Israele alla Fiera del Libro: trentaseiesima puntata rassegna di cronache
Testata:La Repubblica - La Stampa Autore: Paolo Griseri - Milena Vercellini - Giovanna Favro Titolo: «Fiera del libro, alta tensione a Torino - Salone, la rivolta corre sul web Picchioni: Boicottaggio fallito - Adesso abbassiamo i toni - Meglio discutere che bruciare bandiere Il rettore difende il seminario con Ramadan -»
Le polemiche fanno ricca Librolandia - Fiera, solo un blitz per Napolitano
La cronaca delle più recenti polemiche sulla Fiera del libro di Torino pubblicata a pagina 8 da REPUBBLICA del 4 maggio 2008, affidata a Paolo Griseri, riporta senza commenti, e senza repliche, le dichiarazioni del Rettore Ezio Pellizzetti sul convegno antisraeliano che verrà ospitato dall'Università di Torino: «molti dei relatori sono stimati professori universitari non c´è motivo di dubitare della loro onestà intellettuale e della loro correttezza scientifica». In realtà accademci come Gianni Vattimo e Angelo D'Orsi hanno dimostrato nei fatti, in più occasioni, la loro faziosità e il loro odio per Israele. Onestà intellettuale e correttezza scientifica ? Diremmo piuttosto propaganda e falsificazione della storia.
Ecco il testo:
TORINO - Il presidente della Fiera di Torino, Rolando Picchioni, prova a stemperare la tensione: «Gli espositori sono in aumento, il numero dei dibattiti e dei relatori è da record. Se qualcuno ha voluto boicottare la Fiera del Libro direi che ha fallito l´obiettivo». Ma Picchioni sa perfettamente che non sono solo le cifre a decretare il successo o l´insuccesso di una edizione. Conta invece il clima che si crea intorno ai padiglioni del Lingotto, la capacità della manifestazione di parlare davvero a tutti. E su questo la scommessa è ancora da vincere. Il primo problema da risolvere è quello della visita di Giorgio Napolitano. Mai, in 21 edizioni, un Presidente della repubblica aveva tagliato il nastro inaugurale della Fiera. Questa volta però bisogna conciliare l´evento con i motivi di sicurezza. Nelle ultime ore tra Torino e il Quirinale sono in corso continue consultazioni. Con ogni probabilità giovedì mattina Napolitano inaugurerà i padiglioni a porte chiuse, senza pubblico, incontrando le autorità locali e una scolaresca. Il segnale che la tensione sale e che non è consigliabile consentire il bagno di folla del presidente tra i libri e gli stand. Il secondo problema da affrontare in ordine di tempo sarà quello delle contestazioni di chi protesta per la decisione di scegliere Israele come ospite d´onore di questa edizione: «Abbiamo invitato gli scrittori non uno Stato», affermava ieri il direttore della Fiera, Ernesto Ferrero. Molti dei contestatori hanno già dimostrato di non apprezzare la distinzione. Così da ieri il tam tam di Indymedia dice che per tutti l´appuntamento è sabato 10 maggio a Torino in corso Marconi con l´obiettivo di raggiungere il Lingotto che si trova quattro chilometri più in là. La parola d´ordine è «contestare chi, dal Presidente della Repubblica alle autorità nazionali e locali, non ha mai messo in discussione in questi anni l´alleanza strategica con lo stato di Israele». Ancora ieri il prefetto di Torino, Paolo Padoin, ha ripetuto che «verrà naturalmente consentita l´espressione del dissenso ma non sarà possibile mettere a rischio la sicurezza nei padiglioni della Fiera». Dunque difficilmente il corteo potrà raggiungere il Lingotto. Il prefetto ha anche invitato «tutti a un uso delle parole che aiuti a stemperare la tensione» e ha condannato «quei mezzi di informazione che hanno diffuso la notizia, totalmente falsa, secondo cui io avrei impedito di esporre le bandiere di Israele». L´ultima polemica in ordine di tempo riguarda la decisione dell´Università di Torino di ospitare, martedì e mercoledì, un convegno di scrittori arabi ed europei che si propongono il boicottaggio del governo di Gerusalemme. Scelta che venerdì ha suscitato l´ira e lo stupore dell´associazione Italia-Israele. Ieri il rettore di Torino, Ezio Pellizzetti, ha risposto che «molti dei relatori sono stimati professori universitari» e che dunque «non c´è motivo di dubitare della loro onestà intellettuale e della loro correttezza scientifica».
A pagina VI dell'inserto torinese troviamo un'altra cronaca di REPUBBLICA. Nel richiamo nelle prima pagina dell'inserto il sorprendente titolo scelto dai redattori di REPUBBLICA è "Fiera del Libro, la rivolta è sul web". All'interno il titolo è più lungo, ma ripropone il concetto "Salone, la rivolta corre sul web Picchioni: "Boicottaggio fallito" ". La "rivolta" sarebbe quella dei boicottatori e degli odiatori contro Israele. Rivolta contro quale intollerabile oppressione ? Quella dei libri e della cultura ? Quella delle idee degli altri ?
Ecco il testo:
Rolando Picchioni snocciola le cifre in crescita degli espositori, dei convegni e dei partecipanti ai dibattiti. Una contabilità che quest´anno assume un significato particolare: «Beh - afferma il presidente della Fondazione per il libro - con queste cifre possiamo dire che il boicottaggio è fallito». Lo è almeno il tentativo di tenere lontane case editrici e relatori dai padiglioni del Lingotto. Che, anzi, in questa occasione, ed è la prima volta, verranno inaugurati dal presidente della Repubblica. «Noi abbiamo fatto la nostra parte per rendere questa Fiera interessante e aperta al dialogo. Il resto non dipende dalle nostre scelte», conclude Picchioni. La risposta del pubblico rimane naturalmente un´incognita anche se quest´anno sono aumentate le prenotazioni delle scuole. Più difficile sarà invece lavorare a una Fiera che sia davvero aperta senza abbassare il necessario livello di sicurezza. Ancora ieri i vertici della manifestazione hanno lavorato per trovare una soluzione al problema della presenza di Napolitano giovedì mattina. Questione di orari, di garanzie ma anche di immagine. Il percorso studiato dagli organizzatori torinesi, ora al vaglio del Quirinale, prevede l´incontro con le autorità nella sala dei 500 e la visita ad uno dei padiglioni dove si svolgerà anche l´incontro con i ragazzi delle scuole. Tutto dovrà però avvenire entro le 11 per poter successivamente aprire i battenti della Fiera e consentire al pubblico di raggiungere le sale dibattito. Alle 12,30 di quella mattina è in programma il primo importante dibattito con lo scrittore israeliano Abraham Yehoshua. In questa proposta la visita di Napolitano avverrebbe comunque a porte chiuse per evitare il rischio di manifestazioni clamorose. Il segretario del Quirinale farà sapere domani mattina se intende accogliere il percorso suggerito dai vertici torinesi della Fiera. Più complesso sarà garantire la sicurezza nei giorni successivi e in particolare nella giornata di sabato quando l´associazione nazionale Free Palestine ha organizzato un corteo da corso Marconi al Lingotto per protestare contro la scelta di dedicare la Fiera di quest´anno ai 60 anni dello stato di Israele. Nei giorni scorsi prefettura e questura hanno fatto sapere che per ragioni di sicurezza non verrà consentito al corteo di raggiungere la sede del Lingotto. Per gli stessi motivi sarà vietato sistemare banchetti di protesta di fronte agli ingressi della Fiera. Ma ieri sul web il popolo del boicottaggio ha chiamato tutti a raccolta per la manifestazione di sabato annunciando comunque «presidi di protesta e volantinaggi agli ingressi per boicottare e contestare i governi e le istituzioni locali che in questi anni non hanno mai messo in discussione l´alleanza strategica con Israele». Proteste e contestazioni che nelle scorse settimane non si sono mai tradotte in rischi particolari per gli organizzatori: «Ai nostri centralini - racconta Picchioni - sono finora arrivate telefonate di insulti ma nessuna minaccia seria».
A pagina VII dell'inserto, un'intervista al prefetto di Torino, sempre di Paolo Griseri:
Per Paolo Padoin, neo prefetto di Torino, quella della Fiera del libro è la prova del fuoco. I prossimi dieci giorni sono un passaggio delicato. Si tratta di garantire insieme la sicurezza e il diritto al dissenso. Una operazione non facile. Signor Prefetto, da dove pensa che possano venire i maggiori pericoli? «Sarò molto franco. Da una tendenza a esasperare i toni che si ritrova anche su qualche mezzo di informazione. Certe rappresentazioni della situazione finiscono per aumentare la tensione invece di favorire un confronto sereno». Non crede che sia compito dei giornali e dei media quello di segnalare l´esistenza di contrapposizioni anche forti? «Certo e non sarò io a negare che questo non è solo un diritto ma anche un dovere dell´informazione. Ho il massimo rispetto per chi svolge correttamente il compito di informare i cittadini. Colgo anzi l´occasione per rivolgere un pensiero a chi ha perso la vita facendo il cronista nel giorno in cui si celebra la memoria dei caduti per informare. Quel che invece trovo sbagliato è divulgare notizie sensazionali e del tutto infondate che aumentano la tensione. Come quella secondo la quale io o altri avremmo vietato l´esposizione delle bandiere di Israele. Nulla di più falso, naturalmente. Ma ancora oggi c´è chi va dietro a quella falsità e la ritiene vera». Qual è il consiglio del Prefetto per trasformare la tensione in confronto di idee? «Il prefetto fa il prefetto e non si permette di dare consigli. Credo che la Fiera di Torino sia stata importante in questi anni proprio perché ha consentito il confronto di idee. Le idee e i principi della manifestazione sono quelli che si trovano nei libri e sappiamo che le parole dei libri sono frutto di una attenta riflessione. Ecco, io credo che per favorire il confronto tra idee diverse e stemperare le tensioni sia importante dare alle parole il loro giusto peso, maneggiarle con cura». Uno dei momenti di maggiore tensione sarà certamente sabato pomeriggio con la manifestazione nazionale indetta per boicottare la Fiera. I pericoli maggiori vengono da Torino o da chi giungerà a Torino? «Non privilegiamo gli uni o gli altri. Diciamo che eserciteremo un controllo a 360 gradi. L´obiettivo è quello di garantire a ciascuno di far conoscere il proprio punto di vista senza che venga messa in discussione la sicurezza. Credo e spero che ci riusciremo». Avete previsto particolari misure di sicurezza per la visita del presidente della Repubblica Napolitano? «Le stiamo concordando in queste ore con il servizio di sicurezza del Quirinale che ci darà presto una risposta. Sarebbe un grave errore sottovalutare i rischi ma, in generale, ritengo che ci siano i presupposti per svolgere un´edizione della Fiera senza problemi particolari. Dipenderà molto da quanto sapranno fare tutti, non solo coloro che istituzionalmente devono garantire l´ordine pubblico».
Milena Vercellino a pagina VI firma una cronaca sul seminario dell'Università, che raccoglie una pluralità di opinioni:
A pochi giorni dall´inaugurazione dell´edizione più controversa nella storia della Buchmesse sotto la Mole, non si placa il lancio di strali polemici tra i sostenitori della presenza di Israele come ospite alla Fiera del libro ed i supporter del boicottaggio. A venire sommersa dal polverone è ora l´Università, che domani e martedì, a ridosso dell´apertura della Fiera, ospiterà nella sala lauree della facoltà di Scienze politiche il convegno dall´inequivocabile titolo "La pulizia etnica della Palestina", organizzato da Free Palestine. Tra i ranghi dei relatori, alcuni docenti dell´ateneo torinese, come lo storico Angelo D´Orsi e il filosofo Gianni Vattimo. Ma anche scrittori, artisti intellettuali e poeti di diversi Paesi, tra cui Tariq Ramadan, animatore del boicottaggio della Fiera. Tanto basta per soffiare sulle fiamme e spostare la polemica dalle piazze ai corridoi del rettorato: l´associazione Italia-Israele non ha gradito la concessione degli spazi ed ha mandato a dire il proprio dissenso al rettore Elio Pelizzetti con una lettera grondante indignazione, che stigmatizza il seminario come un evento «che esprime una posizione massimalista e aggressiva nei confronti di Israele». Dalle parti del rettorato si difendono le proprie ragioni. Pelizzetti rimanda al mittente la lettera dei filoisraeliani: «Che ci siano colleghi presenti è garanzia che si tenga lo stile dell´Università ed è il requisito che richiediamo per dare spazi. E´ meglio che queste cose si svolgano in un´aula, in un clima di confronto, piuttosto che in piazza, bruciando le bandiere», spiega il rettore, che sulla decisione di ospitare il convegno si smarca a favore del preside di Scienze politiche Franco Garelli: «Lo spazio è stato concesso dal preside di Scienze politiche». E la replica di Garelli è intonata sulle stesse frequenze: «In genere aderiamo alle richieste dei colleghi di spazi per seminari. Non ho fatto considerazioni sull´argomento, non ne ero a conoscenza. Mi auguro che si resti su un piano scientifico: non vorrei contribuire a surriscaldare il clima». Tra i docenti, ci si divide tra sostenitori e contrari, ma qualunque sia il versante scelto, i toni virano alle posizioni nette. D´Orsi replica con la stessa moneta alle accuse dell´associazione Italia-Israele: «Che un´associazione finanziata da un governo estero si permetta di chiedere al rettore di annullare la concessione degli spazi è aberrante. L´università è un luogo libero». E ce n´è anche contro ogni eventuale pretesa bipartisan: «Basta con questa modalità "Porta a porta" della storiografia. E poi tutta la Fiera inneggia ad Israele, uno stato fondato sulla sofferenza 7,5 milioni di persone». Contesta invece il "seminario" fin dal nome Ugo Volli, che rilancia la polemica all´indirizzo di colleghi e rettore: «E´ una manifestazione propagandistica promossa da un´organizzazione politica. Falsificare le parole è un modo di falsificare la realtà, e i colleghi che vi partecipano non sono nuovi a queste cose. L´Università ha scelto di ospitare il gesto politico che inaugura il boicottaggio della Fiera. E´ uno scandalo». Smorza i toni la sociologa Chiara Saraceno: «Non vedo perché non si debba parlare di queste cose. Trovo però improprio che non si organizzino seminari in cui si chiamino entrambe le parti. Sembra un gioco di ripicche: voi organizzate la Fiera del libro, noi il seminario. E´ un´occasione in parte persa, anche se non penso che l´università sia venuta meno alla sua funzione».
A pagina 60 della STAMPA, nella cronaca torinese, la cronaca di Giovanna Favro:
Record su record, stracciati uno dopo l’altro. La Fiera del libro continua a macinare numeri da capogiro, con un pigia-pigia mai visto di editori ed ospiti decisi ad essere in Fiera ad ogni costo. Rolando Picchioni, presidente di Librolandia, spiega d’avere ancora «molti eventi in waiting list, di chi ha chiesto di aggiungersi agli 850 convegni già previsti nelle nostre 24 sale», e l’ultimo segnale è arrivato ieri da Bernardino Garetto, presidente di Federalberghi Piemonte, che ha confermato di non aver «mai visto una simile calca di richieste. I miei hotel sono in overbooking, e l’impressione generale, rispetto alle precedenti edizioni del salone, è che le prenotazioni non siano mai state così tante, con pochissime camere disponibili in città per il week end». Librolandia ha opzionato quasi per intero hotel come il Meridien, il Victoria, l’Ac, il Principi di Piemonte o il Boston, e gli editori si sono accaparrati gli altri alberghi. La verità è che quest’anno tutti vogliono esserci: mai un’inaugurazione è stata preceduta da una così forte campagna mediatica, dai giornali americani ad Al Jazeera, e non è un caso se s’è fatto avanti pure Beppe Grillo, la cui offerta di partecipare ha destato lì per lì qualche perplessità tra gli organizzatori: è giusto o no, ospitarlo in una manifestazione spesata da quegli enti pubblici contro cui ha parole di fuoco? Ernesto Ferrero è riuscito a ritagliargli uno spazio in un’ora scomodissima (le 14,30 di lunedì in sala gialla). Il sindaco, Sergio Chiamparino, ne ha parlato con Rolando Picchioni: «Non ho nulla contro la sua presenza - ha spiegato il primo cittadino -: la Fiera è un luogo di dibattito culturale». E’ vero che «affidargli la chiusura della manifestazione mi sarebbe sembrato un po’ troppo», ma dedicargli il primissimo pomeriggio del lunedì, (tradizionalmente un’ora poco affollata nell’ultima giornata di kermesse), gli è parsa un’ospitata «a cui sono indifferente». La Fiera conferma che per l’inaugurazione, alle 10 di giovedì, non sarà contingentato il pubblico alle biglietterie, nonostante la presenza del presidente Giorgio Napolitano, e da ieri tra i padiglioni del Lingotto l’edizione 2008 ha iniziato a prendere forma. Un migliaio di tecnici è al lavoro per montare gli stand, e tra carrelli elevatori, pialle e ponteggi già sono spuntati ad esempio i lampadari di cristallo che troneggeranno nello stand del caffè Torino, con un’ambientazione curata dalla scenografa di Luca Ronconi, Margherita Palli. Sono a buon punto anche la costruzione di Bookstock, il padiglione per i giovani caratterizzato dal rosso, il viola e l’arancio, e la ricostruzione dello storico caffè Pedrocchi di Padova, tra linee neoclassiche e capitelli corinzi. C’è attesa per lo stand creato dal re del design Martì Guixé, guru catalano amatissimo dai milanesi, cui è legata una piccola sorpresa per il pubblico: ogni giorno, alle 18,30, al termine dei workshop verranno serviti gratuitamente ai visitatori aperitivi a base di sushi e vino bianco. Non è il solo corner in cui si potranno gustare prelibatezze: oltre al ristorante multietnico di «Lingua Madre», l’angolo dei sensi servirà cioccolato e Martini, e l’area dei libri antichi offrirà i prodotti del paniere della Provincia. Sono alcuni degli aspetti festaioli che Librolandia manterrà anche quest’anno, nonostante le polemiche, le levate di scudi, le prese di posizione politiche. La gioiosa e attesa invasione dei lettori potrà anche approfittare delle feste organizzate dagli editori. Einaudi ne prevede una ad inviti venerdì 9, e/o accoglierà gli ospiti al Circolo dei Lettori giovedì 8 e Minimum fax venerdì ai Murazzi, per una movida letteraria aperta a tutti.
Sempredi Giovanna Favro, dalla STAMPA, un articolo sulla visita di Napolitano.
Avrà non i minuti, ma i secondi contati, il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, nella sua visita a Torino per inaugurare, alle 10 di giovedì, la Fiera del Libro. Nel pomeriggio sarà impegnato nelle consultazioni per la formazione del governo, e resterà al Lingotto appena un’ora e mezzo. Però ha ribadito la sua volontà di esserci, nell’anno in cui Librolandia è sotto i riflettori del mondo (ma anche al centro di polemiche) per la presenza di Israele come ospite d’onore. E mentre gli organizzatori cronometrano il percorso del presidente tra gli stand, si preparano imponenti misure di sicurezza e continuano ad infuriare venti di protesta. Il Capo dello Stato ha espresso il desiderio di incontrare nel suo cammino al Lingotto degli studenti, e il presidente della Fiera Rolando Picchioni, da giorni impegnato in vertici su sicurezza e cerimoniale, lavora per contemperare la necessità di proteggere Napolitano dalla folla con la volontà di non blindare la rassegna consentendo il consueto, gioioso assalto alle biglietterie fin dall’inaugurazione. Il percorso del presidente doveva essere di 750 metri, compresi quelli per raggiungere la sala dei Cinquecento, dove dovrebbe dovuto prendere la parola. Proprio per i tempi strettissimi di Napolitano, il cammino è stato accorciato a 480 metri, con la cerimonia in una sala tra i padiglioni. E’ certo che il Capo dello Stato sosterà con l’ambasciatore Gideon Meir allo stand di Israele, pavesato di bandiere. «Un’altra bandiera israeliana - dice Picchioni - sventolerà all’ingresso del Lingotto accanto al tricolore italiano, com’è sempre accaduto per il paese ospite». Non ci saranno altri vessilli, dopo che la prefettura ha negato i 100 metri quadri chiesti davanti al Lingotto dall’assemblea Free Palestine, che avrebbe voluto distribuire volantini e bandiere. L’assemblea propone un corteo di protesta sabato 10 e un palinsesto di eventi con al centro i palestinesi (il primo, contestato dall’associazione Italia-Israele, è domani all’Università, con Tariq Ramadan). A poche ore dall’avvio, corrono in rete gli inviti al boicottaggio dell’ultrasinistra, e ad essere al Lingotto di gruppi filo-israeliani. Picchioni spera «in una Fiera straordinariamente ordinaria». Però «chi voleva boicottarci ha ottenuto un boomerang. Abbiamo numeri mai visti: 2 mila ospiti, 850 convegni e oltre 1400 editori italiani e stranieri sono per noi un record assoluto, che raggiungiamo non tanto per una nostra volontà di gigantismo quanto per il desiderio di autori ed editori di essere come mai presenti». S’è fatto avanti pure Beppe Grillo: «Il programma - dice il direttore Ernesto Ferrero - era completo, e gli abbiamo offerto l’unico spazio possibile: le 14,30 di lunedì. Non è un’ora troppo appetibile, ma ha accettato. Lo invito a non fare comizi ma ad essere un formidabile testimonial per il libro». Per la maggior parte della popolazione italiana (il 42%) gli ebrei sono «simpatici», ma rimane un preoccupante 32% che invece li considera proprio il contrario. In ogni caso gli italiani si rivelano favorevoli al fatto che Israele sia il Paese ospite alla Fiera del Libro di Torino: l’82% di loro è pronta ad affermare che l’importanza culturale di Israele non ha niente a che vedere con la politica. Anche qui però si incontra un 12% di contrari. Lo rivela il sondaggio realizzato da Ispo, che viene presentato oggi, a «OyOyOy!», il Festival di Cultura Ebraica, che debutta nella Sinagoga di Casale Monferrato.