La REPUBBLICA di oggi, 26/07/2008, a pag.12, con il titolo " Israele, nuove critiche agli italianai in Libano ", a firma dell'inviato Vincenzo Nigro, riferisce le posizioni di Israele nei confronti dell'azione dell'Unifil verso Hezbollah. Non solo, anche il comportamento dei due soldati italiani sull'attenti davanti ai feretri di Hezbollah. Ecco l'articolo:
DAL NOSTRO INVIATO
GERUSALEMME - La missione dell´Onu nel Libano del Sud continua ad essere fonte di polemica in Israele. Ieri il Jerusalem Post ha pubblicato un´intervista a Dan Gillerman, pluridecorato ambasciatore israeliano all´Onu. Gillerman sta per lasciare il Palazzo di Vetro, e il suo è un canto del cigno in cui la maggiore accusa che fa al Consiglio di Sicurezza dell´Onu è quella di non essere abbastanza attivo sulla missione Unifil: «I soldati dovrebbero essere più intraprendenti, più aggressivi nei confronti di Hezbollah, per scoprire i depositi di armi. Dovrebbero andarci loro, non lasciare il compito all´esercito libanese, che spesso è colluso con Hezbollah».
Gillerman sostiene che «i caschi blu dell´Unifil non stanno portando a termine il loro mandato. Ma così facendo potrebbero preparare il terreno per il prossimo scontro».
Gerusalemme nelle ultime settimane ha più volte lamentato che Hezbollah ha riempito di nuovo i suoi arsenali di missili più potenti, con forniture che sono arrivate dall´Iran, attraversando clandestinamente i confini della Turchia, per entrare in Siria. A due anni dalla guerra il fatto che Hezbollah abbia ricevuto missili e razzi più potenti di quelli usati nella guerra del 2006 è un vero incubo per la dirigenza israeliana.
Gillerman aveva fatto notizia appena 3 giorni, fa quando protestò all´Onu per la fotografia scattata dalla Ap in cui due soldati italiani salutavano militarmente i feretri di alcuni militanti di Hezbollah. Questa volta le critiche non coinvolgono l´Italia o il comandante della forza, il generale Claudio Graziano; le obiezioni sono invece sono più "politiche", dirette in generale all´Onu e al Consiglio di sicurezza.
Ieri Unifil ha risposto contestando le accuse sul tema del mandato Onu: «L´ambasciatore conosce molto bene il mandato Unifil, che prevede un´attività di supporto e assistenza alle forze armate libanesi e ha come focus la prevenzione di movimenti di armi non autorizzate: il perseguimento del disarmo non è previsto», dice un portavoce: «È come andare a comprare il pane e poi lamentarsi che non sa di fragola: dovevi chiedere prima qualcosa di diverso».
Una notizia arrivata ieri potrebbe confermare il livello delle preoccupazioni israeliane, e di conseguenza il fatto che qualcuno abbia deciso di reagire: secondo il Daily Telegraph, «a Teheran una misteriosa esplosione ha colpito un convoglio di armi destinate a Hezbollah, causando almeno 15 morti e diversi feriti». Per il giornale inglese, l´esplosione è avvenuta il 19 luglio nel sobborgo di Khavarshahar, mentre il convoglio usciva da un deposito dei Pasdaran. Tutti nella zona hanno sentito la deflagrazione, ma i Pasdaran hanno imposto il silenzio ai media. Sui giornali con le interviste, ma anche in silenzio con le operazioni delle forze speciali, la guerra del Libano sta continuando.
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