La stella gialla appuntata sul petto e sulle spalle la bandiera di Israele così domani si presenteranno a lezione due docenti dell'Università di Torino
Testata: La Stampa Data: 20 febbraio 2008 Pagina: 18 Autore: Giovanna Favro Titolo: «All'Università avvolti nelle bandiere d'Israele»
Da La STAMPA del 20 febbraio 2008:
La stella di Davide gialla appuntata sul petto, e, sulle spalle, la bandiera di Israele. Così domani si presenteranno a lezione due professori dell’Università torinese. Per denunciare «un clima non più respirabile», passeggeranno nell’atrio di Palazzo Nuovo, sede delle facoltà umanistiche, portando pure un cartello: «Antisionismo uguale antisemitismo». Il motivo? «Siamo stufi di veder propagandate idee antisemite in uno spazio pubblico universitario che dovrebbe essere un luogo di ricerca e di studio». Parole di Ugo Volli, professore alla facoltà di Lettere, e Daniela Santus, docente a Lingue. Il primo pochi giorni fa è finito nell’odiosa «black list» diffusa in rete, tra i professori ebrei accusati di fare lobby a favore di Israele. La Santus era invece stata contestata nel 2005 dal Cua, il «Collettivo universitario autonomi», per aver invitato a una lezione il viceambasciatore di Israele Elazar Cohen. E ieri non ha usato mezze misure: «Ormai s’è scatenata una vera e propria caccia all’israeliano». Dietro alla protesta dei professori, c’è pure la tempesta sulla Fiera del Libro, «rea» d’aver invitato Israele come Paese ospite d’onore. Dopo gli inviti al boicottaggio, le offese gridate sui muri, gli appelli e i contro-appelli piovuti da ogni parte, è sceso in campo addirittura il presidente della Repubblica, che inaugurerà la Fiera. Ma, tra quanti continuano ad annunciare iniziative di boicottaggio della manifestazione c’è il Cua, che pochi giorni fa ha occupato gli uffici della Fiera del libro, e che ieri ha invaso l’atrio di Palazzo Nuovo con banchetti, bandiere palestinese e volantini contro Israele. «Boicottare la Fiera non è essere antisemiti, ma schierarsi con il più debole, il popolo palestinese». Nelle dure critiche a Israele, però, per i docenti c’è dell’antisemitismo bello e buono. «Sono sdegnato - dice Volli -. Forse, portando con le bandiere israeliane, saremo aggrediti. Chiediamo che il rettore impedisca la diffusione di scritte e testi antisemiti nell’ateneo. Sono pronto a candidarmi provocatoriamente contro di lui se non provvederà». E la Santus: «Porteremo la bandiera d’Israele come se fosse un talleth, un manto di preghiera, per testimoniare che Israele esiste ed è la casa di tutti di ebrei perseguitati nel mondo». L’annuncio della loro iniziativa ha subito fatto il giro dell’ateneo. Il Cua replica che «la nostra è dura critica a uno Stato, e non antisemitismo. Forse questi professori vogliono mettersi in mostra». Il rettore Ezio Pelizzetti ricorda invece il documento del Senato accademico dopo la black list in rete, di condanna contro episodi «fascisti e antisemiti. E aggiunge: «Non conosco i testi di cui parlano i colleghi, ma non si può domandarmi di impedire la diffusione del pensiero né di controllare tutti i volantini nelle 120 sedi dell’ateneo».
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