dura inspiegabilmente piu' a lungo di
quella degli uomini, condannati alla stessa pena), che  tortura nella
prigione di Evin, che taglia la lingua ai dissidenti e che ci prepara
una guerra nucleare perche', centrifuga dopo centrifuga, la bomba
sara' pronta in breve, e' solo questione di tempo, di un tempo che si
accorcia sempre di piu'. Si legga l'editoriale di Bret Stephens
"Mahmoud Ahmadinejad's Triumph"sul The Wall Street Journal del
23-9-2008.
 Quella di Ahmadinejad e' la faccia paurosa e trionfante di una
repubblica islamica fondamentalista antisemita che sta per diventare
una potenza nucleare, che e' responsabile delle bombe antisemite di
Buenos Aires ai tempi di Rafsanjani e che,  forte del suo sistema di
alleanze con il regime genocida anticristiano del Sudan, con la
Siria, con la Corea del Nord e con la Russia; e forte anche delle sue
immense ricchezze di gas e di petrolio, e' arrivato alle minacce e al
ricatto di chiudere gli stretti di Hormutz attraverso cui, e' passa il petrolio.
Cosi' abbiamo visto alla CNN un Larry King, accattivante e senza
ritegno, intervistare Ahmadinejad che parlava al grande pubblico come
una vittima e non un persecutore, a cui il noto intervistatore
americano ha chiesto se avesse moglie e figli per rendere umano il suo
personaggio e che all'ultimo gli ha calorosamente e a lungo stretto la
mano promettendogli anche che sarebbe andato a Teheran il prossimo
anno. Gli ha dato legittimita',che vergogna! Almeno l'anno scorso, il
rettore dell'universita' della Columbia, Lee Bollinger non era stato
cosi' tenero con lui sin dall'inizio.
Ma quella di quest'anno e' stata soprattutto da parte del partito
democratico, una scaltra mossa politica, quella di offrire un cosi'
grande spazio mediatico all'Iran,il piu' grande sponsor internazionale
del Terrore, in un periodo elettorale cruciale in cui i media ci
vogliono rappresentare quel lupo di Ahmadinejad come un mansueto
agnellino con cui dialogare. Perche' questa poi e' la linea politica
del candidato democratico Barack Obama che piu volte ha ribadito che
quella di Teheran non e' una seria minaccia." Iran, Cuba,
Venezuela...do not pose a serious threat...they're tiny countries".(
Sono piccoli paesi che non pongono serie minacce ) e che i Guardiani
della Rivoluzione non sono un'organizzazione terroristica, arrivando
persino in Senato a votare, nel settembre scorso,contro la maggioranza
dei senatori  che invece li designava come tali.
Una ragione di piu' per apprezzare la nostra Italia per la lezione di
Storia che ha dato al mondo, quando ha fatto passare in sordina la
visita alla FAO, a Roma, di Ahamadinejad che e' stato snobbato dal
governo di Berlusconi, dal sindaco di Roma, Alemanno e dal Pontefice,
Benedetto XVI. Ci auguriamo anche che seguano sanzioni economiche
contro quel regime del male prima che sia troppo tardi!
Piera Prister Bracaglia Morante

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