Da La STAMPA del 4 aprile 2008, riportiamo un articolo sulla visita di Benedetto XVI negli _Stati Uniti, che includerà un incontro con i leader della comunità ebraica e la visita a una sinagoga a New York.
Benedetto XVI ha accolto l'invito del rabbino Arthur Schneier. Il cui nome, riportato correttamente nell'articolo, è modificato in "Schneider" nel titolo.
Ecco il testo:
Benedetto XVI cambia il programma del suo imminente viaggio negli Usa (15-20 aprile) per incontrare i leader della comunità ebraica e visitare una sinagoga a New York. «E’ un gesto molto importante e significativo che avrà effetti benefici sui rapporti tra Chiesa cattolica e mondo ebraico», afferma il cardinale Achille Silvestrini, ex ministro degli Esteri vaticano, mentre il settimanale «Time» dedica la copertina del numero oggi in edicola al «Papa che ama l’America» pubblicando suoi scritti e testimonianze di simpatia verso gli Stati Uniti. «Benedetto ha un debole per gli americani e trova di considerevole valore la Chiesa in America, la terza più grande del mondo - scrive Time -. Joseph Ratzinger ha la visione dell’America come di una società ottimista e diversificata, ma essenzialmente devota, in cui la fede e il dialogo basato sulla fede su temi sociali sono mantenuti vitali proprio dalla decisione dei padri fondatori di separare Chiesa e Stato». Il Papa considera gli Usa «un modello civile e anche un’ispirazione per la sua nativa Europa». Il 17 aprile, il Papa ha in programma un vertice interreligioso a Washington, al termine del quale è stato aggiunto ieri un incontro con leader ebrei «per rivolgere loro un messaggio augurale in occasione della Pasqua ebraica». Il 18 aprile, il Pontefice sarà a New York e ha personalmente voluto accogliere l’invito dell’anziano rabbino Arthur Schneier (deportato da Budapest ai campi di sterminio prima di trovare rifugio in America) inserendo una visita di 20 minuti in sinagoga, vicino alla residenza del nunzio della Santa Sede all’Onu che ospiterà Benedetto XVI durante il soggiorno. Il Papa è atteso anche da un meeting ecumenico con protestanti e ortodossi nella chiesa newyorchese di Saint Joseph. «Era un forte desiderio del Pontefice poter avere un momento d’incontro con la la consistente comunità ebraica di New York», spiegano in Curia.
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