Pubblichiamo le riflessioni di Piera Bracaglia Morante sul caso Priebke, dal titolo "Ricorda con rabbia!"
Vorrei ritornare sul caso Priebke, grata a quegli Italiani che sono insorti contro la rimessa in liberta’ dell’ex ufficiale delle SS e hanno convinto il Presidente della Repubblica Italiana, Giorgio Napolitano come capo della magistratura a revocare quella sentenza assolutoria che avrebbe gettato un’ulteriore vergogna sull’Italia.
Con la loro protesta, ci hanno fatto riaffiorare alla mente le terribili vicende degli orrori compiuti dal nazifascismo, a dimostrazione di come un popolo sovrano con il potere decisionale che gli spetta, puo’ vincere con la sua indignazione, puo’ smuovere le leve
del
potere e insieme commuovere le coscienze!
Ho visto le immagini della gloriosa protesta su “La Repubblica” mentre issavano i loro cartelli e striscioni su cui era scritto:” Priebke, assassino” Priebke criminale, assassino di bambini! “ Alle Fosse Ardeatine ho perso mio padre!........
“Vox Populi, vox Dei”, la voce
del
popolo e’ la voce di Dio, dicevano gli antichi, perche’ la gente ha dimostrato di avere piu’ coscienza e dignita’di Mastella, ministro della Giustizia e di Parisi, ministro della Difesa. Costoro scorrano su internet uno per uno i 335 nomi delle vittime. che si rileggano quei documenti della Storia su cui vogliono che cada il sipario!
Hanno dimostrato di avere piu’carattere e piu’italianita’dei loro ministri ! A riprova che chi protestava, erano tutti Italiani anche se Mastella a proposito di Priebke ritornato a piede libero, ha fatto quel distinguo che suona come un” lapsus linguae” “ Se facessi parte della comunita’ ebraica, non sarei contento, ma anche come cittadino della Repubblica Italiana, resto abbastanza perplesso”…
Perche’ gli altri che cosa sono? Alieni forse?
Anzi, questa e’ la dimostrazione dello scollamento esistente tra la cittadinanza e il governo che crede di agire prescindendo da quella che e’ la volonta’ di un popolo. Bisognerebbe spiegare a chi ci governa il concetto di sovranita’ popolare, perche’ loro non l’hanno mai saputo o, arroganti come sono, fanno finta di non saperlo e credono che il potere di decidere spetti solo a loro.
I goveri italiani che si sono succeduti finora, si sono burlati della legge, hanno messo in liberta’ quei criminali che si sono macchiati di crimini contro l’umanita’, da Kesserling a Kappler e ora ci stavano riprovando con Priebke, rimesso a piede libero, non so quante volte, tanto che la giustizia, con gli anni s’e’ trasformata in una farsa ,un tira e molla..Per non parlare poi di Abbu Abbas e la storia dell’Achille Lauro!
Ma c’e’ un limite a tutto! Basta!
Questa penosa vicenda mi ha fatto ripiombare indietro di decenni e, se ora non scrivessi non renderei giustizia a “ Nennella” di Albano, nome di battaglia di una donna coraggiosa che si era unita ad un gruppo di partigiani che operavano sull’Appia e sulla Nettunense.Erano famosi per aver messo a terra molti automezzi militari tedeschi con i famosi chiodi a tre punte, fabbricati da un fabbro di Albano Laziale, Cesare Passa, che da qualunque parte cadessero erano in grado di forare le ruote dei carri nemici proprio nel periodo dello sbarco americano di Anzio e le cui gesta sono narrate in un bel libro epico del loro comandante, Pino Levi Cavaglione, un avvocato di Genova che era entrato nella Resistenza dopo la deportazione dei suoi genitori. Il libro e’ intitolato: “Guerriglia nei Castelli Romani” che forse non si trovera’ piu’ nelle librerie, a testimonianza che la popolazione locale operava contro i Tedeschi in preparazione dello sbarco degli Americani ad
Anzio
, dove anche morirono migliaia di soldati americani.
Lei stessa, Nennella, mi racconto’in un lontano 25 Aprile del 1985 di come fosse venuta a sapere dell’eccidio. Si era recata in
prossimita’delle
Cave
di Pozzolana, le ex Catacombe dell’Ardeatina insieme ad altri,messa in allarme dalla testimonianza di un pastore che pascolava le pecore nelle vicinanze. Mi disse d’essere svenuta per la nausea dovuta a quell’ orribile fetore che emanava dalle cave che i nazisti fecero saltare, subito dopo la carneficina, quell’orrendo puzzo che si irradiava lontano, insieme al presentimento di quello che poteva essere successo la fece cadere a terra priva di sensi.
E se non scrivessi, ugualmente non renderei giustizia a Piero Calamandrei di cui ho appena riletto la sua poesia scritta contro la scarcerazione di Kesserling” capo delle forze armate tedesche che, processato, fu condannato a morte; ebbe poi la pena commutata in ergastolo e poi scarcerato nel 1952. Ritornato libero in Baviera, incomincio’ a ridersela degli italiani, tanto che nei nuovi circoli neonazisti andava dicendo che gli italiani avrebbero dovuto erigergli un monumento.
” Lo avrai camerata Kesserling il tuo monumento non con la rerra dei cimiteri dove i nostri compagni giovinetti riposano in serenita’, non con la neve inviolata delle nostre montagne che per due inverni ti sfidarono…………ma soltanto con il silenzio dei torturati, piu’ duro di ogni macigno, lo avrai con la roccia di questo patto giurato fra uomini liberi, che volontari si adunarono per dignita’, e non per odio, decisi a riscattare la vergogna e il terrore del mondo…” Furono tutti quegli uomini e donne coraggiosi che hanno combattuto contro il nazifascismo. E vinsero!
Ho saputo che a
Trieste
i nazifascisti si erano riuniti in un caffe’ letterario per celebrare la rimessa in liberta’ di Priebke, stavano per rialzare la cresta, ma….. evviva, ci sono rimasti scornati grazie a coloro che sono insorti e hanno dimostrato contro e che ci hanno offerto una grande pagina di Storia da cui tutti debbono trarre insegnamento e su cui il nostro governo di centrosinistra dovrebbe meditare;un governo che da una parte patteggia con il terrorismo islamo fascista e dall’altra ha tentato di rimettere a piede libero il nazista Priebke.
Siamo proprio in buone mani!
Piera Bracaglia- Morante