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Corriere della Sera Rassegna Stampa
02.01.2008 Rubata la danza del ventre, chi è stato ?
Israele, naturalmente.

Testata: Corriere della Sera
Data: 02 gennaio 2008
Pagina: 18
Autore: Davide Frattini
Titolo: «L'ultima lite Israele-Egiito: le danzatrici del ventre»

Gli amanti della danza sono avvisati: se assistono ad <  una danza del ventre >in un paese non musulmano, sappiano che quello spettacolo è stato rubato, in quanto tale danza è di tradizione islamica. Chi accusa è l'Egitto, non in prima fila tra i paesi estremisti. Ed accusa del furto, naturalmente,  Israele. Attenzione, in base alla stessa logica, a non ballare il tango fuori dall'Argentina, sua terra madre. Ci sarebbe da ridere, se non fosse un altro segnale della follia che pervade il mondo arabo. Ecco la cronaca dal CORRIERE della SERA, a pag. 18, dal titolo " L'ultima lite Israele-Egiito: le danzatrici del ventre", scritto dal corrispondente Davide Frattini.

DAL NOSTRO CORRISPONDENTE
GERUSALEMME — Israele accusa l'Egitto di lasciar passare le armi verso la Striscia di Gaza. L'Egitto accusa Israele di voler rubare i segreti delle danzatrici arabe. «Siamo ai colpi al basso ventre», ironizza un analista. Con Ahmed Abul Gheit, ministro degli Esteri al Cairo, che minaccia «rappresaglie diplomatiche» contro «la lobby al lavoro negli Stati Uniti». Con un influente settimanale egiziano che attacca il festival dall'altra parte del confine: «A Eilat complottano per saccheggiare la nostra eredità musicale ».
Il direttore di Al Osboa non ama il presidente Hosni Mubarak. Ama ancora meno la «pace fredda» che fa convivere i due vicini. Sotto accusa, la manifestazione che da quattro anni gli israeliani organizzano sul Mar Rosso. «Il ministero degli Esteri sionista — scrive la rivista — proclama che le ballerine del ventre saliranno sul palco, si fa pubblicità con il nostro nome. E nel tentativo di rubare la cultura araba ha in programma anche un seminario sulla vita di Umm Khultum». Il giornale non accetta neppure l'idea di Orit Maftsir, una delle più celebri danzatrici israeliane, che vorrebbe le egiziane nella giuria del festival.
I commentatori israeliani ricordano quanto sia stato difficile promuovere eventi tra i due Paesi, per celebrare i trent'anni dalla visita di Anwar Sadat a Gerusalemme. «Qualunque iniziativa è stata fermata da Farouk Hosni — scrive Smadar Peri sul quotidiano Yedioth Ahronoth —.
Il ministro della Cultura non perde occasione per intralciare le relazioni pacifiche, anche l'incontro tra intellettuali delle due nazioni in un caffé è considerato un problema».
Adesso che Hosni si prepara a lasciare il governo dopo quindici anni e punta a diventare segretario generale dell'Unesco, Ehud Olmert starebbe preparando la rivalsa. «Se qualunque altro intellettuale egiziano fosse stato in corsa, avremmo dato il nostro sostegno. Non a lui», continua Yedioth. La minaccia non sembra preoccupare il ministro, che avrebbe replicato: «Sarebbe un grande onore fallire per colpa degli israeliani».
Il posto all'Unesco e le danzatrici del ventre sono gli effetti collaterali dello scontro diplomatico che si gioca attorno ai traffici di armi verso Gaza e a 200 milioni di dollari. È la cifra che il Congresso americano vuole tagliare dagli aiuti militari all'Egitto (1,3 miliardi di dollari) se il Cairo non riesce a dimostrare di aver fermato il contrabbando.
Gli egiziani si sono infuriati dopo che gli israeliani hanno mostrato un video a deputati e senatori sui tunnel dei contrabbandieri. E soprattutto dopo le accuse di Tzipi Livni: «Stanno facendo un pessimo lavoro». Il presidente Mubarak ha considerato l'attacco un'offesa personale («il ministro degli Esteri ha oltrepassato ogni limite con me») ed è toccato a Olmert intervenire per provare ad arginare la crisi: «Quando penso a che cosa potrebbe succedere se dall'altra parte ci fosse qualcuno di diverso da Mubarak, prego ogni giorno per la buona salute del presidente ».
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