No all'equivalenza tra Gaza e i lager un messaggio nel forum di Magdi Allam
Testata: Corriere della Sera Data: 28 aprile 2008 Pagina: 28 Autore: Magdi Allam Titolo: ««Gaza come i lager» Ma c'è chi non ci sta»
Dal CORRIERE della SERA del 28 aprile 2008
Maya77 è soddisfatta per la sospensione dei lavori dell'Onu dopo l'equiparazione libica tra Gaza e i lager nazisti. «Non riesco a capire — dice — come si possa nutrire un odio così smisurato verso un popolo da desiderarne l'estinzione. Come possiamo tapparci le orecchie di fronte ai proclami di distruzione di Israele?». Una domanda che ci riguarda, che non tutti comprendono e a cui in pochi danno una risposta. forum.corriere.it/noi_e_gli_altri/
Dal forum, il messaggio completo:
Questa mattina, sfogliando come ogni giorno il Corriere, ho provato un'infinita gioia nel leggere che l'ONU - seppur non nella sua interezza - ha dato finalmente un segnale di vitalità, di non passività, ha cominciato a togliere la testa dalla sabbia e a prendere posizione su una delle questioni più tragiche del XX secolo e, purtroppo, di questo inizio di nuovo secolo: il diritto alla vita dello Stato Israeliano. Sono una cittadina italiana, cattolica praticante, che non ha alcun legame, se non empatico, col popolo ebraico. Ho 31 anni, non ho vissuto gli anni delle leggi razziali, eppure ogni volta sento una forte stretta al cuore al solo pensiero di quella immane tragedia. Ho 31 anni, ho vissuto gli anni della prima Intifada, ero piccola, non capivo a fondo le ragioni di quella guerra, eppure mi si stringeva il cuore alla vista delle immagini di quella tragedia. Ho 31 anni, vivo oggi con molta attenzione l'infinito odio arabo-palestinese nei confronti dello Stato d'Israele, seguo con vivo interesse ogni dibattito sull'argomento, non riesco ancora a comprendere le intime ragioni di tanto odio, eppure continua a stringermisi il cuore all'idea che esista un popolo al quale viene negato il diritto all'esistenza da tanti, troppi anni. Ma il cuore mi si stringe soprattutto di fronte alla sconcertante realtà di generale indifferenza del mondo verso questa tragedia. Come possiamo chiuderci gli occhi di fronte alle continue azioni anti-israeliane? Come possiamo tapparci gli orecchi di fronte ai ripetuti proclami di distruzione d'Israele? Come possiamo serrarci la bocca di fronte alle innumerevoli fatwa che colpiscono chiunque esprima un suo -purtroppo troppo spesso isolato- appoggio allo Stato ebraico? Come può l'ONU incrociare le braccia e stare a guardare, mentre in Medio Oriente si alimentano tali odi? Ma ciò che proprio non riesco a capire come un popolo possa nutrire un odio così smisurato verso un altro popolo, al punto da desiderarne l'estinzione.
Ps: Dott. Allam, una sera, per pochi minuti, abbiamo avuto l'occasione di parlare, dopo la presentazione del suo libro nella mia città. Io la ringraziai per la sua capacità di tradurre in parole chiare, intense, pregnanti i miei stessi sentimenti di affetto e simpatia (nel significato etimologico del termine) nei confronti del popolo ebraico, di paura generata dall'attuale fondamentalismo islamico, di speranza in un futuro di pace e fraternità. Oggi, ancora e per sempre, rinnovo il mio ringraziamento
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