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Libero Rassegna Stampa
05.07.2008 Il pregiudizio antisraeliano e l'annuncio della BBC sull'attentato a Gerusalemme
l'analisi di Giorgio Israel

Testata: Libero
Data: 05 luglio 2008
Pagina: 17
Autore: Giorgio Israel
Titolo: «Il pregiudizio anti Israele dà la colpa al bulldozer anziché al kamikaze»
Da LIBERO del 4 luglio 2008, un articolo di Giorgio Israel

Gli uffici della BBC a Gerusalemme sono prossimi al luogo in cui un palestinese alla guida di un bulldozer ha inaugurato un nuovo tipo di attentato, investendo automobili e autobus e provocando morti e feriti. L´accesso a notizie sicure e di prima mano era quindi immediato e facile. Come ha potuto il sito BBC on line dare il primo annuncio dell´accaduto al seguente modo: «Il conducente di un bulldozer israeliano colpito a morte»? Un annuncio non meno sconcertante di quello dato in televisione da BBC World News: «Il conducente di un bulldozer a Gerusalemme colpito a morte dalla sicurezza». Certo, poi BBC si è corretta, però ha ripresentato la notizia nel seguente modo ridicolo (ammesso che vi sia qualcosa da ridere): «La furia di un bulldozer colpisce Gerusalemme». Come se la macchina avesse agito da sola e avesse demolito qualche muro e non la vita di tre persone...
È un episodio che illustra il pregiudizio che circonda Israele come meglio non si potrebbe, poiché ne è responsabile una delle più importanti agenzie informative dell´occidente. Ed è un pregiudizio diffuso e ostinato. Su molti giornali europei e italiani leggiamo che Israele ha "rotto la tregua" con Hamas ripristinando in parte il blocco degli accessi a Gaza. Non si dice che dal momento della tregua non vi è stato giorno in cui non siano caduti su Israele missili Qassam o tiri di mortaio e che il ripristino del blocco è avvenuto dopo che Sderot era stata di nuovo bersagliata. Ma i fatti non contano: è Israele che ha rotto la tregua. Pochi - tra cui, va detto, il governo italiano - hanno condannato la giustificazione da parte di Hamas dell´attentato che sarebbe conseguenza di quello che Israele "sta facendo" a Gaza. Ma Israele a Gaza non c´è, né ci vuole stare e non ha interesse a colpire se non in risposta ai bombardamenti missilistici: sono ormai migliaia i colpi ricevuti da quando Gaza è autonoma. Prima le solite congreghe di firmaioli "democratici" di tutta Europa condannavano l´occupazione. Ora che Israele se n´è andato e Gaza si è trasformata in una base di lancio quotidiano di missili si stracciano le vesti parlando addirittura di Gaza come Auschwitz... C´è una logica in tutto ciò? Soltanto quella della condanna "a prescindere", dell´odio "senza se e senza ma".
In realtà, siamo soltanto di fronte alla prosecuzione di uno scenario vecchio di decenni. Con una novità: mentre i governi israeliani avevano sempre saggiamente ignorato odio e condanne, nella consapevolezza che è inutile tentare di ammansire chi vive di pregiudizi, oggi Israele è retta da un governo debole e remissivo che s´illude di conquistare simpatie mostrandosi cedevole e non capisce che, al contrario, così alimenta le attese di chi considera come unico evento accettabile la sparizione dello stato ebraico. Le trattative con Hamas, lo scambio di terroristi contro i cadaveri dei soldati rapiti con Hezbollah, le promesse di restituzione del Golan alla Siria senza che quest´ultima faccia neppure concessioni verbali, sono tutti fattori che alimentano la pericolosa illusione che Israele sia con le spalle al muro.
Dobbiamo inoltre attenderci un´ulteriore crescita dell´odio e del pregiudizio in vista del pericolosissimo evento in preparazione per l´anno prossimo in Europa: la nuova conferenza sul razzismo promossa dall´ONU che mira a ripetere i fasti della conferenza di Durban. Il ricordo di quella sciagurata esplosione di antisemitismo e di antiamericanismo - che fece da sinistra "ouverture" agli eventi dell´11 settembre - dovrebbe aver insegnato qualcosa. Purtroppo non pare che sia così né pare che si valuti che la Conferenza rischia di avere conseguenze ancora peggiori, soprattutto per l´Europa. Difatti, uno dei suoi temi chiave - oltre alla consueta retorica antisionista e antiamericana - sarà il "rispetto" dell´islam, l´affermazione del principio (già ripetutamente proclamato) che ogni critica della religione islamica è da condannare come manifestazione di razzismo e che le "libertà" di espressione europee in materia debbono essere limitate. Se l´Europa crederà di ammansire l´integralismo patrocinato dalla Commissione per i diritti umani dell´ONU continuando ad allinearsi alle politiche di odio contro Israele e lascerà che dentro questo cavallo di Troia passi la limitazione della libertà di espressione, le conseguenze saranno tragiche per tutti e gli insani comportamenti nello stile BBC verranno ricordati accanto a Monaco 1938.

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