Israele colpisce l'ufficio (vuoto) di Haniyeh, minacce e ultimatum da Hamas la cronaca di Davide Frattini e un aggiornamento
Testata: Corriere della Sera Data: 03 luglio 2006 Pagina: 2 Autore: Davide Frattini Titolo: «Raid contro l'ufficio del premier Hamas a Israele: ci vendicheremo»
La cronaca di Davide Frattini sulla crisi israelo-palestinese a Gaza, pubblicata dal CORRIERE della SERA del 3 luglio 2006:
GERUSALEMME — I due leader sono arrivati in giacca e cravatta, come per una riunione di governo. Circondati da guardie del corpo, non hanno preso la porta principale. Sono passati da un buco nel muro. Ismail Haniyeh e Abu Mazen si sono incontrati tra le macerie dell'ufficio del primo ministro, distrutto sabato notte dal missile sparato da un elicottero israeliano. Il palazzo era vuoto, nessuno è stato colpito se non l'orgoglio dei palestinesi. Abu Mazen ha definito il bombardamento «un atto criminale», Haniyeh ha parlato di «legge della giungla e dell'arroganza. Il razzo ha colpito un simbolo del popolo palestinese». Le Brigate Ezzedin Al Qassam, ala militare di Hamas, hanno minacciato di rispondere attaccando scuole e centrali elettriche nello Stato ebraico: «Se continuano con le bombe, centreremo gli stessi bersagli». L'OFFENSIVA — Negli ultimi giorni, Israele ha condotto alcune decine di raid aerei e ha sparato su Gaza 1.200 proiettili di artiglieria. L'esercito ha colpito l'impianto che dà la luce a gran parte della Striscia, il palazzo del ministero degli Interni e alcuni ponti sulle strade da Nord a Sud, per impedire che Gilad Shalit, il caporale sequestrato una settimana fa, venisse spostato dai rapitori. Le truppe restano nella zona dell'aeroporto, attorno alla città di Rafah, sul confine con l'Egitto. A Nord, l'offensiva è ancora congelata dopo che per due volte il premier Ehud Olmert ha respinto i piani presentati dallo Stato maggiore. L'aviazione ha attaccato all'alba il quartier generale delle nuove forze di sicurezza volute dal governo di Hamas, uccidendo uno dei miliziani. Ieri notte tre palestinesi sono rimasti uccisi in uno scontro con militari israeliani nel Sud della Striscia. Secondo l'esercito israeliano due delle vittime indossavano cinture esplosive. L'ONU — «Nessuno è mai morto perché manca un po' di elettricità. I Qassam invece hanno ammazzato israeliani». Olmert ha replicato alle critiche di Kofi Annan, segretario generale dell'Onu, e all'allarme lanciato dall'agenzia per i rifugiati: un'invasione nel Nord della Striscia potrebbe causare 25 mila sfollati. «Non provocheremo una crisi umanitaria», ha garantito il primo ministro. Israele ha riaperto per alcune ore due valichi, Karni e Nahal Oz, per far arrivare a Gaza combustibile e generi di prima necessità. Il premier ha fatto capire che i ministri e i deputati di Hamas potrebbero essere arrestati anche a Gaza. «Non posso promettere che le operazioni non vengano estese. Parliamo del coinvolgimento in attività terroristiche. È una procedura legale accettata». Il suo vice Shimon Peres ha confermato che i politici fermati giovedì verranno processati. Il ministro della Difesa Amir Peretz è convinto che le truppe israeliane resteranno a Gaza per poco, mentre per Yuval Diskin, capo dello Shin Bet, l'operazione potrebbe durare dei mesi. Incertezze che hanno fatto rimpiangere Ariel Sharon ad alcuni dei commentatori. «Se pensiamo al premier e al ministro della Difesa che ci stanno guidando, non possiamo che sentire nostalgia per Arik», scrive in un editoriale Yedioth Ahronoth. SHARON — Prima di finire in coma, dopo essere stato colpito da un ictus, Sharon era al massimo della popolarità con uno dei sostegni più alti nella storia di Israele per un primo ministro. Olmert si è attestato attorno al 53%, in realtà un risultato ancora buono per un leader che, a pochi mesi dall'insediamento, sta affrontando la crisi di un ostaggio in mano agli estremisti. «Sharon ha delle qualità naturali per il comando — commenta l'esperto militare Dan Schueftan alla France Presse —. La gente si sarebbe automaticamente fidata di lui. Olmert deve ancora dimostrare di saper gestire le questioni legare alla sicurezza». I MILITARI — I generali e lo Stato Maggiore hanno lasciato filtrare ai media la loro insoddisfazione per essere stati bloccati due volte. Quella che per il premier è stata una scelta diplomatica — lasciare più tempo alla mediazione egiziana — viene presentata come debolezza. «Noi eseguiamo semplicemente gli ordini dei politici» ripetono i comandanti. «Di solito il motto è usato per enfatizzare le regole del meccanismo democratico — scrive Anshel Pfeffer sul Jerusalem Post —. In questo caso, sembra un modo di prendere le distanze. Lo Stato Maggiore e i servizi segreti sono anche convinti che a Mubarak sia stato dato fin troppo sostegno nel mediare a nome di Israele». Le trattative condotte dal Cairo per ora non hanno dato risultati. Entro oggi, i sequestratori devono rispondere alla proposta del raìs egiziano: il soldato verrebbe rilasciato subito e Israele libererebbe alcuni detenuti palestinesi solo in seguito, come gesto di buona volontà verso Abu Mazen.
Di seguito, un aggiornamento (sottolineate le novità più rilevanti) dal sito del CORRIERE:
GAZA -I tre gruppi militanti palestinesi che hanno rivendicato la cattura del caporale israeliano nella Striscia di Gaza hanno dato ventiquatt'ore di tempo al governo israeliano per accettare la richiesta di rilascio dei prigionieri palestinesi in cambio della liberazione del soldato. Secondo fonti militari Israele avrebbe respinto l'ultimatum. Il premier Ehud Olmert ha chiesto però ai suoi ministri di non commentare in alcun modo l'ultimatum. Intanto cresce la tensione nei Territori. Questa mattina reparti israeliani sono nella Striscia di Gaza. L'esercito israeliano ha precistao che si è trattato di un'operazione limitata alla ricerca di tunnel usati dai miliziani palestinesi.
MISSILI E RAID AEREI - Ieri un elicottero israeliano ha lanciato un razzo il contro l'ufficio del primo ministro palestinese di Hamas Ismail Haniyeh, a Gaza City. Un portavoce militare israeliano ha confermato il raid contro l'ufficio. Pochi minuti dopo un altro missile israeliano ha colpito la al Arqam School, sempre a Gaza, fondata dallo sceicco Yassin. Nalla mattina del 3 luglio militari israeliani sono penetrati nella striscia di Gaza. Potrebbe essere al seconda fase delle operazioni per la liberazione del caporale israeliano rapito. Durante la notte, la sesta consecutiva, è continuata la pressione dell'aviazione della stella di David e un elicottero ha sparato un missile contro uffici amministrativi a Gaza, utilizzati come luogo di riunione sia da militanti delle Brigate Martiri di Al Aqsà, fazione armata riconducibile a Fatah, il partito del presidente palestinese Abu Mazen, sia dai radicali di Hamas. In questo attacco è stato ferito un palestinese, mentre altri tre sono rimasti feriti da schegge di proietti sparati dall'artiglieria israeliana sulla cittadina di Beit Lahyia, nel nord della Striscia. Il terzo obiettivo è stato un deposito di armi nella stessa zona.
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