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Corriere della Sera Rassegna Stampa
05.12.2005 Convegno di studi sui rapporti tra Italia e Israele
la politica sta superando vecchi pregiudizi, ma l'ostilità rimane forte nelle università e nei media

Testata: Corriere della Sera
Data: 05 dicembre 2005
Pagina: 12
Autore: Marco Nese
Titolo: ««In passato privilegiati gli arabi Ora la nostra priorità è Israele»»
Il CORRIERE DELLA SERA di lunedì 5 dicembre 2005 pubblica un articolo su una giornata di studio sui rapporti tra Israele e l'Italia che ha visto la partecipazione dell'ambasciatore Gol e di politici e osservatori italiani.

Ecco il testo:

ROMA — «Non si può accettare che Hamas partecipi alle elezioni palestinesi. Si ripeterebbe ciò che accadde con Mussolini nel 1922». La pensa così Ehud Gol, ambasciatore di Israele a Roma. Col suo eloquio vivace, Gol anima la
Giornata di studio fra israeliani e politici italiani. Una prima verifica pubblica dei rapporti fra Roma e Gerusalemme.
Non solo Hamas va escluso dalle elezioni, ma secondo Andrea Ronchi, portavoce di An, «bisogna impedire che arrivino finanziamenti europei ad Hamas e agli Hezbollah». Ronchi mette in luce l'inversione di tendenza che la politica estera italiana verso Israele ha subìto col governo Berlusconi. «L'amicizia con Israele è un punto fermo. E il ministro degli Esteri Fini ha detto chiaro ad Abu Mazen che deve impegnarsi a debellare il terrorismo in casa sua».
Proprio dalla capacità di sopraffare i terroristi e di riprendere un dialogo di pace basato sulla road map,
«dipende il futuro di Abu Mazen», ritiene Umberto Ranieri, un diessino che spesso, anche contro l'opinione in passato prevalente nel suo partito, ha difeso Israele, «l'unico Stato democratico nel Medio Oriente».
Oggi Ranieri deplora che alcuni Paesi arabi abbiano fatto «un uso politico dei profughi, facendo lievitare fra loro l'odio verso Israele». Anche gli italiani hanno le loro colpe, «storicamente destra, sinistra e cattolici hanno guardato con diffidenza» la stella di Davide.
E su questo concorda in pieno Fabrizio Cicchitto, stretto collaboratore di Berlusconi, «in passato il governo privilegiava i rapporti coi Paesi arabi, ma adesso la priorità è rovesciata». Cicchitto è dell'opinione che Sharon si è distinto con un'iniziativa coraggiosa liberando Gaza. E trova «anche giusta la costruzione del muro come sistema di difesa». «Non c'è dubbio», interviene Massimo Teodori, ex militante radicale e oggi docente universitario, «che molti politici italiani si sono ravveduti, e anche Fassino parla per Israele e Palestina di due democrazie». Ma l'opinione pubblica non ha assorbito ancora il nuovo clima. Coltiva sempre un'idea negativa di Israele. Lo vede come uno Stato «militarista, razzista nei confronti degli arabi, punta di lancia dell'imperialismo americano». Insomma rimane viva nella testa di molti italiani la convinzione che gli ebrei siano parte attiva di un complotto teso a mantenere il mondo sotto controllo.
La riprova più lampante di questo umore ostile che nutre il pensiero di molti la si trova, secondo il professor Giorgio Israel, in due recenti libri, uno di Toni Negri e l'altro di Alberto Asor Rosa. Contengono entrambi «l'interpretazione in base alla quale gli ebrei racchiudono il nucleo ideologico dell'imperialismo mondiale». La diffidenza domina soprattutto negli ambienti intellettuali, tanto che il professor Israel sostiene che nelle università è meglio non azzardarsi a esprimere valutazioni positive nei confronti degli ebrei, «si rischia l'isolamento». L'antisionismo è accomunato all'antiamericanismo, e si traduce in un odio che gli occidentali hanno di sé stessi.
Colpa di forze politiche, in particolare la sinistra, che in passato «hanno seminato veleni», ma anche colpa dei mezzi di informazione, lamenta Angelo Pezzana, fondatore dell'associazione Italia- Israele. A giornali e tv, Pezzana rimprovera di aver parteggiato apertamente per i palestinesi e di aver esaltato la figura di Arafat, «quando tutti, anche i palestinesi, sapevano che era un corrotto».
Invitiamo i lettori di Informazione Corretta ad inviare il proprio parere alla direzione del Corriere della Sera . Cliccando sul link sottostante si aprirà una e-mail già pronta per essere compilata e spedita.

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