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Il Riformista - Il Manifesto - L'Opinione - Informazione Corretta Rassegna Stampa
21.03.2008 Qualcuno difende la miserevole vignetta di Vauro Senesi
e qualcuno, per fortuna, no: un confronto

Testata:Il Riformista - Il Manifesto - L'Opinione - Informazione Corretta
Autore: la redazione - Maurizio Musolino - Dimitri Buffa - Michael Sfaradi
Titolo: «Antisemitismo - Solidarietà a Vauro - Antisemitismo sinistro e scarsa solidarietà - Antisemitismo fremens»

Non antisemitismo, ma "critica politca", è la tesi del RIFORMISTA sulla vignetta di Vauro Senesi che denigra Fiamma Nirenstein:

Antisemitismo. Non crediamo di essere sospettabili, noi del Riformista, di indulgenze verso l'antisemitismo. E se per per questo nemmeno verso l'antisionismo, che può scolorare rapidamente e facilmente nel buio dell'antisemitismo. Stimiamo Fiamma Nirenstein, la giornalista ebrea candidata nella Pdl, e spesso abbiamo dato conto dei suoi appassionati argomenti in difesa di Israele. Ci possiamo perciò permettere di difendere Vauro dall'accusa che gli è stata mossa: quella di aver fatto una vignetta antisemita sul Manifesto raffigurando la Nirenstein medesima abbigliata di un vestito su cui spiccavano i simboli della stella di Davide, del fascio Littorio e del Popolo della libertà. Ci è sembrato un modo, più o meno di buon gusto, di ricordare che un candidato ebreo (Nirenstein) si trova con un candidato fascista (Ciarrapico) nella lista dello stesso leader (Berlusconi). E' una pesante critica politica, espressa sotto forma di satira. Ma non presenta nessun sintomo di antisemitismo; magari di antifascismo. Lo diciamo perché in queste materie è sempre meglio non gridare al lupo al lupo. Se tutto è antisemitismo, finiremo col non indignarci più quando arriva quello vero.

La tesi del RIFORMISTA è analoga a quella di Maurizio Musolino, direttore de La Rinascita della Sinistra.
Il MANIFESTO pubblica una sua lettera di "solidarietà a Vauro"
 

Caro Vauro, ancora una volta sei vittima di chi pensa che la satira debba essere politicamente «corretta» altrimenti, se fuori dal coro, meritevole di attacchi e minacce. Ancora una volta si dimostra il rifiuto degli amici di Israele a accettare la normalità di questo stato e quindi anche la possibilità di essere oggetto di critiche. I fondamentalismi religiosi e politici manifestano la loro intolleranza. Ancora una volta l'accusa di antisemitismo viene usata, strumentalmente e a sproposito, come una clava per zittire le critiche. Stupisce e preoccupa che ti si venga a chiedere a te e al tuo giornale, il manifesto, le scuse per una vignetta dedicata alla signora Nirenstein, senza dire una parola sulla scelta della stessa signora Nirenstein di essere candidata in una lista insieme a personaggi che non hanno mai preso le distanze dal fascismo. La satira è il sale della democrazia e non stupisce quindi che chi la critica e vorrebbe vederla imbavagliata accetti di militare al fianco di Berlusconi.
Maurizio Musolino, direttore de La Rinascita della Sinistra

Dimitri Buffa sull'OPINIONE è invece chiaro nel denunciare l'antisemitismo e la scarsa solidarietà per Fiamma Nirenstein

Antisemitismo di sinistra e maschilismo. La sinistra antagonista che fa riferimento al “manifesto” e in parte anche a “l’Unità” non ha paura di infrangere qualsivoglia tabù politico e culturale pur di combattere il nemico politico. Non l’avversario. E quando il “nemico” è per caso anche ebreo e donna, i vignettisti alla Vauro non esitano a mettere sul tavolo i più biechi simbolismi e stereotipi del settore. Così, avendo deciso la giornalsita e scrittrice Fiamma Nirenstein di candidarsi alle prossime elezioni con il Popolo delle libertà di Silvio Berlusconi, immediatamente è stata associata nella satira di cui sopra, ma anche in titoli di giornali come “il Lavoro” di Genova (inserto locale domenicale della “Repubblica” che spara in prima pagina “l’ebrea Nirenstein per An nel Pdl”), alle reminiscenze del ventennio che portò l’Italia alla seconda guerra mondiale. Per di più Vauro in una vignetta che una settimana orsono troneggiava sulla prima pagina del “manifesto” ha disegnato la Nirenstein come una sorta di mostro Frankenstein, con sul petto la stella di Davide e il fascio littorio, sottolineando la bruttezz di tutto ciò anche nelle fattezze di donna. Tutto perché avrebbe accettato di candidarsi nello stesso schieramento dove è in lista il fascistone d’antan Giuseppe Ciarrapico.Di questi argomenti, e dei riflessi condizionati anti israeliani e anti ebraici di certa sinistra, si è parlato ieri alla Fondazione Magna Carta in una conferenza stampa che la stessa Nirenstein, insieme a Magdi Allam (tempo fa anche lui vittima di Vauro in una vignetta sciorinata durante una trasmissione di “Annozero”, in cui i suoi scritti sul “Corriere della Sera” venivano assimilati alle bombe dei kamikaze islamici), al deputato uscente (e non rientrante) del Partito democratico Peppino Caldarola e a Riccardo Pacifici, portavoce e vicepresidente della comunità ebraica romana, hanno tenuto sull’argomento.

La Nirenstein è stata intervistata sui riflessi di questa ignobile vignetta di Vauro anche dalla tv israeliana e persino l’Anti defamation league ha preteso le scuse, in realtà mai giunte, del quotidiano comunista per antonomasia in Italia. E’ noto che il “manifesto” alcune settimane orsono si era anche distinto per l’appoggio indiretto di alcuni suoi simpatizzanti e redattori alla campagna di boicottaggio verso il Salone del libro di Torino che quest’anno ha per ospite d’onore proprio lo stato di Israele per il sessantesimo anniversario della sua fondazione. La cosa però fu stoppata sul nascere dal coraggioso direttore storico Valentino Parlato che prese posizione in prima pagina in senso diametralmente opposto. Mal gliene incolse a Parlato, che per questo coraggio, guarda caso, fu coperto di insulti dai lettori del quotidiano in questione e nei blog su internet. Dello stesso tipo di demonizzazione del dissenso soffre oggi la Nirenstein e prima di lei ne ha sofferto Magdi Allam, osteggiato e criticato anche lui dalla sinistra perché non incarna l’archetipo dell’islamico anti occidentale e anzi ha scritto un libro che si intitola “Viva Israele”. Totale? Grazie all’anti semitismo di sinistra che si salda con quello islamico terzomondista nel legittimare ben altre manifestazioni di odio e di violenza anche nel nostro paese, tanto Allam quanto la Nirenstein (e lo stesso protavoce dell comunità ebraica romana Pacifici) da anni sono costretti a girare con la scorta.

Perché in Italia pensarla differentemente rispetto al pensiero unico anti israeliano può costare anche la vita. O può venire ripagato, come nel caso di Peppino Caldarola, con l’esclusione dalle liste del Partito democratico, che in questa tornata ha fatto fuori tutti i deputati e i senatori amici di Israele tranne Furio Colombo. Mettendo quest’ultimo comunque non in una parte favorevole del listone. Nella confererenza stampa tutti hanno espresso alla Nirenstein la dovuta solidrietà per l’accaduto. Solidarietà arrivata anche da esponenti politici, ma limitatamente al Pdl. Proprio la giornalista stessa ha lamentato infatti l’assenza di telefonate di cordialità da parte di qualsivoglia esponente della sinistra, sia del Pd sia della Sinistra Arcobaleno. Il processo di rimozione dell’anti semitismo casalingo è infatti forte almeno quanto i pregiudizi anti israeliani. E persino l’Unione delle comunità ebraiche italiane, per un malinteso senso di par condicio elettorale, non ha ancora manifestato la propria solidarietà a Fiamma. Qualche ebreo di sinistra, nel gruppo pacifista che fa riferimento a Martin Buber, l’ha addirittura insultata nel proprio forum on line definendola “un’utile idiota della destra che si candida con gli eredi di Almirante”.

Sul tema, pubblichiamo anche un articolo di Michael Sfaradi, scritto per Informazione Corretta:

Albert Einstein diceva che le cose infinite sono due l'universo e la stupidità umana, ma che sull'universo aveva ancora qualche dubbio. Come non dargli ragione guardando quello che disegna il Signor Vauro ogni volta che tratta Israele ed il problema mediorientale? Di una cosa sono sicuro, quando il signor Signor Vauro traccia qualche vignetta con Israele come bersaglio cambia penna, ed al posto di quella ad inchiostro usa quella al veleno. I vignettisti sono particolari nel mondo del giornalismo, e proprio perché il loro lavoro, fatto di disegni, deve arrivare completo al lettore, è giusto e necessario che godano di un'ampia libertà nella manifestazione dei loro pensieri. Per forza di cose non hanno, dalla loro, la possibilità di spiegare e approfondire il messaggio che è, e deve essere, una fucilata; e il bello sta tutto lì.

Ma il Signor Vauro, con Israele e popolo ebraico si esalta, esagera e perde il senso della misura, la vignetta sulla Signora Fiamma Nirenstein è solo l'ultima prova. Io credo che la libertà di pensiero sia uno dei pilastri della democrazia e mai mi sognerei di censurare il lavoro d'espressione, ma questa libertà deve essere usata con la giusta misura riportando i fatti per come sono e non per come si vorrebbe che fossero usando la buona educazione ed un minimo di rispetto, cosa che non guasta mai. Tanto per dare qualche esempio nelle sue vignette ha descritto i militari israeliani come le S.S. naziste che facevano il tiro al bersaglio con le donne e bambini palestinesi in un'ottica assolutamente di parte, riportando, al posto dei fatti, la sua immaginazione di delirio pro palestinese, pro Hamas, pro Hetzbollah e pro tutto e tutti quelli che sono contro Israele ed il suo popolo. Ha descritto gli israeliani come belve assetate di sangue palestinese inserendo nei suoi disegni tutti gli stereotipi dell'antisemitismo moderno che vuole l'ebreo oppressore di un nuovo oppresso. Sarebbe tempo sprecato cercare di fargli capire, impregnato com'è d'odio antisionistico, che i suoi disegni con campi di sterminio pieni di palestinesi guardati a vista da guardie israeliane vestite come i Sturmtruppen, forni crematori, camere a gas e chi più ne ha più ne metta, sono offensivi nei confronti di chi nei campi di sterminio, quelli veri, ha perso la vita e dei sopravvissuti che hanno continuato a vivere un esistenza nell'incubo. Qualcuno dovrebbe spiegargli che trattandosi di un professionista con un pubblico che lo segue, i suoi lettori hanno il diritto a sapere la verità vera, e non quella falsa riveduta e corretta dalla sua cieca fantasia di parte. Ho già scritto sulle colonne di questo giornale che il Governo dello Stato d'Israele non ha mai costruito o fatto costruire campi di sterminio nella striscia di Gaza o in Cisgiordania, e che nessun palestinese è mai finito in un forno crematorio per mano ebraica… sfido chiunque a provare il contrario. Il disegno della Signora Nirenstein con la stella di David ed il fascio littorio, fatemelo dire, proprio non mi va giù; non perché come ebreo mi senta in qualche modo colpito, ma per l'idiozia galoppante che la vignetta rappresenta. Ma davvero voleva essere spiritoso? E che c'è da ridere nel vedere un'immagine che racchiude tutte le menzogne che sono state dette e continuano ad essere ripetute, con il metodo "Goebbels", da una certa sinistra sul mio popolo e sulla mia nazione? Ma il Signor Vauro perché non fa una vignetta sui Kassam spiegando che i cittadini di Sderot, hanno passato gli ultimi sette anni vivendo nel terrore? Oppure quando l'ha fatta ha usato l'inchiostro trasparente, perché nessuno l'ha vista. Per una volta avrebbe dato un colpo al cerchio ed uno alla botte e a se stesso un minimo di credibilità; cosa che il Signor Vauro non ha mai avuto, o che ha perso da qualche parte tanto tempo fa. Il suo cuore, tanto delicato, perché non ha occhi per vedere Osher Twito, di 8 anni, che ha perso una gamba quando un Kassam sparato dai suoi amici della striscia di Gaza lo ha colpito in pieno? Osher Twito, il nome di un bimbo al quale sarà per sempre negato un giro in bicicletta o una partita a pallone con gli amici. Fermo restando che quando un bambino paga nel dolore l'idiozia dei grandi, il male e la tristezza sono infiniti a prescindere dalla sua nazionalità, non si può trattare l'argomento con il solito sistema dei due pesi e due misure come fa il Signor Vauro. Se fosse stato un bambino arabo quello colpito, di penne cariche di veleno il Signor Vauro ne avrebbe, probabilmente, consumate una dozzina; trattandosi però di un bimbo israeliano la notizia non deve avere il giusto rilievo, sarebbe una pubblicità negativa per i suoi amici terroristi. Ho in ogni modo una buona notizia per il Signor Vauro, non è l'unico a soffrire di Antisionismo Fremens, è in buona compagnia e la lista è lunga. Faccio a lui, e a tutti gli infettati, i miei migliori auguri di pronta guarigione.

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