Un'inchiesta di ottimo giornalismo investigativo quella di Francesco Battistini e Erika Dellacasa sul CORRIERE della SERA di oggi 15.1.2006. Un terrorista di Hamas (non un militante) è stato fermato in Cisgiordania con 9 milioni di euro, dei quali 50.000 dollari erano per la famiglia di un kamikaze. Erano stati raccolti a Genova, dove agiva indisturbata una ong che recava la targa "Associazione benefica di solidarietà con il popolo palestinese". L'articolo è molto interessante, salvo il finale, dove sembra quasi giustificare il terrorismo. E' la solita storia di come viene presentata Hamas, quasi come se l'aspetto caritatevole non fosse una ben precisa strategia per conquistare il consenso popolare. Ma il pezzo è illuminante.
Ecco l'articolo:
È un palazzo qualunque del Ponente ligure. Un pianoterra che dà su Bolzaneto, appena fuori Genova. Targa: «Abspp. Associazione benefica di solidarietà con il popolo palestinese». Manifesti in arabo, i computer, il fax. Cinque persone al lavoro. Un'organizzazione non governativa come tante. Di quelle che raccolgono aiuti per i Territori. Che mandano soldi agli orfani. Che sostengono gli ospedali. «Viste così, sembrano tutte uguali — dice Micky Rosenfeld, portavoce della polizia israeliana —. In realtà, l'Abspp e altre ong fanno quel che faceva già Saddam Hussein: mandare soldi alle famiglie dei kamikaze».
Operazione Collette del Terrore. Da più di due anni, un'indagine s'aggira per l'Europa. Parte da Londra, attraversa Svezia, Norvegia, Danimarca, Belgio, Francia, Germania, Austria, Italia e arriva dritta a Jenin, Cisgiordania, nei cortili della «capitale dei kamikaze» palestinesi. Il 25 settembre, durante un raid dell'esercito nei vicoli della casbah, nella rete è caduto Ahmad «Abu Asama» Saltana, 43 anni, da nove il capo della «Lijant Amual in Alqasat», la charity
di Jenin (fuorilegge dal 2002) che distribuisce la solidarietà spedita da tutto il mondo. A Saltana, uomo di Hamas, una condanna a tre anni (1993-'96) per attività terroristiche, sono stati sequestrati 9 milioni di euro. E il corpo speciale che indaga sul terrorismo internazionale, l'Iscu, è sicuro: «Quei soldi, raccolti in Europa fra le ong, sono stati usati per "risarcire" le vedove e gli orfani di kamikaze che hanno colpito Israele». Ci sono le prove, dice il capitano Rosenfeld: 50 mila dollari sarebbero finiti alla famiglia di Izzedine al Masri, lo shahid ventitreenne di Hamas che il 9 agosto 2001 si fece saltare nel centro di Gerusalemme, pizzeria Sbarro, 15 morti, uno degli attentati più scioccanti che Israele ricordi.
A Jenin siamo stati dove abitava il kamikaze, non lontano dalla casa di Ahmad Saltana. Gente apparentemente povera, bimbi che giocano alla guerra, foto del «martire» dappertutto. Un cugino che ancora piange a parlare di quei giorni. Conosce l'uomo arrestato, ma non va oltre: «Ci hanno aiutato in tanti, dopo che gli israeliani ci hanno demolito il ristorante. Soldi, certo. Ma da dove venissero, non so». L'Interpol e l'Iscu di Gerusalemme hanno idee più precise: gli euro che Saltana ha girato ai parenti del kamikaze di Sbarro verrebbero dagli uffici londinesi di Interpal, la grande organizzazione umanitaria vicina a Hamas sotto osservazione già nel 1997, la stessa sostenuta da George Galloway, il deputato inglese «amico di Saddam». Interpal, è l'ipotesi degli investigatori, sarebbe collegata a una rete d'associazioni pro Palestina che organizzano collette in Gran Bretagna (Human Appeal International), in Francia (Cbsp), in Austria (Al Aqsa Establishment) e appunto in Italia, nelle sedi dell'Abspp a Genova e in via Venini, a Milano. L'aiuto umanitario per coprire altro? «È probabile che i singoli donatori siano in buona fede e non sappiano dove finisca davvero il loro denaro — dice il capitano Rosenfeld — ma chi sta a capo delle ong lo sa esattamente».
Il fondatore e capo dell'Abspp è, dal 1998, un architetto palestinese di 40 anni, Mohammad Hannoun. Ci riceve nell'ufficio di Bolzaneto e sgrana gli occhi, quando sente dell'inchiesta che lo riguarda. Dice di non conoscere Saltana e mostra un pacco di documenti con nomi e cifre. Fondi a vedove e orfani, ospedali e scuole, 558.645 euro solo nel rendiconto 2003: «Usiamo conti correnti, tutto legale. Sappiamo dove va ogni soldo. Può sembrare brutto, ma chiediamo a ogni famiglia di firmare una ricevuta anche per un semplice pacco. È tutto documentato: gli israeliani ci diffamano perché vogliono tagliare ogni fonte d'aiuto ai palestinesi». Ma è vero o no che tra le vedove e gli orfani che aiutate ci sono anche i parenti dei kamikaze? «Noi aiutiamo chi ha bisogno. Moltissimi bambini. Anche figli di collaborazionisti degli israeliani, rimasti orfani. Che cos'è un orfano, dopotutto? Un bimbo senza genitori. E si chiede a un orfano chi era suo padre? I figli dei mafiosi devono vivere per forza in una strada, abbandonati a se stessi, per diventare come i loro padri? O è meglio che ricevano un'educazione, che siano assistiti?». Che cosa pensa dei kamikaze, architetto Hannoun? «Se voi rimaneste senza famiglia e senza casa, perché ve l'hanno distrutta; se i vostri figli fossero morti e voi non aveste più niente; se foste voi stessi vittime di violenze, disperati, che fareste? Non vi fareste saltare in aria anche voi?».
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