Da INTERNAZIONALE sett. 25/31 Gennaio 2008
“GAZA, I NUMERI DELLA MORTE.I generali israeliani misurano il loro successo sul numero di palestinesi uccisi. Così l’escalation
non si ferma.” Di Gideon Levi, Ha’aretz
“Da Ramallah” di A. Hass, Ha’aretz
Ancora una volta ci stupiamo, sempre meno in verità, di quanto le selezioni di articoli della redazione de “L’Internazionale” (cronache giornalistiche, editoriali, reportage, fin anche rubriche) riguardanti Israele, siano tutte affette da un morbo diffuso: unidirezionalità.
Nota la linea del giornale israeliano Ha’aretz, che tanto spazio trova su INTERNAZIONALE: pro-palestinese, antimilitarista (sic!).
Quanto basta per disinformarci e tediarci.
Basta dare un’occhiata ai titoli degli articoli pubblicati in questo ultimo numero de INTERNAZIONALE. Gydeon Levi, giornalista di Ha’aretz ce la mette così:_
” GAZA, I NUMERI DELLA MORTE. I generali israeliani misurano il loro successo sul numero di palestinesi uccisi. Così l’escalation non si ferma.”
Titolo sobrio, ragionato. Speriamo almeno che ne sia responsabile l'individuo che ha effettuato la traduzione, ma purtroppo ne dubitiamo.
Ha’aretz ci ha abituati a questa piaggeria anti-governativa.
Noi di informazionecorretta.com, ci domandiamo solamente, a ragione ci pare, perché tanta zelo nel voler selezionare solo una certa stampa israeliana.
Ci chiediamo perchè questa redazione si ostini, pur legittimamente, a dare una sola voce alle vicende di Israele.
L’articolo di Gideon Levi,è solo uno dei tanti che trovano ospitalità tra le pagine de INTERNAZIONALE”
Anche la rubrica “Da Ramallah” di A.Hass, tradotta in italiano, guarda caso, ancora dalle colonne di Ha’aretz.
Un giorno, un giorno per caso, vorremmo essere folgorati dalla constatazione che, non solo un quotidiano prestigioso e libero come Ha’aretz sia ospite gradito de INTERNAZIONALE, ma pure una voce alternativa lo possa essere.
Non sia mai che un articolo, tratto e tradotto dal Jerusalem Post, non possa un giorno far parte della ‘banda’ de INTERNAZIONALE?
Nota aggiuntiva: da INTERNAZIONALE Sezione ‘CITTA’ di questa settimana : A Tel Aviv si fanno un sacco di bambini, e , ci dicono, per due buone ragioni: salari alti e opportunità lavorative.
Mai che qualcuno si azzardi a dire che a Tel Aviv si vive anche molto bene
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