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L'Opinione Rassegna Stampa
24.07.2008 Il saluto militare dei soldati di Unifil 2 ai terroristi
nel commento di Dimitri Buffa

Testata: L'Opinione
Data: 24 luglio 2008
Pagina: 0
Autore: Dimitri Buffa
Titolo: «E’ ingiusto un omaggio a un gruppo terrorista»
Da L'OPINIONE del 24 luglio 2008:

Si può confondere l’incredibile saluto militare riservato dai soldati italiani di Unifil 2 alle bare dei terroristi Hezbollah con quello che, nel 1918, venne invece tributato alle salme dei caduti dell’esercito austro-ungarico dopo la fine della I Guerra Mondiale?
In un Paese normale, in cui un ministro degli Esteri non se ne vada a braccetto per Beirut con un ministro Hezbollah, una simile domanda neppure si porrebbe. In Italia invece c’è anche chi (ad esempio il colonnello Enrico Attilio Mattina, portavoce militare di Unifil 2) rivendica questo incredibile paragone per giustificare l’altrettanto incredibile gaffe diplomatica del nostro contingente in Libano. I cui uomini, lo scorso 17 luglio, hanno fatto il saluto militare davanti alle bare degli Hezbollah morti restituiti da Israele nel quadro del poco felice “swap” con il quale è stato rimesso in libertà anche il feroce Samir Kuntar, terrorista che negli anni ’90 sterminò un’intera innocua famigliola israeliana uccidendo una bambina a colpi di calcio di fucile. Come se Dalla Chiesa avesse reso l’onore delle armi ai brigatisti uccisi a via Fracchia. O come se Uribe avesse tributato la bandiera a mezz’asta ai 17 terroristi delle Farc uccisi in territorio equadoregno lo scorso 1 marzo insieme al loro comandante Raul Reyes.

Purtroppo gli anni di equivicinanza dalemiana, e prima ancora la politica filo araba del nostro Paese, da Aldo Moro a Bettino Craxi a Giulio Andreotti, ha prodotto dei guasti forse irreversibili nel grado di discernimento medio della differenza tra bene e male, persino tra i vertici delle forze armate. E a proposito di Samir Kuntar, la vecchia “jena” ieri ha parlato con la stampa tedesca rivendicando il proprio passato da guerrigliero e candidandosi per un posto di futuro martire del terrorismo islamico. E’ anche a uomini come lui che il contingente italiano ha concesso il saluto militare che non si può negare nelle guerre ufficiali. Kuntar tra le altre cose ha detto che “due cose mi hanno reso felice nei giorni scorsi: il mio rilascio dal carcere sionista e il regalo che ho ricevuto da Hezbollah, l’arma della resistenza”. Poi ha mostrato con orgoglio alla giornalista tedesca che lo intervistava una bella mitragliatrice di fabbricazione cinese nuova di zecca. A proposito del proprio futuro, Kuntar assicura i suoi numerosi supporter europei di avere preso “molte precauzioni, perché non voglio concedere facilmente il mio martirio agli israeliani”.

A garantire la sicurezza di Kuntar, infatti, ci sarebbero molti uomini di Hezbollah: una decisione che sarebbe stata presa da Hassan Nasrallah in persona. E per gli abitanti del villaggio druso di Aabey, dove Kuntar è stato confinato, che sono per lo più sostenitori del leader druso Walid Jumblatt, è insolito vedere per le strade i miliziani armati del Partito di Dio. Risalgono infatti solo allo scorso maggio i violenti scontri che hanno visto contrapposti i sostenitori di Hezbollah e quelli di Jumblatt nella zona di Shueifat, nei pressi della costa Sud di Beirut, non lontano da Aabey. Ma dall’arrivo nel villaggio di Kuntar, secondo i residenti, ogni giorno i caccia israeliani sorvolano la zona. Chissà che prima o poi gli equipaggi di questi aerei non riescano a dare giustizia alla famiglia Haran.

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