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Corriere della Sera Rassegna Stampa
09.10.2006 La jihad contro la libertà d'espressione
denunciata da un editoriale di Magdi Allam

Testata: Corriere della Sera
Data: 09 ottobre 2006
Pagina: 1
Autore: Magdi Allam
Titolo: «La Jihad dei tagliagola e quella dei taglialingua»

Dal CORRIERE della SERA del 9 ottobre 2006 un editoriale di Magdi Allam:

«N on ti taglio la gola a condizione che ti tagli la lingua». E' questo il messaggio implicito nella posizione degli islamici, ingenuamente adottata anche da non pochi occidentali, che si sono schierati contro la condanna a morte di chi ha criticato l'islam e Maometto, ma al tempo stesso ne hanno severamente stigmatizzato il pensiero. E' un regalo avvelenato all'Occidente che recita così: tu sei certamente colpevole e meriteresti la pena capitale, oggi ti condoniamo il tuo peccato, quindi hai salva la vita, purché non lo commetti mai più, cioè devi cessare di esercitare il legittimo diritto alla libertà d'espressione, ovvero di essere pienamente te stesso. Ebbene accettare questa «grazia» ispirata dai tribunali della sharia si tradurrebbe nella sottomissione all'arbitrio ideologico degli estremisti islamici che vorrebbero inculcarci, qui in Occidente, il principio dell'autocensura preventiva affinché s'affermi in tutto il mondo la logica del divieto assoluto di criticare l'islam e Maometto, all'insegna dell'islamicamente corretto.
L'immagine che dà di sé l'Occidente, dalla vicenda delle vignette su Maometto al discorso del Papa a Ratisbona, è di un colosso dai piedi d'argilla, pavido e disorientato, ingenuo e incosciente, che per sfuggire alla ghigliottina di Bin Laden finisce sulla graticola dei Fratelli Musulmani, che nutre il coccodrillo con la speranza di essere mangiato per ultimo. Un Occidente che si destreggia malamente e penosamente nel funambolismo del politichese, autogiustificandosi e autoassolvendosi dietro la letale cortina fumogena dell'equidistanza o equivicinanza tra la civiltà e le barbarie, finendo per mercanteggiare e svendere i valori fondanti della nostra umanità.
Ci rendiamo conto che si sta tentando di sostituire la Jihad dei tagliagola, che ha traumatizzato il mondo intero e ha diviso i musulmani (perché sono al contempo i carnefici e le principali vittime), con la Jihad dei taglialingua, che ha unificato l'insieme dei musulmani, perché sono di fatto sottomessi o comunque temono lo scontro diretto con l'ideologia totalitaria e il regime liberticida, e poi viene offerta all'Occidente come un salvacondotto per redimersi e godere di una tregua armata? Ebbene, ciò che non vediamo o facciamo finta di non vedere è che tra la Jihad dei tagliagola e la Jihad dei taglialingua c'è sola una differenza formale: entrambe le guerre sante islamiche mirano ad annientare la persona, la prima direttamente e fisicamente, la seconda indirettamente e psicologicamente.
Si tratta della differenza che intercorre tra i jihadisti alla Bin Laden, che vorrebbero conquistare il potere decapitando la testa del nemico, e i gradualisti quali i Fratelli Musulmani che perseguono il medesimo traguardo del califfato islamico minando dalle fondamenta il potere nemico. Oggi l'Occidente si sta di fatto arrendendo agli estremisti islamici che in cambio dell'archiviazione di una condanna a morte inflitta dai loro tribunali della sharia, esigono la rinuncia definitiva alla nostra facoltà di criticare l'islam e Maometto, un'opzione che culminerà di fatto con l'archiviazione del nostro legittimo diritto alla libertà d'espressione.
Ecco perché io difendo senza se e senza ma il diritto del Papa, Redeker, Theo van Gogh, Ayaan Hirsi Ali, Bernard Lewis, Daniel Pipes, ma anche di Dante, Voltaire e Mozart, nonché di Wafaa Sultan, Ibn Warraq, Sayyid al Qimni, Lafif Lakhdar e Said El Eshmawi di criticare l'islam e Maometto. Oggi più che mai. Non possiamo decontestualizzare questa critica e non comprendere che si tratta di una sana reazione al male assoluto che è l'ideologia della morte fisica e psichica che alimenta il terrorismo e l'estremismo islamico. Se questo Occidente relativista e arrendevole si autocensurasse per non dire alcunché di sgradito al totalitarismo islamico, reprimesse la propria civiltà per non scontrarci con le barbarie altrui, finirebbe per implodere scatenando la reazione incontrollabile, forse violenta, di tutti coloro che non intendono rinunciare alla verità e alla libertà. Già ora se ne vedono dei sintomi preoccupanti. Ed è evidente che più l'Occidente sarà diviso e in conflitto al suo interno, più gli estremisti islamici riusciranno a prevalere.
www.corriere.it/allam

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