Di seguito, una nuova lettera del lettore, seguita da replica di Pezzana, e controreplica
Caro Pezzana La ringrazio molto per la gentilezza della risposta. Da amico di Israele ci tengo a non essere frainteso: io non credo che alla Knesset siedano, gli Ayatullah e che Israele sia un governo teocratico...per carità... So invece, come lo sa anche lei, che la questione dell'identità ebraica dello Stato è un grosso problema, soprattutto quando questo discrimina le minoranze. La Legge sul ritorno, il diritto di famiglia, la legge sul servizio militare, obbligatorio e volontario, ecc., tutto è basato sul 'leum', creando differenze fra chi ha certi diritti e chi no. Io per esempio pago l'arnona al Comune di Gerusalemme, ma il comune non mi da i servizi (raccolta rifiuti, pulizia strade, ecc.) perchè abito in un quartiere arabo. Lei sa bene che le minoranze arabe o circasse non hanno il diritto di riunificazione familiare, che è invece garantito agli ebrei anche verso famigliari non ebrei. Potrei continuare a lungo, soprattutto nel campo dell'educazione e della politica. In questo senso per me quello delle guide è un mestiere normale, che non può in alcun modo basarsi sulla differenziazione di razza o religione. La focalizzazione sulla natura ebraica dello Stato (per cui per esempio io non posso comperare il pane nei negozi pubblici durante las Pasqua, o mi trovo i telefoni pubblici attorno al Comune di Gerusalemme con il lucchetto il sabato, o mi trovo le strade verso Mea Sha'arim bloccate dall'IDF il sabato, ecc.) è l'esatto corrispettivo del tentativo di imporre la shari'ah in alcuni paesi arabi. E' davvero penoso per noi italiani amici di Israele (nel mio caso un cattolico di destra...) vedere come purtroppo queste sciagurate politiche ci deludono, con polemiche storicamente infondate che creano grande distanza.
Cordiali saluti Sergio Bianchi
Caro Bianchi, la sua mail mi conferma purtroppo che le buone intenzioni servono soprattutto a lastricare l'inferno. quando il punto di partenza è rigido, mi riferisco a quello di entrambi, il dialogo è quasi impossibile. non metto in dubbio quanto lei mi dice sulla quotidianità a Gerusalemme, ma io parto da un assunto del tutto diverso dal suo. Israele è uno Stato da soli sessant'anni, diamogli il tempo per raddrizzare eventuali storture, non vedo perchè questo ragionamento non debba valere per Israele quando lo si applica a qualunque stato. quello però che manca nella sua analisi sono le ragioni del perchè Israele è risorto a Stato indipendente. Se gli ebrei, nei paesi nei quali si erano stabiliti dopo la distruzione del '70, non avessero incontrato solo massacri e ostilità, lì sarebbero rimasti. L'intuizione di Herzl, e del sionismo in sè, continua essere valida ancora oggi, gli ebrei devono avere il loro Stato per vivere da cittadini liberi. E deve essere lo Stato ebraico, nel quale essere maggioranza inossidabile. Tutti gli stati difendono la propria identità, perchè non dovrebbe essere così anche per Israele ? Nel farlo, condivido che si possano anche commettere alcune ingiustizie, che però sono niente se chi per ora le subisce, guarda a come sono governati gli altri stati della regione, nei quali, mi sembra, gli attuali arabi israeliani non hanno alcuna intenzione di trasferirsi. Quanto lei mi scrive non sarà piacevole, ma è niente in confronto a quello che succede negli stati musulmani. aAtrochè parità dei diritti o rispetto delle minoranze ! è qui che non la seguo. le citò solo un esempio, a dimostrazione della infinita pazienza di Israele. Il ministro dello sport e della cultura, arabo israeliano, in Cina per rapprensentare il suo paese ai giochi olimpici, si è rifiutato di essere presente sul palco per non salutare l'inno e la bandiera di Israele, perchè, ha poi dichiarato, " Israele opprime il mio popolo". Riesce ad immaginare un fatto simile, quali reazioni avrebbe suscitato in qualunque altra nazione ? Il governo israeliano ha fatto finta di niente, per non aggiungere polemica a polemica.
Io credo all'importanza del dialogo, ma non mi illudo che serva a tempi brevi. le dirò di più, pur non situandomi in nessun schieramento partitico, nè religioso, spero che Israele possa essere guidato da chi ha veramente a cuore la sua continuità, con mano ferma e forte. lei si definisce "cattolico di destra", ma la sua critica ad Israele esclude qualunque apprezzamento verso alcune generazioni di eroi che hanno trasformato una landa miserabile in quello che Israele oggi è, un paese degno di ammirazione.
ma lei vive a Gerrusalemme est, e attribuisce agli ebrei la condizione di arretratezza degli arabi. la verità è l'opposto. senza l'esempio degli ebrei, quegli stessi arabi che criticano lo Stato ebraico vivrebbero in una condizione ben peggiore, simile a quella nella quale si trovano i loro fratelli musulmani in paesi nei quali è assente qualsiasi connotazione di vita democratica. niente diritti, ma dittature, giustizia sommaria, la modernità vista come un pericolo da evitare.
Come le dicevo, vedo pochi argomenti in comune che ci permettano di continuare il nostro dialogo, anche se ritornerò sulle discriminazioni che lei attribuisce a chi vive a Gerusalemme. Mi permetto di augurarle, visto che vive in Israele, buon anno, anzi, shanà tovà.
Angelo Pezzana
Caro Pezzana,shanà tovà !
Teniamoci comunque in contatto, anche perché io, pur essendo un arabista, organizzo molte attività in collaborazione con il paese che mi ospita: per esempio a breve lanceremo corsi nelle carceri sul radicalismo islamico, in collaborazione con il Centro Antiterrorismo di Glyulot; abbiamo fatto di recente educational per tour operator israeliani in Veneto, etc.. Ma naturalmente abbiamo anche fatto corsi in Italia per Imam dentro le moschee e tante altre attività.
Lastrichiamola pure questa strada per l’inferno, sperando che sia come il Pozzo di San Patrizio, dove chi scende in fondo poi si ritrova in alto.