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Il Giornale Rassegna Stampa
27.07.2008 Come si semina violenza
L'analisi di Fiamma Nirenstein

Testata: Il Giornale
Data: 27 luglio 2008
Pagina: 1
Autore: Fiamma Nirenstein
Titolo: «Gerusalemme invasa dai topi dell'odio»

Sul GIORNALE di oggi, 27/07/2008, a pag.1, con il titolo " Gerusalemme invasa dai topi dell'odio ", l'articolo di Fiamma Nirenstein che qui riproduciamo:

Che sciarada Fatah, la parte “moderata” del mondo palestinese, quella su cui noi tutti puntiamo per il processo di pace cominciato nel novembre 2007 a Annapolis! Condi Rice ha appena ripetuto che quella iniziativa sta per dare i suoi frutti, che il 30 di questo mese ci sarà un incontro decisivo a Washington fra Ahmed Qreia (Abu Ala) e Tzipi Livni, la ministra degli esteri israeliana, e che c’è tempo fino alla fine del 2008 per raggiungere un accordo definitivo che porti la pace. Ma nelle stesse ore da parte di Fatah giunge attraverso il giornale a Sharq al Awsat la notizia che forse si medita, nell’Autonomia, in casa Abu mazen, una proclamazione unilaterale dello Stato Palestinese che ponga fine agli indugi. Quanto all’unione fra Fatah e Hamas, si è allontanata sideralmente: la sabbia di Gaza da venerdì notte è coperta di sangue.Fatah e Hamas hanno messo in scena uno scontro selvaggio, con cinque morti più una bambina da parte di hamas e poi una caccia agli uomini di Fatah che hanno passato ore nel terrore, cacciati, fermati, picchiati. Uomini di Fatah a Gaza hanno rivendicato la bomba della spiaggia che ha ucciso i militanti di Hamas, ma Abu Mazen ha rifiutato ogni responsabilità, riproponendo quel volto che risulta così rassicurante all’Occidente. Di certo, con pazienza Fatah si è presentata a tutti gli appuntamenti con Ehud Olmert, ha accettato il rapporto amichevole con gli USA, ha promesso di arrivare a un accordo mentre Bush è una bestia nera del mondo islamico. Per questo Hamas lo tratta di traditore e di collaborazionista. Ma non è tutt’oro quel che riluce, senza togliergli i dovuti meriti diplomatici. C’è anche un’altra realtà: la chiameremo la realtà dei toponi di cui Abu mazen, anche se non è direttamente responsabile, dovrebbe occuparsi subito. Prendiamo (su indicazione del Palestinian Media Watch, un istituto che segue i media palestinesi) il giornale controllato dall’ufficio di Abu Mazen, Al hayat al Jadida, e un altro giornale Al Ayyam e si capiranno parecchie cose: sull’uno e sull’altro troviamo due articoli conditi di testimonianze popolari che spiegano che la parte araba di Gerusalemme è stata invasa da supertopi portati ad arte da perfidi settler per rendere la vita dei paletsinesi impossibile. Questi toponi sarebbero molto più aggressivi e grandi del solito,indifferenti ai gatti e anzi capaci di metterli in fuga, figliano una media di 140 topolini l’anno (quattro volte il normale) sono immuni al veleno e capaci di distinguere fra un ebreo e un arabo, tanto da attaccare rigorosamente solo gli arabi.Su Al Hayat si trova spesso una quantità di disinformazione che suscita odio per gli israeliani, come quando il 6 luglio è uscito un pezzo che sosteneva che nelle prigioni israeliane si compiono sui prigionieri palestinesi esperimenti in stile nazista,iniettando loro farmaci sperimenatli, che fanno morire, cadere i peli per sempre, impazzire, diventare sterili.Nelle carceri, dice il giornale di Fatah, ci sono stati avvelenamenti di massa. La tv di Fatah e di hamas mostrano identiche immagini di bambini palestinesi con grandi chiavi al collo. L’indirizzo delle case era scritto sullo schermo: Haifa, Ramla, Acre (Acco),Beer Sheba, Giaffa.. tutte citta dentro la Linea Verde. Gli shahid seguitano a essere un esempio assoluto per Fatah. Numerosissimi sono stati i messaggi sui media che congratulano gli hezbollah, incluso quello di Abu Mazen, quando Samir Kuntar, il terrorista infanticida, è stato riportato in Libano da Nasrallah in cambio dei corpi dei due soldati rapiti. Nello scambio anche il corpo della terrorista palestinese Dalal Nughrabi era stato restituto: una donna che aveva ucciso 37 turisti su un autobus, inclusi 12 bambini.Ahmad Abdul Rahman, fra i più senior fra i portavoce di Abu Mazen ,si è rallegratosi del ritorno “dell’eroe” e della “combattente Martire che condusse la più gloriosa azione di sacrificio nella storia della lotta israelo palestinese...”Dunque “il partito del Fatah promette ai palestinesi di seguitare a combattere sulla via dei puri Martiri”. La tv ha ripetuto le congratulazioni.

 

 L’influenza di Fatah è forte a Gerusalemme.Non c’è dunque molto da stupirsi se a Gerusalemme, la città che tutti amiamo e che aveva conosciuto qualche mese di quiete dopo che la barriera aveva impedito ai terroristi di Fatah di entrare, si è invece mosso un movimento terroristico che ha compiuto tre attentati in pochi mesi, i due del 22 e del 2 luglio con i trattori, e quello alla scuola religiosa (otto studenti uccisi) del 6marzo. In generale a Est Gerusalemme, dove risiedono 290mila paletsinesi con la carta d’identità israeliana, l’attività terrorista è aumentata in modo drammatico: dal 2001 alla fine del 2007, 270 residenti di Est Gerusalemme sono stati detenuti per terrorismo. Ma solo nella prima parte del 2008, già 71 terroristi sono stati imprigionati.Inoltre una cellula di Al Qaeda operante nell’Università di Gerusalemme è stata scoperta: pare avesse disegni molto ambiziosi. Ai tempi della visita di Bush avrebbe pianificato di abbaterne l’elicottero. SE uno studente arabo di Gerusalemme cercasse un gruppo palestinese che predica la convivenza e la futura pace tramite un accordo, non lo troverebbe. Fatah che è il movimento meno guerrafondaio, predica il terrore. La sua influenza potrebbe avere enorme significato per condurre il mondo palestinese su un terreno di ragionevolezza su cui da tempo gli israeliani cercano un accordo, e essa non cessa invece di alimentare la palude sotterranea di odio su cui mai sarà possibile costruire alcunchè. E’ strano che i leader mondiali non si rendano conto che il rifiuto della pace, espressosi per esempio a Camp David, non poggia su questioni territoriali, ma sulle teorie dell’odio per cui è bene uccidere gli ebrei. Se Samir Kuntar è così amato dalla leadership per aver ucciso un padre e una bambina ebrei, la loro emulazione popolare è automatica. Abu Mazen dovrebbe essere spinto dal mondo a svolgere un’effettiva politica di pace non con conferenze, ma abbandonando la cultura dell’odio. Sarebbe allora il vero leader moderato modello, il primo e l’unico.    

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