Il "terrorismo" secondo D'Alema le dichiarazioni del ministro degli Esteri italiano sulla morte di Imad Mughniyeh
Testata: Corriere della Sera Data: 22 febbraio 2008 Pagina: 19 Autore: Marco Nese Titolo: «D'Alema: «Un atto terroristico l'assassinio del capo Hezbollah»»
Dal CORRIERE della SERA del 22 febbraio 2008 un articolo sulle dichiarazioni del ministro degli Esteri italiano Massimo D'Alema sulla morte del terrorista di Hezbollah Imad Mughniyeh.
Al momento, le circostanze nelle quali Mughniyeh è morto non sono note. Ad ucciderlo potrebbe essere stata una faida interna al campo delle organizzazioni terroristiche e degli stati loro sponsor. Oppure potrebbero essere stati i servizi di sicurezza dei pasi vittime dei crimini di Mughniyeh. Il quale, protetto dal regime di Damasco, non poteva essere arrestato e sottoposto a giudizio, ma, impegnato in una guerra contro i civili israeliani e occidentali, era un obiettivo militare legittimo.
D'Alema dichiara invece che l'omicidio di Mughniyeh, da chiunque sia stato compiuto, è stato un atto terroristico. Dichiara che tutte le eliminazioni mirate, comprese quelle notoriamente compiute da Israele contro i terroristi palestinesi, sono atti terroristici ed esecuzioni extragiudiziali. Sull'accusa di terrorismo, cheequipara l'uccisione di civili innocenti all'eliminazione di chi le progetta ed attua, non vale nemmeno la pena di soffermarsi. Vale la pena di sottolineare, invece, che le eliminazioni mirate israeliane colpiscono chi rappresenta un pericolo imminente per i civili israeliani e, trovandosi in un territorio non controllato da Israele, non può essere assicurato alla giustizia. Dunque, non si tratta di esecuzioni extragiudiziali, ma di legittime operazioni militari.
D'Alema ritiene anche"grave che l'uomo fosse in Siria, il che alimenta i sospetti su quel regime". Non ha ritenuto di condannare a chiare lettere che un terrorista come Mughniyeh fosse ospitato e protetto a Damasco. Si è limitato a deplorare che si trovasse lì, perché questo "alimenta i sospetti verso quel regime". Quali sospetti ? Che sia stato quel regime a compiere l'"atto terroristico" contro Mughhniyeh ? O che quel regime sostenga il terrorismo, ospitandone e proteggendone i capi ? Quest'ultimo, onorevole D'Alema, non è un sospetto, è una certezza.
Ecco il testo:
ROMA — «E' terrorismo». Massimo D'Alema, ministro degli Esteri, non concede attenuanti. Se uno Stato, per qualsiasi motivo, si rende responsabile di omicidi mirati, compie «atti terroristici». Perciò la pratica israeliana di scovare ed eliminare esponenti di Hamas a Gaza è del tutto «inaccettabile». «Sono contro la pena di morte legalmente comminata — riferisce D'Alema all'Espresso — si immagini cosa posso pensare di una morte decisa ed eseguita in via extragiudiziaria ». Non approva nemmeno l'attentato di Damasco, l'autobomba con la quale è stato ucciso il 13 febbraio scorso Imad Mughniyeh, il comandante militare Hezbollah, definito il Bin laden sciita, autore di azioni terroristiche e dirottamenti aerei, uno degli uomini più ricercati al mondo. Anche in questo caso non si può che parlare di «terrorismo », dice D'Alema, «chiunque l'abbia fatto». E aggiunge una considerazione velenosa nei confronti di Damasco. Gli sembra molto «grave che l'uomo fosse in Siria, il che alimenta i sospetti su quel regime ». Ombre sui siriani. Invece secondo i capi di Hezbollah, Imad Mughniyeh è stato ucciso «per mano dei sionisti israeliani» e Teheran ha accusato Israele di «terrorismo di Stato». Sebbene il premier Ehud Olmert abbia negato un coinvolgimento israeliano nell'omicidio, Gerusalemme teme che ci possa essere una ritorsione contro le sue sedi diplomatiche. Perciò ha chiesto ai Paesi che ospitano ambasciate, consolati, uffici turistici e commerciali di rafforzare le misure di sicurezza. L'Italia ha subito provveduto. Il ministero dell'Interno ha diramato una circolare a questori e prefetti raccomandando di garantire una sorveglianza adeguata alle sedi ebraiche nel nostro Paese. L'uccisione di Mughniyeh sta creando problemi anche al Kuwait. Mughniyeh fu accusato di aver organizzato il dirottamento di un aereo kuwaitiano nel 1988 per chiedere il rilascio di detenuti sciiti, un'azione durata sedici giorni. Ora un deputato kuwaitiano sciita ha promosso un raduno per commemorare quello che lui definisce «eroe martire » Mughniyeh. I capi kuwaitiani non hanno gradito. Il deputato è finito sotto inchiesta, ma gli Hezbollah minacciano vendetta. Di conseguenza a Beirut, per paura di assalti terroristici, è stata evacuata l'ambasciata del Kuwait. Ritornando a D'Alema, nel momento in cui egli condanna gli attacchi di Gerusalemme nella striscia di Gaza, indica quella che secondo lui è la soluzione in grado di riportare un clima di tranquillità. È un progetto sul quale il titolare della Farnesina insiste da tempo: bisognerebbe affidarsi a «una forza internazionale, ma come risultato di un accordo tra le parti, non dopo un attacco».
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