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Corriere della Sera Rassegna Stampa
06.11.2006 Cessione di sovranità delle zone israeliane a maggioranza araba
la proposta di Avigdor Lieberman nella corretta cronaca di Davide Frattini

Testata: Corriere della Sera
Data: 06 novembre 2006
Pagina: 15
Autore: Davide Frattini
Titolo: «E Liebermann fa il piromane: «Separiamoci come Cipro»»
Dal CORRIERE della SERA del 6 novembre 2006:

GERUSALEMME — Davanti a centomila persone, lo scrittore David Grossman lo ha chiamato «un piromane messo alla guida dei pompieri». E ieri il premier Ehud Olmert è dovuto intervenire per cercare di spegnere il nuovo incendio attizzato da Avigdor Lieberman. Che ha proposto di risolvere il «problema» degli arabi israeliani (e del conflitto con i palestinesi) con uno scambio tra popolazione e territorio. Il neovicepremier e ministro contro le minacce strategiche ha indicato Cipro come esempio da seguire: «Credo che separarsi sia la soluzione — ha detto al giornale britannico Sunday Telegraph
—. Cipro è il modello migliore. Prima del 1974, i greci e i turchi vivevano insieme: c'erano scontri, frizioni, violenze, terrore. Quando hanno stabilito che tutti i turchi dovessero stare da una parte dell'isola e i greci dall'altra, sono state create stabilità e sicurezza».
L'intervistatore gli ha fatto notare che a Cipro 200 mila greci furono costretti a fuggire e a lasciare le case, dopo l'invasione militare turca. «Certo, ma il risultato finale è stato migliore», ha risposto. Il risultato finale è lo stesso che Lieberman auspica nel programma del suo partito Yisrael Beitenu (Israele la nostra casa): cedere la responsabilità di aree a maggioranza araba all'Autorità palestinese in cambio dell'annessione ufficiale di insediamenti in Cisgiordania. Un espediente che esproprierebbe della cittadinanza israeliana un abitante su cinque. Lieberman non sembra preoccuparsene: al Sunday Telegraph
spiega che le minoranze sono il più grande problema al mondo e il trasferimento degli arabi permetterebbe di «creare uno Stato ebraico il più omogeneo possibile». Il premier Olmert ha dovuto aprire la riunione settimanale del consiglio dei ministri precisando che «le opinioni di Lieberman non sono le sue né quelle del governo»: «Sostengo la parità di diritti per i cittadini arabi. Fino a quando sarò primo ministro questa sarà la mia linea». Il ministro della Difesa Amir Peretz, laburista, ha chiesto che il governo condanni le parole di Lieberman e il deputato Ahmad Tibi ha definito le dichiarazioni del leader dell'estrema destra «un invito alla pulizia etnica». «Sono proposte razziste, che ci spingono verso un regime di apartheid», ha commentato Taleb al-Sanna del partito democratico arabo.
Lieberman, 48 anni, immigrato nel 1978 dalla Moldavia, è entrato nel governo poche settimane fa, portando in dote 11 deputati e le sue opinioni ultra-nazionaliste. Ieri ha anche minacciato il premier palestinese Ismail Haniyeh e il ministro degli Interni Said Siam: «Se qualcosa dovesse succedere a Gilad Shalit, entrerebbero tutti e due nella lista dei martiri». Abu Mujahed, un portavoce del gruppo che ha rapito il caporale israeliano quattro mesi fa, aveva avvertito che i raid israeliani nella Striscia di Gaza mettono in pericolo la vita dell'ostaggio.
Olmert ha confermato che l'operazione militare nel villaggio di Beit Hanoun va avanti, ma che l'esercito non intende rioccupare la Striscia: «I nostri obiettivi sono fermare il lancio di Qassam verso le città israeliane e impedire che vengano organizzate basi per i terroristi vicino al nostro confine. Quando li avremo raggiunti, ritireremo le truppe».
In cinque giorni di offensiva, sono stati uccisi 48 sette palestinesi (tra loro 21 civili, secondo i medici della Striscia). I 30 mila abitanti di Beit Hanoun restano sotto assedio. «La città è distrutta, sembra colpita da un terremoto», ha detto all'agenzia di stampa Ramattan
uno dei residenti, spiegando che mancano acqua potabile, cibo e medicinali. La Finlandia, presidente di turno dell'Unione Europea, ha condannato Israele per «l'uso sproporzionato della forza»: «Il diritto di difendersi non giustifica azioni che sono contrarie al diritto umanitario internazionale». E ha esortato «la dirigenza palestinese a mettere fine alle azioni terroristiche, compreso il lancio di razzi».
Dopo mesi di trattative, il presidente Abu Mazen e i leader di Hamas sarebbero vicini all'accordo sul governo di unità nazionale, che potrebbe essere annunciato domani.

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